Il Regno Unito e l’UE raggiungono un tiepido accordo sulla Brexit

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La vigilia di Natale il primo ministro britannico Boris Johnson e il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno annunciato il raggiungimento di un accordo commerciale sulla Brexit (che verte in particolare sulle merci), a pochi giorni dalla scadenza fissata per il 31 dicembre. Ma, l’accordo non salverà probabilmente l’economia britannica dalle ripercussioni immediate causate dal Covid-19, tenendo però la porta aperta a ulteriori (indispensabili) trattative.

I mercati sono sembrati sollevati dal fatto che il no-deal sia stato evitato, ma le reazioni sugli asset britannici, compresa la sterlina, sono state piuttosto tiepide, segno della mancanza di entusiasmo da parte degli investitori per un accordo per lo più in linea con le aspettative.

L’accordo copre il delicato tema della pesca, con un taglio del 25% del valore del pesce catturato dalle imbarcazioni dell’UE, che sarà introdotto gradualmente nei prossimi cinque anni e mezzo (molto meno di quanto sperato dall’UE). L’allineamento normativo (il Level Playing Field) è stato affrontato, ma altre questioni sono rimaste irrisolte.

Il deal non riguarda l’accesso dei servizi finanziari al mercato UE, che sarà determinato separatamente, molto probabilmente mediante decisioni di equivalenza. Di conseguenza, a partire dal 1° gennaio 2021, le imprese di servizi finanziari britanniche perderanno i loro diritti di passaporto. Per quanto riguarda i servizi nel loro complesso, l’accordo non prevede il riconoscimento reciproco delle qualifiche che dovranno essere risolte dalle organizzazioni professionali, il che si rivelerà probabilmente difficile.

Gli scambi commerciali saranno esenti da dazi, ma sono apparse barriere materiali non tariffarie. Il Regno Unito si è assicurato il diritto all’autonomia normativa. Le aziende dovranno pagare due volte il costo normativo per la certificazione (UK e UE) per la conformità agli standard delle merci ed eventualmente produrre merci diverse per ogni mercato. Tuttavia, le imprese che possono beneficiare del nuovo regime commerciale dovranno affrontare meno controlli alla frontiera e alcune barriere tecniche per i prodotti a “basso rischio” potrebbero essere eliminate attraverso l’autodichiarazione.

Quale sarà l’impatto sull’economia del Regno Unito? Le barriere non tariffarie al commercio, in un momento in cui le restrizioni legate al Covid-19 hanno causato notevoli ritardi alle frontiere, potrebbero ridurre fino all’1% l’attività del Regno Unito. Nel complesso, il PIL reale del Regno Unito dovrebbe subire una contrazione dell’11% nel 2021 (opinione diffusa di Bloomberg).

L’accordo solleva l’incertezza e mantiene la porta aperta ad ulteriori – e necessarie – trattative. Tuttavia, la Brexit influenzerà probabilmente l’economia del Regno Unito, che è già stata colpita dalla pandemia.

In questa fase non raccomandiamo di aggiungere rischio e preferiamo mantenere una posizione neutrale sugli asset britannici a basso prezzo. Abbiamo chiuso la nostra posizione tattica lunga su GBP/USD pochi giorni prima dell’accordo. La nostra posizione su Gilt e Bund rimane neutrale, alla luce dei rischi a breve termine sull’attività accresciuta dalla pandemia e dalle relative restrizioni.