Mercati: la ricetta di Fidelity per la seconda metà del 2021

-

I mercati globali si stanno avvicinando al giro di boa del primo semestre sostenuti da un mix di elementi di supporto che ci stanno accompagnando di fatto da un’economia di lockdown verso un contesto ormai di post lockdown a tutti gli effetti. Con una combinazione di differenti aspetti che ci aiutano ad intercettare nuove opportunità d’investimento nel breve e medio periodo.

La riflessione è duplice: da un lato la pandemia ha fatto emergere nel contesto internazionale degli elementi di novità – ad esempio un rinnovato interventismo da parte degli Stati, un forte coordinamento della politica monetaria e fiscale insieme ad una decisa battuta d’arresto sul cammino della globalizzazione. Ma dall’altro la pandemia non ha fatto nient’altro che contribuire ad accelerare alcuni trend trasversali che erano già presenti, semmai solo a livello embrionale o comunque meno evidente, nel contesto pre-pandemico. Tra questi la crescente leadership dell’Asia, il ruolo sempre più pervasivo della tecnologia ed una sempre maggiore attenzione verso i temi della sostenibilità; tutti temi questi in grado di influenzare le nostre scelte di composizione di portafoglio guardando alla seconda metà del 2021.

L’attuale contesto porterà al centro delle priorità degli investitori il tema della cosiddetta search for yield, vale a dire la ricerca di rendimento. Tutto ciò con l’obiettivo di assicurare la massima stabilità di portafoglio possibile all’interno di un ambiente economico globale che sarà connotato da cicli economici sempre più brevi e caratterizzati da una maggior volatilità. Seguendo del resto quella che è una nostra caratteristica di fondo nella costruzione dei portafogli, vale a dire il giusto mix tra crescita, stabilità e reddito. Ciò significa, dal punto di vista delle scelte di allocazione settoriale, una consapevolezza da parte nostra che i rendimenti delle principali attività finanziarie, soprattutto quelle caratterizzate da una dose di rischio inferiore, resteranno più contenuti su base storica.

Cina e tematici: le preferenze degli investitori italiani

Partiamo da un dato: in Europa nel corso del primo semestre dell’anno i fondi azionari tematici hanno rappresentato circa un terzo dei flussi complessivi. Questo per la loro predisposizione naturale ad ampliare l’orizzonte temporale dell’investimento focalizzandosi su trend per loro stessa natura secolari o comunque di lungo periodo, con un’impostazione in grado di ridurre i rischi propri di una scelta emotiva presa semmai in un contesto pandemico. Senza tuttavia tralasciare quello che per noi è un imperativo, vale a dire la valutazione della correlazione tra i differenti temi che deve andare di pari passo con la valutazione dei rischi. Altro tema che per noi da anni ricopre la massima rilevanza è quello che ruota intorno alla Cina. Con uno sguardo tuttavia che va ad ampliarsi verso l’intera regione asiatica – guardiamo infatti con interesse nei prossimi mesi alle opportunità d’investimento legate ai Paesi Asean come Filippine, Indonesia, Singapore.

Dal punto di vista di asset class, se nella prima parte dell’anno, ci siamo orientati con maggior interesse alla crescita di lungo periodo – e quindi ai mercati azionari – riteniamo che dopo l’estate sarà il reddito il tema dominante. Una formula interessante per entrare sul mercato in modo graduale? E’ quella del PAC. In effetti, dal nostro punto di vista, i piani di accumulo rappresentano ormai uno strumento perfetto di pianificazione finanziaria e di investimento per obiettivi.