La pandemia non frena i desideri e fa volare lo shopping online

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Il 2021 si profila come il primo anno della ripresa “a forma di K”. La pandemia ha accentuato le tendenze precrisi, in particolare la digitalizzazione e la disruption tecnologica. Il braccio superiore della K non riguarda però solo l’informatica e internet. Le aziende dell’economia reale e i marchi affermati che non hanno perso il loro appeal durante la pandemia e non sono stati messi in crisi, rimangono una forte fonte di rendimento. Ci sono cose che semplicemente non cambiano, come l’attenzione alla bellezza e al fashion, la caccia ai prezzi bassi e alla consegna veloce, su cui le aziende possono costruire strategie di business a lungo termine.

Prendiamo ad esempio Inditex; Il colosso del fast fashion ha annunciato che spenderà quasi il 40% dei suoi investimenti fino al 2024 in infrastrutture digitali. Per la prima volta nei suoi 58 anni di storia, nel 2020 l’azienda ha ridotto la propria presenza di negozi fisici facendo leva esclusivamente sulla forza dell’offerta online per la crescita. Nel primo semestre del 2020 la crescita online di Inditex è stata pari al 74%, con un’accelerazione del 92% nel secondo trimestre del 2020 nonostante il minor numero di chiusure dei negozi. Ci aspettiamo che l’azienda aumenti le vendite dal 4 al 6% nel medio termine, affidando la crescita quasi esclusivamente all’online, rendendo Inditex un beneficiario netto della ripresa a forma di K grazie alla solidità della propria offerta online. Quest’ultima è alimentata da Inditex Open Platform, progettata nel 2018 e configurata nel cloud.

Anche L’Oréal si posiziona nel braccio superiore della K. L’azienda ha una concezione del digitale molto più pervasiva rispetto al solo e-commerce, pur presentando vendite online costantemente sopra la soglia del 25% dall’aprile 2020, il picco della pandemia. Gli investimenti nelle competenze digitali dei dipendenti, l’uso capillare dei media digitali e della tecnologia digitale, come l’applicazione di realtà aumentata Modiface, rafforzano i legami con il suo consumatore così come il marchio stesso. Per esempio, negli ultimi trimestri L’Oréal ha ospitato 1000 sessioni livestream di brand che hanno attirato in media 80 milioni di spettatori. L’azienda ritiene che il 50% dei suoi fattori di crescita siano legati al digitale. Questa è la potente combinazione tra un marchio affermato e l’attenzione alle opportunità digitali. Proprio come Inditex, L’Oréal è posizionata sul braccio superiore della K pur non essendo una piattaforma internet o un fornitore di servizi IT.

Anche Walmart, il più grande rivenditore al mondo, ha abbracciato il mondo dell’online. Nel 2020, l’aumento dell’e-commerce ha contribuito per 2/3 alla crescita organica del marchio e si attestato al di sopra del 75% durante tutto l’anno. Walmart ha continuato a investire in maniera organica e tramite acquisizione sia per stare al passo con il desiderio del consumatore di comprare online, sia per formarne le abitudini. Nel 2018 Walmart ha acquisito il 77% di Flipkart, la più grande società indiana di e-commerce, per 16 miliardi di dollari, e nel 2016 Jet.com, per migliorare la sua infrastruttura di fulfilment negli Stati Uniti, al prezzo di 3,3 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti un negozio Walmart è a 10 minuti di macchina per 9 cittadini su 10, il che ha sbloccato nel 2020 il commercio online per i generi alimentari, una categoria tradizionalmente offline. Affinché l’online diventi parte integrante del modello di business negli Stati Uniti, dovremmo assistere all’ampliamento dell’offerta di acquisto online, al crescere della presenza di rivenditori terzi e di spese pubblicitarie sul sito web di Walmart. Secondo noi l’azienda deve ancora percorrere l’ultimo miglio per arrivare al successo.

Midea, il più grande marchio cinese di elettrodomestici, ha digitalizzato tutte le sue unità di business e le operazioni. Il canale e-commerce è cresciuto fino a rappresentare il 30% delle sue vendite nazionali già nel 2019, grazie a una strategia orientata alla vendita diretta al consumatore a scapito del canale tradizionale. Nel primo trimestre del 2020, le vendite online hanno prodotto una forte crescita pari al 12% a/a nonostante il lockdown e la sua penetrazione online ha raggiunto il 46%. Midea crede che a lungo termine online e offline avranno lo stesso peso. Pertanto, nelle categorie dei piccoli elettrodomestici, Midea ha lanciato un marchio online e ha reso il sito la sede principale in cui lanciare nuovi prodotti e attrarre i consumatori più giovani. Inoltre, Midea ha riformato la sua attività all’estero per passare da un modello OEM a un modello self-branded. Le collaborazioni passate con i canali digitali d’oltremare hanno contribuito, durante il covid, a dare una forte spinta alle vendite, proprio quando le catene di fornitura dei mercati sviluppati sono crollate. Sul fronte operativo, Midea sta anche investendo molto nella digitalizzazione di tutta la sua attività, dalla catena di fornitura ai processi di produzione, allo sviluppo del prodotto e al branding. Crediamo che la strategia di digitalizzazione di Midea genererà un risultato migliore nell’espansione delle categorie e nella generazione di efficienza operativa, guidando la crescita degli utili e quindi i rendimenti.