Yuan Cinese (CNY) nuovo candidato per il club delle G10?

-

Lo yuan cinese (CNY) è stato una delle valute dei mercati emergenti più resilienti al mondo dall’inizio della pandemia COVID-19 nel primo trimestre del 2020, al punto che non è esagerato considerarlo come nuovo candidato per il “club delle G10”.

Il 2020 ha visto un forte apprezzamento dello yuan, che ha guadagnato più del 6% contro il dollaro statunitense. Alla fine di maggio di quest’anno USD/CNY è sceso sotto 6.40, livello più basso da metà 2018. Da allora, il cambio è tornato verso il livello di 6.50, a cui scambiava all’inizio dell’anno, a causa sia di un sentiment di mercato più debole sia della forza del dollaro.

Riteniamo che gran parte della sovraperformance dello yuan nel 2020 sia da attribuire alla capacità delle autorità cinesi di controllare la diffusione del COVID-19, cosa che continua a verificarsi, visto che la media mobile a 7 giorni dei nuovi casi che è rimasta molto bassa negli ultimi mesi. In percentuale sulla popolazione, la Cina ha registrato solo 64 casi per milione di persone, molto meno rispetto a quasi tutti gli altri paesi del mondo.

Questi numeri sono sorprendenti se comparati a quelli degli Stati Uniti (104,000 per milione), del Regno Unito (75,500 per milione), e della Germania (44,500 per milione), ma anche rispetto ad un paese altamente popolato come l’India (22,000 per milione).

La campagna di vaccinazione in Cina, inizialmente lenta, ha accelerato alla fine del primo trimestre e ha raggiunto un ritmo impressionante di più di 1 dose ogni 100 persone al giorno nel mese di maggio. Ad oggi, sono state distribuite 97 dosi ogni 100 abitanti. Rimangono tuttavia dubbi riguardo il grado di protezione fornito dal vaccino, in particolare contro le nuove varianti. I dati sull’efficacia in alcuni paesi che usano i vaccini prodotti in Cina (principalmente Sinovac e Sinopharm) indicano che sono efficaci nel prevenire l’ospedalizzazione, ma potrebbero fornire una protezione limitata dall’infezione, in particolare contro la variante Delta. Finora, comunque, la situazione sul fronte COVID-19 in Cina sembra sotto controllo, in particolare rispetto a molti altri paesi asiatici che hanno sperimentato una forte ripresa del virus nelle ultime settimane.

Nonostante la Cina sia storicamente intervenuta nel mercato valutario, sembra che i movimenti a cui abbiamo assistito dall’inizio della crisi abbiano riflesso solamente il sentiment di mercato. Lo sforzo della PBoC nel controllare la valuta e garantire una variazione giornaliera non più ampia del 2% nel tasso di cambio rende il CNY una delle valute emergenti meno volatili. La PBoC si è infatti impegnata a mantenere la valuta stabile rispetto all’indice CFETS RMB dall’inizio del 2018. Questo paniere di valute è stato periodicamente modificato per riflettere i cambiamenti nelle relazioni commerciali internazionali della Cina. La modifica più recente nel paniere è stata la diminuzione della quota del dollaro statunitense (dal 26.4% nel 2015 al 18.8% nel 2021). Il secondo maggior peso è assegnato all’euro (18.15%), con i restanti due terzi composti da altre ventidue valute. Questo indice è salito di oltre il 7% dall’inizio del 2020, un movimento maggiore di quello osservato nei principali indici dei mercati emergenti.

Uno dei principali fattori che hanno guidato la forza dello yuan nel 2020 è stata la divergenza nella performance economica tra la Cina e quasi tutti gli altri paesi del mondo. Nonostante l’economia cinese abbia subito la sua peggiore performance dal 1976 con una crescita del 2,3% nel 2020, risultato comunque migliore del previsto, la Cina è stata una delle uniche grandi nazioni a registrare una crescita. La capacità delle autorità cinesi di limitare l’aumento dei casi e di applicare restrizioni più localizzate si sono dimostrate molto efficaci per l’economia del paese.

L’economia cinese ha continuato a performare piuttosto bene anche negli ultimi mesi. Il PIL è cresciuto dello 0,6% trimestre su trimestre nel primo trimestre del 2021 e più del doppio nel secondo (1,3%). Le vendite al dettaglio sono rimaste in territorio positivo da agosto arrivando fino al 12,1% in giugno. La produzione industriale è stata per lo più solida negli ultimi due mesi e i PMI dell’attività commerciale sono rimasti al di sopra del livello di 50 che denota espansione, anche se di recente sono diminuiti, soprattutto quelli dei servizi.

Per tutto il corso della pandemia l’economia cinese è stata sostenuta da una politica monetaria accomodante e da una politica fiscale espansiva. Nel meeting più recente, la People’s Bank of China ha annunciato il taglio del coefficiente di riserva obbligatoria per le banche di 50 punti base a partire dal 15 luglio. I mercati hanno interpretato questa mossa come un segno che la situazione economica cinese potrebbe non essere così favorevole e potrebbe richiedere ulteriori misure a sostegno della crescita.

Continuiamo a mantenere una visione positiva sullo yuan. I fondamentali del paese sono solidi e pensiamo che il sentiment positivo verso le valute emergenti e la debolezza del dollaro statunitense dovrebbero fornire supporto allo yuan. Inoltre, stiamo assistendo a un cambiamento significativo tra gli investitori che iniziano a considerare lo yuan come una valuta principale, non più emergente. Stiamo assistendo a una progressiva internazionalizzazione dello yuan che rappresenta una quota crescente del commercio mondiale e delle riserve in valuta estera ed è sempre più utilizzato per la fatturazione e i pagamenti. I pagamenti in valuta locale sono ancora molto poco utilizzati rispetto a quello che è il peso della Cina nel commercio globale, suggerendo un margine di crescita e un’ulteriore domanda per la valuta ciense.

Pensiamo che lo yuan potrà registrare un limitato apprezzamento sia nel 2021 che nel 2022. Man mano che l’economia globale si riprenderà e le campagne di vaccinazione continueranno, la maggior parte dei vantaggi che lo yuan ha rispetto alle altre valute verranno probabilmente erosi, mentre il rischio di una crescita più lenta e la possibilità di un ulteriore allentamento della politica monetaria forniscono qualche elemento di rischio per la valuta. Anche le relazioni internazionali della Cina rimangono in primo piano, con il panorama politico che è diventato sempre più complesso negli ultimi mesi.

MARKET TALK VALUTE:
Ebury mantiene visione positiva su yuan