M&A, la pandemia accelera i trend e dà il via a un 2021 dinamico

-

Il 2020 si è rivelato un anno volatile per l’M&A, con un arresto quasi totale dell’attività di dealmaking nei primi mesi di pandemia e un rimbalzo inaspettato nella seconda metà dell’anno, periodo durante il quale il valore dei deal è aumentato di oltre il 30%. Questo è quello che emerge dal nuovo Global M&A Report 2021 di Bain & Company, che evidenzia come la pandemia abbia anche accelerato alcuni trend in atto nel settore, tra cui digitalizzazione, una crescente localizzazione, attenzione ai criteri ESG e la domanda di nuove capabilities.

“Il 2021 si è avviato come un anno dinamico per l’M&A”, commenta Roberto Prioreschi, Managing Director di Bain & Company per Italia e Turchia.  “Molti professionisti del settore, nonostante l’incertezza delle prospettive economiche, si aspettano un incremento nell’attività di M&A nelle proprie industrie nel 2021 e ritengono che questa sarà un’area strategica che contribuirà in maniera significativa alla crescita del proprio business. Per competere in questo contesto sfidante, i professionisti dell’M&A devono ripensare strategia e roadmap, valutare nuove soluzioni come corporate venture capital, partnership e partecipazioni di minoranza, e digitalizzare ulteriormente i processi”.

Il nuovo report di Bain, che raccoglie i risultati di un sondaggio condotto su circa 300 professionisti del settore, evidenzia infatti come circa la metà degli intervistati ritiene che l’M&A peserà sulla crescita del proprio business per il 45% nei prossimi tre anni, rispetto al 30% circa attribuito a questo tipo di attività nei tre anni precedenti.

Le sorprese dell’M&A nel 2020 e le previsioni per il 2021

Oltre ad un inaspettato rimbalzo, il 2020 ha riservato delle sorprese ai professionisti dell’M&A: con la pandemia, era naturale supporre che le valutazioni dei deal si sarebbero indebolite, come era successo dopo la crisi finanziaria globale, quando i multipli erano scesi di circa il 30% in due anni. Ma, nell’imprevedibile anno 2020, è successo il contrario, con i multipli che sono cresciuti a livello globale, soprattutto in settori come la tecnologia, le telecomunicazioni, i media digitali e i prodotti farmaceutici.

“La crisi, tuttavia, ha anche esacerbato l’urgenza di disinvestire perché le aziende possano spostare le risorse scarse verso le opportunità migliori. Per questo motivo, ci aspettiamo un aumento delle cessioni nei prossimi 12 mesi, con i settori colpiti più duramente durante la pandemia, come la vendita al dettaglio, l’energia e l’ospitalità, che vedranno probabilmente il più alto livello di attività”, aggiunge Roberto Prioreschi.

Crescente digitalizzazione e localizzazione dei deal

Il 2020 ha mostrato un calo dell’M&A interregionale a favore di accordi locali o regionali, anche a causa delle tensioni commerciali USA-Cina. Il 60% degli intervistati da Bain ritiene che la localizzazione della catena di approvvigionamento sarà un fattore significativo nella valutazione degli accordi in futuro. Il numero di operazioni di società asiatiche che hanno interessato realtà europee e americane è sceso del 29% anno su anno nel 2020. La Cina ha indirizzato il 93% della propria spesa per M&A su aziende nazionali nel 2020.

Inoltre, nel 2020, il settore ha vissuto una rapida digitalizzazione, anche sul fronte delle due diligence e i criteri ESG hanno assunto un ruolo di rilievo tra i criteri di M&A, richiedendo l’estensione dello screening dei target, lo sviluppo di nuove capacità di due diligence, così come l’uso di nuove fonti di dati.

La necessità di nuove capabilities guida l’incremento dei deal di scopo

Già negli anni scorsi, Bain aveva intercettato un incremento del numero di accordi di scopo (i cosiddetti scope deal), dettato dalla necessità delle aziende di acquisire nuove capacità (es. di fare delivery) per competere sui mercati. Il trend è proseguito nel 2020, con un’ulteriore crescita dei volumi di questa tipologia di deal, che ha rappresentato, nel 2020, oltre la metà di tutte le operazioni dal valore superiore a 1 miliardo di dollari (rispetto al 41% del 2015). I settori della tecnologia, dei prodotti di consumo e dell’assistenza sanitaria hanno registrato il numero più elevato di accordi di scopo. Anche l’M&A di scala (i cosiddetti scale deal) continua ad essere rilevante, soprattutto nei settori che stanno vedendo la pandemia accelerare l’interruzione dei propri modelli di business. I media tradizionali e le vendite al dettaglio dovranno sperimentare un consolidamento, se vorranno competere in un mondo sempre più digitale. Nel settore bancario e delle telecomunicazioni, il consolidamento è incoraggiato anche dal supporto dei regolatori

