Attenti al ‘dolcetto o scherzetto’ di Trump

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La propensione per il rischio è rimasta relativamente elevata nel corso dell’ultima settimana, nonostante l’aumento dei contagi di Covid-19 e un risultato inconcludente per quanto riguarda i colloqui in corso relativi agli stimoli fiscali negli USA.

A nostro avviso, un accordo sul bilancio non verrà raggiunto prima delle elezioni. Tuttavia, sembra che, se non ci dovesse essere un deterioramento ancora più rapido dei dati economici, i mercati potrebbero continuare a guardare al futuro e alle prospettive di un easing fiscale durante la nuova amministrazione a inizio 2021.

Per ora, i dati USA sono stati relativamente positivi. La fiducia di aziende e consumatori ha continuato a crescere, l’attività nei mercati immobiliare si è stabilizzata e anche le vendite al dettaglio hanno tenuto bene. Alcuni dati ad alta frequenza stanno evidenziando una certa debolezza a ottobre, ma sembra comunque che la ripresa resterà intatta.

L’arrivo dell’inverno desta preoccupazione

Finora sembra che i Paesi europei abbiano visto una seconda ondata di Covid-19 più sostanziosa, che ha portato a un’ulteriore riduzione dell’attività economica, con la re-imposizione di misure di lockdown.

Al contrario, negli USA la scorsa settimana il numero quotidiano di passeggeri aerei è cresciuto superando la soglia di 1 milione per la prima volta da marzo. Tuttavia, il fatto che l’autunno finora sia stato abbastanza caldo potrebbe essere stato di beneficio per gli USA, ma ora nell’emisfero settentrionale inizia a fare più freddo. Preoccupa il fatto che sembra essersi innescata un’accelerazione dei casi su entrambe le sponde dell’Atlantico, sottolineando la necessità di progressi nello sviluppo di un vaccino abbastanza presto, prima che si debbano intraprendere ulteriori azioni draconiane.

Scenari elettorali

A distanza di 11 giorni dall’inizio delle elezioni USA, alcuni dati sembrano suggerire che Trump stia riducendo il divario rispetto a Biden in diversi ‘swing state’ chiave. I mercati restano convinti che assisteremo a un’‘ondata blu’, che resta lo scenario base, anche se ci sono una serie di cambiamenti ancora possibili.

La vittoria di Trump sarebbe accolta con sorpresa, ma dubitiamo che i mercati reagirebbero con grande enfasi in tal caso. Invece, un risultato contestato, con l’assenza di chiarezza sul vincitore a distanza di 48 ore dalla chiusura delle urne, rappresenterebbe uno scenario più complesso. Anche un crollo del supporto per i Repubblicani, con i Democratici alla guida del Senato, potrebbe indurre un sentiment negativo, portando a preoccupazioni sul fatto che l’ostruzionismo possa essere rovesciato e che i democratici progressisti possano cercare di implementare un piano di cambiamenti significativi e di ampio respiro.

Negli altri scenari, i mercati potrebbero stabilizzarsi con il venir meno dell’incertezza, la prospettiva rosea di ulteriori misure di easing, una crescita economica solida nel 2021 e con la Fed che manterrà i tassi invariati per un considerevole periodo di tempo in assenza di pressioni inflazionistiche.

Gli acquisti di asset da parte delle banche centrali sono destinati a proseguire

In Europa, il prossimo meeting della BCE dovrebbe porre le basi per ulteriori misure accomodanti a dicembre. È possibile che la BCE abbasserà i tassi di interesse di altri 10 punti base, ma è difficile immaginare che tale misura possa ottenere grandi risultati.

Nel prossimo futuro crediamo che gli acquisti di asset resteranno lo strumento principale per le politiche di easing. Con l’aumento dei deficit governativi, ciò consentirà alla Banca Centrale di fornire di fatto un finanziamento monetario del debito pubblico – anche se si tratta di una pratica esplicitamente vietata nel mandato della BCE.

Per ora, dubitiamo che i Paesi del Nord Europa vorranno o potranno opporre resistenza riguardo a un’ulteriore espansione del bilancio della Banca Centrale, ma ciò potrebbe rimanere un tema sensibile via via che ci inoltriamo nel 2021.

In questo contesto, gli spread del credito sovrano e investment grade saranno ben supportati in Europa: ciò significa che anche le cattive notizie (ad es. sul virus) vendono viste in una luce positiva in relazione ai mercati obbligazionari dell’area.

La giostra delle scadenze sulla Brexit

Nel frattempo, nel Regno Unito, le negoziazioni sulla Brexit in corso restano al centro dell’attenzione degli investitori. La scadenza di metà ottobre che il Governo britannico si era imposto è ormai passata e sembra che la prossima deadline sia stata fissata per metà novembre.

Se le trattative dovessero fallire, rimarrebbe ancora meno tempo affinché le persone e le aziende possano prepararsi per un’uscita ‘no deal’, cosa che potrebbe innescare una corsa agli alimentari e alle medicine in un Paese in difficoltà nel pieno di una pandemia globale. In questo contesto, restiamo fiduciosi che alla fine trionferà il buon senso e che si raggiungerà un accordo, anche se ora sembra che le trattative si prolungheranno fino a novembre.

La sterlina si è leggermente stabilizzata grazie alla speranza che le trattative si stiano muovendo nella giusta direzione. Altrove, sui mercati valutari si è registrata una certa debolezza del dollaro nelle ultime due settimane. Il renminbi cinese ha guadagnato terreno in modo significativo rispetto al biglietto verde, grazie a una performance economica solida. Le valute emergenti invece sono state favorite dalla propensione al rischio nelle ultime settimane.

Guardando avanti

Sembra esservi ancora molta incertezza nello scenario macroeconomico. Le elezioni USA, le trattative sugli aiuti federali, quelle su Brexit, l’autorizzazione del vaccino: tutti questi fattori potrebbero portare un miglioramento così come un peggioramento nel sentiment di mercato nelle prossime due settimane, ed è comprensibile che gli investitori vogliano muoversi con prudenza per il momento, dato il livello di volatilità. Tuttavia, sembra anche che ci siano le condizioni per adottare uno sguardo moderatamente positivo nel guardare al di là di questi eventi, con la prospettiva di ulteriori allentamenti delle politiche.

La repressione finanziaria continuerà a spingere il capitale verso asset più rischiosi e restiamo convinti che i rendimenti dei titoli di Stato core rimarranno bloccati grazie alle azioni delle banche centrali.

Il percorso da qua in avanti potrebbe essere accidentato e sembra prudente investire con una certa cautela, lasciandosi margine per aumentare l’esposizione al rischio in seguito a potenziali ribassi futuri. Halloween sta arrivando e potrebbe riservarci qualche spavento: speriamo in particolare che, una volta passate le elezioni, Trump non sia troppo in vena di scherzetti.