ll dollaro si rafforza mentre i mercati spostano l’attenzione sulle banche centrali

-

Il dollaro statunitense ha chiuso la settimana rafforzandosi contro tutte le valute del G10, tranne il dollaro neozelandese. Questa valuta ha beneficiato della sua banca centrale, la RBNZ, che è pronta ad unirsi alla Norges Bank come prima banca centrale ad alzare i tassi. Questo evento è molto importante perchè ci suggerisce che nel medio termine i mercati valutari saranno sempre più guidati dalle aspettative e dalle tempistiche che le banche centrali avranno nell’uscire dalla loro politica monetaria accomodante. Il real brasiliano è stata la migliore tra le valute dei mercati emergenti, rimbalzando dal suo recente minimo grazie al miglioramento delle previsioni di crescita economica da parte del governo.

I mercati obbligazionari statunitensi sono riusciti a superare lo shock del rapporto sull’inflazione statunitense di giugno. Riteniamo tuttavia che le crescenti pressioni inflazionistiche e la risposta delle banche centrali a questo problema saranno i temi su cui si focalizzerà il mercato nei prossimi mesi. La riunione di luglio della BCE prevista per giovedì assume una rilevanza particolare anche perché è la prima riunione dopo la revisione del target di inflazione. Venerdì potrebbe essere un’altra giornata volatile, visto che verranno rilasciati gli indici PMI per Eurozona, Stati Uniti e Regno Unito.

EUR

La produzione industriale di maggio nell’Eurozona è stata più debole del previsto, ma i mercati hanno trascurato completamente questa notizia. La presidente della BCE Lagarde ha acceso l’interesse per la riunione della BCE di luglio prevista per questa settimana suggerendo che la revisione del target annunciata all’inizio del mese sarà discussa a lungo. Le aspettative di mercato sono per una comunicazione molto accomodante, in linea con il nuovo obiettivo simmetrico per l’inflazione, anche se riteniamo che le pressioni inflazionistiche in aumento (sebbene in ritardo nell’Eurozona) saranno un crescente ostacolo per i membri più dovish della BCE, con implicazioni positive per l’euro nel medio termine.

USD

I Treasury statunitensi hanno guadagnato in maniera sorprendente nonostante l’ennesimo shock inflazionistico. L’inflazione è aumentata al 5.4% su base annua e l’indice core, meno volatile, è salito ancora fino al 4.5%. Quest’ultimo ha raggiunto un tasso annualizzato del 10.6% negli ultimi tre mesi. Per ora i mercati sono indecisi se punire o premiare il dollaro per questa combinazione di bassi rendimenti e alta inflazione, mentre noi continuiamo a pensare che nel medio termine il dollaro si indebolirà.

GBP

Il rapporto sull’inflazione britannica di giugno ha fornito un’altra significativa sorpresa al rialzo, mentre gli investitori provano a rimanere al passo con la realtà nelle loro previsioni economiche. A nostro avviso, la questione principale è ora la velocità con cui i membri del comitato di politica monetaria inizieranno a manifestare opinioni hawkish in risposta a queste pressioni inflazionistiche globali. Due membri del MPC si sono già espressi in questo senso settimana scorsa, convalidando la nostra opinione secondo cui la Banca d’Inghilterra potrebbe essere una delle prime grandi banche centrali ad alzare i tassi, per cui ci manteniamo rialzisti sulla sterlina.