La resistenza dei mercati emergenti all’aumento dei tassi d’interesse

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I mercati emergenti sono stati messi sotto pressione dall’aumento dei tassi d’interesse statunitensi, ma la lista dei fattori che hanno reso il mercato così rialzista all’inizio dell’anno non è cambiata, anzi, le ragioni sono ancora più forti. Lo slancio economico globale rimane solido. Le politiche sono ancora eccezionalmente favorevoli, e l’ultimo pacchetto fiscale degli Stati Uniti è più grande del previsto. La reflazione è positiva per i mercati emergenti, in particolare per i produttori di materie prime. L’importanza dei vaccini è maggiore e diversa per il debito emergente rispetto ai paesi sviluppati: maggiore perché i paesi emergenti non hanno le stesse risorse per sostenere le economie durante una pandemia; e diversa perché l’accesso ai vaccini arriverà più tardi che nei mercati sviluppati. Tutti questi fattori indicano una forte crescita per le economie emergenti nel 2021, 2022 e oltre.

In passato i mercati emergenti erano molto più vulnerabili agli stress esterni di quanto lo siano ora, ma i tempi sono cambiati. Nel complesso, i mercati emergenti mostrano molta più responsabilità fiscale rispetto al passato: i saldi delle partite correnti e le riserve in valuta sono solidi. I paesi emergenti hanno imparato dal passato e hanno ridotto l’esposizione all’aumento dei rendimenti USA e delle valute esterne. Rispetto ai mercati sviluppati, i mercati emergenti sono molto più resistenti all’aumento dei tassi di interesse di quanto molti suppongano.