Nel primo semestre il rimbalzo sarà meccanico

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Tra gli imminenti stimoli fiscali e l’accelerazione nella distribuzione dei vaccini anti-COVID-19, le varianti del coronavirus possono aver rallentato – ma certamente non fatto arrestare – l’economia globale, che continua la sua ripresa.  A febbraio i mercati finanziari si sono quindi avviati a una “fase di normalizzazione”. In questo contesto, nel comparto obbligazionario i tassi di interesse, sia reali che nominali, dovrebbero continuare a salire. Sul versante azionario, invece, la transizione ha scatenato una certa volatilità e una rotazione verso i settori value e ciclici.

I dati economici mostrano ancora un divario tra gli indici del settore dei servizi e quello manifatturiero ma, con la riapertura delle economie e la ripresa delle attività, tale divario sarà colmato. Inoltre, restando a casa le famiglie hanno accumulato risparmi, il che sosterrà il rimbalzo della spesa sensibile al COVID-19. Il reflation trade potrebbe quindi passare alla fase successiva con la riapertura dell’economia.

Con la ripresa del comparto dei servizi a livello globale, è probabile un ulteriore rialzo dei rendimenti delle obbligazioni a lungo termine. In tal caso, i temi d’investimento value e ciclici sovraperformeranno i titoli growth e difensivi e, al contempo, i titoli correlati ai settori esposti alle riaperture sovraperformeranno quelli che hanno beneficiato della stay at home economy.

Dato l’aumento dei rendimenti e l’irrigidimento della curva, cresce anche l’incertezza sulle politiche monetarie. Quando e come le banche centrali daranno il via al lento e graduale processo di normalizzazione, ossia a una stretta? Per ora, il contesto è compatibile con rialzi azionari, a patto che la crescita degli utili acceleri.

Nel primo semestre dell’anno il rimbalzo sarà meccanico. Dopo il brusco stop decretato dal coronavirus in tutto il mondo, le misure di lockdown hanno avuto successo nel tutelare la salute, ma hanno messo in ginocchio interi settori come l’energia e i consumi, nonché aree geografiche come l’America Latina. Con l’avanzamento della campagna vaccinale, nonostante alcune difficoltà, la crescita aumenterà, se non altro per il fatto che le misure di lockdown vengono gradualmente alleggerite.

Dopo questo rimbalzo meccanico, però, sarà cruciale l’intervento delle Banche Centrali volto ad accompagnare le economie verso un contesto più sano “guidato dalla crescita” attraverso vari strumenti, compreso il mantenimento del controllo dell’aumento dei tassi di interesse. In futuro, la frase “Non c’è alternativa” – che era usata per evidenziare la mancanza di opzioni oltre l’azionario – perché i tassi erano estremamente bassi – scomparirà man mano che alcune asset class, come i titoli di Stato dei Paesi sviluppati, torneranno a essere più attraenti.

Naturalmente, permangono alcuni rischi, associati alla pandemia. La lotta al virus proseguirà con la campagna vaccinale finché non verrà raggiunta l’immunità di gregge, obiettivo difficile da realizzare nel breve termine a causa della comparsa di nuove varianti. Una ripresa dei contagi nel 4° trimestre 2021 è sicuramente possibile. Altro rischio è rappresentato dall’aumento incontrollato dei rendimenti obbligazionari, con incrementi dei tassi reali e aumento delle aspettative d’inflazione, che potrebbe essere innescato potenzialmente da uno shock della domanda e dal surriscaldamento della crescita. Nell’elenco dei rischi compaiono (nuovamente) le tensioni geopolitiche. Non si possono escludere, infatti, nuove tensioni tra Cina e Stati Uniti, anche se l’amministrazione Biden sta gestendo le relazioni diplomatiche in modo più consensuale. Ultimo, ma non per importanza, il coronavirus ha allargato il divario tra “vincitori” e “vinti” della crisi sanitaria e molti Paesi chiave vedranno anche un ritorno alle urne nei prossimi 24 mesi.