Non è certo che tutto sia incerto

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I mercati stanno reagendo con nervosismo alla seconda ondata di Covid-19 e alle ultime ricerche che mettono in discussione la durata degli anticorpi e, di conseguenza, l’efficacia dei vaccini in preparazione. L’Europa e gli Stati Uniti sono particolarmente colpiti da questa seconda ondata e stanno adottando nuove restrizioni per evitare di congestionare i sistemi sanitari. Ciò ovviamente si tradurrà in un impatto economico negativo che congelerà la ripresa dell’economia avviata in estate.

Difficilmente però la situazione economica si rivelerà grave quanto in primavera: i governi continuano a fornire stimoli fiscali e le banche centrali non fanno mancare la liquidità, mentre i consumatori e quasi tutti i settori produttivi si sono attrezzati per operare in un contesto più complesso.

Sicuramente i prossimi mesi saranno complessi, ma il progredire dei vaccini e l’abitudine a convivere con il virus dovrebbero consentire un graduale miglioramento nel corso del prossimo anno; ci aspettiamo che gli utili aziendali possano ritornare ai livelli pre-crisi, almeno per gran parte dei settori, già entro il 2022.

Inoltre, diversamente dalla precedente crisi, si registra un atteggiamento pragmatico e proattivo da parte delle istituzioni. Basti pensare ai passi avanti fatti dall’Unione Europea negli ultimi mesi e che sarebbero stati impensabili solo un anno fa. Nelle prossime settimane dovrebbero essere prese nuove iniziative volte a sostenere l’economia, a partire da un piano di stimoli fiscali negli Stati Uniti e nuove iniezioni di liquidità nella zona euro.

Questa fase di difficoltà dei mercati dovrebbe quindi essere transitoria e, pur cercando di contenere la volatilità dei portafogli, consigliamo agli investitori di mantenere la rotta. Anzi, la volatilità potrebbe rappresentare un’occasione per adeguare il proprio assetto strategico, anche in considerazione degli scarsi rendimenti offerti dal mercato obbligazionario, o per posizionarsi su alcuni temi di lungo termine particolarmente promettenti.

I grandi shock, come una guerra o una pandemia, spesso determinano cambiamenti profondi nelle nostre abitudini, nei modelli economici e a livello geopolitico. Il Covid-19 ha contribuito ad velocizzare l’affermazione della Cina come potenza economica: la capacità di controllare il virus rapidamente e di continuare a crescere ha fatto sì che lo scarto rispetto alle economie più avanzate si sia ulteriormente ridotto. Nei prossimi anni il peso della Cina sui mercati finanziari continuerà ad aumentare.

Non ci sono dubbi che la pandemia spingerà alcune trasformazioni che erano già in corso. In meno di un anno si è registrato un aumento senza precedenti dell’e-commerce e dello smart working, purtroppo spesso a discapito delle piccole imprese che rappresentano una quota molto rilevante dell’economia.

Si tratta di un contesto fluido e molti cambiamenti non sono ancora bel delineati, ma alcune tendenze già visibili potrebbero offrire opportunità di investimento (vedi l’adozione del 5G che ha registrato un’accelerazione, in particolare dopo il lancio del primo iPhone 5G di Apple).

Anche la sanità e l’istruzione stanno rapidamente producendo nuovi modelli operativi. Le nuove tecnologie per il monitoraggio dei parametri vitali consentono di ridurre i costi dei sistemi sanitari migliorando la qualità del servizio. Il Covid-19 sta, inoltre, velocizzando l’introduzione della telemedicina, le cure fornite al di fuori degli ospedali sono meno onerose e risultano più comode per i pazienti.

L’istruzione deve gestire nuovi modelli e creare contenuti diversi. Oltre al tema della didattica a distanza, è ormai evidente la discrepanza tra le competenze trasmesse dagli attuali sistemi scolastici e le esigenze dell’economia digitale. La quarta rivoluzione industriale costringerà a formarsi in settori difficilmente automatizzabili per evitare la concorrenza delle macchine.

Ci sono molte opportunità di diversificazione anche al di fuori settore tecnologico. Ne sono un esempio i segmenti del mercato che negli ultimi mesi sono rimasti indietro e che offrono maggior potenziale di recupero, quali i titoli industriali e le aziende di media capitalizzazione nell’eurozona e negli Stati Uniti.

L’attenzione nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità è destinata ad aumentare. L’Europa riserverà una quota significativa del Recovery Fund alla conversione verde dell’economia, il Giappone e la Cina faranno ingenti investimenti per ridurre drasticamente le proprie emissioni e, se vincerà Biden, gli Stati Uniti vareranno un Green Deal. La sostenibilità continuerà a essere un tema chiave dal punto di vista economico e finanziario nei prossimi anni.

Insomma i prossimi mesi saranno complicati, ma per molti investitori questa fase di volatilità rappresenta una chance per rivedere il proprio assetto strategico e posizionarsi sui temi che probabilmente risulteranno vincenti nel prossimo ciclo economico.