Il mercato sta superando se stesso?

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Con le elezioni americane, il maggior evento dell’anno è ormai alle spalle. L’incertezza aumenta sempre il livello del premio per il rischio che gli investitori richiedono per rimanere nel mercato, aspetto che innesca volatilità in concomitanza con quelle fasi che potrebbero spingere i mercati al rialzo o al ribasso.

Adesso, con il diradarsi della nebbia e le prospettive per i prossimi 12 mesi che si sono fatte più chiare, i mercati hanno reagito positivamente all’esito delle elezioni. Non tutti i segmenti di mercato hanno tuttavia risposto allo stesso modo.

Grafico: la dispersione sul mercato

Il mercato sintetico sta superando quello cash in termini di performance, grazie alla sua maggiore liquidità, al fatto che gli investitori possono facilmente aumentare la propria dose di rischio attraverso i credit-default swap e alla chiusura delle posizioni corte prese prima delle elezioni. Nel frattempo, il settore dell’energia – e in particolare null’universo high yield – sta registrando performance migliori sulla scia di prospettive di crescita più interessanti.

Anche i titoli con rating BB hanno ottenuto risultati migliori rispetto a quelli CCC, soprattutto perché ne fanno parte i fallen angels (emittenti declassati a rating high yield). Il mancato realizzarsi della blue wave negli Stati Uniti comporta anche che il pacchetto di stimoli potrebbe ritrovarsi al livello più basso del range.

Il credito high yield sta registrando performance superiori all’investment grade e gli Stati Uniti sono in vantaggio rispetto all’Europa con i mercati che stanno lentamente tornando ai livelli precedenti alla pandemia. Il resto del mercato ha recuperato in gran parte con i nomi dell’high yield nell’energia più di recente e le valutazioni che sono ormai tornate ai livelli di fine febbraio. Il mercato sta superando se stesso? La risposta probabile è sì.