Lo stimolo del Recovery Fund potrebbe in larga parte essere posticipato al 2022

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Uno strumento politico chiave per supportare la ripresa post Covid-19 è il Recovery and Resilience Facility (RRF). Metterà a disposizione 672,5 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni per sostenere le riforme e gli investimenti intrapresi dagli Stati membri. A seguito della presentazione dei piani nazionali (programmata per la fine di aprile), l’erogazione di capitali inizierà nel terzo trimestre. Ma c’è il rischio che i pagamenti nell’ambito del RRF vengano ritardati.

In primo luogo, tutti gli Stati membri devono ratificare la decisione sulle risorse proprie che la Commissione dovrà raccogliere a livello comunitario prima che i fondi possano essere raccolti, ed attualmente solo 13 dei 27 Stati membri lo hanno fatto. Inoltre, a causa di un ricorso d’urgenza, la Corte Costituzionale tedesca ha bloccato il processo di ratifica in Germania e ci sono rischi politici anche in altri paesi (come Paesi Bassi, Ungheria, Polonia). In secondo luogo, nessuno dei piani d’azione nazionali richiesti è stato ancora pubblicato ed è probabile che alcuni mancheranno la scadenza del 30 aprile. Tutto sommato, ci aspettiamo ancora che l’RRF diventi operativo, essendo nell’interesse di tutti gli Stati membri. Ma l’eventuale rinvio verso la fine dell’anno implicherebbe anche un certo ritardo nel sostegno politico dal 2021 al 2022.