Prospettive per il 2021, settore per settore

  • Prodotti di consumo: Il calo nel valore delle operazioni in questo settore era un trend già in atto negli ultimi tre/cinque anni. Secondo il report, tuttavia, il settore potrebbe essere pronto per una ripresa delle attività di M&A, con il 45% degli esperti intervistati da Bain che si aspetta un aumento degli accordi nei prossimi 12 mesi. Infine, la novità più significativa per il comparto sarà il mix di tipologia di deal.
  • Retail: La pandemia ha accelerato il passaggio all’e-commerce, dando ancor più rilevanza alle operazioni in questo settore. Gli esperti del retail intervistati da Bain si aspettano che l’M&A contribuisca per quasi il 60% alla crescita top-line nei prossimi tre anni, rispetto a circa il 35% degli ultimi tre. L’attività si intensificherà sia per gli accordi di scala che di portata e questo trend sarà particolarmente significativo nell’industria agroalimentare.
  • Tecnologia: Nella seconda metà del 2020, le fusioni e acquisizioni tecnologiche hanno registrato un’attività record in termini di volumi e valore. L’attività di M&A di questo comparto è stata caratterizzata da accordi di scopo orientati alla crescita e all’aumento delle capabilities, che hanno rappresentato l’81% degli accordi del settore nell’anno appena conclusosi. La novità più significativa è il crescente interesse per il settore da parte degli investitori non tecnologici, che ora rappresentano quasi tre quarti delle operazioni che avvengono in questa industria.
  • Media: Bain & Company si aspetta, nei prossimi due o tre anni, un significativo fermento per il settore in termini di nuovi accordi. La maggior parte di essi sarà legato alle piattaforme di video streaming, tuttavia il nuovo report di Bain sottolinea che ci saranno solo pochi vincitori una volta che tornerà la calma dopo il momento di fermento.
  • Telecomunicazioni: Dopo un forte calo nel 2019, lo scorso anno il valore dei deal nel settore tlc è cresciuto di circa il 50%. L’industria ha anche assistito a un cambiamento nella tipologia di accordi. Nonostante i timori che un ulteriore consolidamento dell’industria sarebbe stato rallentato dalle autorità di regolamentazione, l’M&A di scala è rimbalzato. Anche l’M&A nel settore delle infrastrutture ha continuato a crescere in modo significativo.
  • Banche: il settore bancario è pronto per una ripresa dell’attività di M&A. Le valutazioni stanno scendendo, con un price-to-book value medio in calo del 35% a livello globale nel 2020. Anche dopo un graduale consolidamento, il settore bancario rimane frammentato in tutti i mercati principali, con le prime cinque banche che rappresentano solo il 30% dei depositi totali negli Stati Uniti, il 40% nel Regno Unito e il 38% in Cina. A differenza di molti altri settori, i regolatori – tra cui, ad esempio, la BCE – stanno creando condizioni che favoriscono il consolidamento. Inoltre, nonostante gli interventi dei governi, l’impatto economico del Covid-19 ha fatto sì che le banche che hanno affrontato la pandemia in una posizione più debole rispetto ai loro competitor si indebolissero ulteriormente, allargando la frattura tra le banche meno sane e quelle che sono rimaste relativamente robuste, nonostante le perdite e i coefficienti più bassi. Questa frattura creerà opportunità per gli operatori più forti per comprare, e per i player più deboli per esaminare i propri portafogli e valutare i potenziali asset da cedere.
  • Assicurazioni: Negli ultimi cinque anni, la cessione di attività non core ha rappresentato circa il 70% delle operazioni assicurative valutate più di 1 miliardo di dollari. Gli acquirenti stanno approfittando di queste cessioni per rafforzare la loro posizione sul mercato e approcciare nuove aree. Dato il grado di incertezza, molte compagnie hanno scelto di accedere a nuove capacità attraverso investimenti e partnership. Bain prevede, per il 2021, un rimbalzo di investimenti tecnologici privati da parte delle compagnie storiche, anche in considerazione del continuo entusiasmo del mercato per le insurtech.