Mercati turbolenti, ma i vaccini stanno facendo il loro lavoro

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I rendimenti dei titoli di stato hanno continuato a scendere rapidamente all’inizio della settimana, come conseguenza delle preoccupazioni che un’ondata crescente di casi Covid possa deprimere le prospettive di crescita nei prossimi mesi.La variante Delta è stata la causa di un forte aumento dei casi a livello globale e ha visto l’imposizione di nuove restrizioni in diversi paesi.

Tuttavia, è stato interessante osservare il quadro della situazione nel Regno Unito, che è stato uno dei primi paesi ad essere colpito dall’ “ondata Delta”. In questo caso, l’alto tasso di vaccinazione ha permesso di contenere i casi più gravi e il tasso di mortalità. Di conseguenza, le autorità britanniche hanno continuato ad allentare le restrizioni sulle attività economiche e adesso sembra che il tasso delle infezioni possa raggiungere e superare un nuovo picco.

Se questa tendenza potrà essere confermata nelle prossime settimane, si potrebbe verificare un rinnovato ottimismo nel fatto che i vaccini svolgano il loro compito. Questo a sua volta potrebbe alimentare la speranza di un fenomeno reflazionistico – almeno in paesi con un elevato tasso di vaccinazione. I paesi che sono rimasti indietro sul programma vaccinale difficilmente potranno permettersi di essere troppo compiacenti.

È stato interessante osservare il caso dell’Australia che si è avviata verso il lockdown per i prossimi mesi, mentre allo stesso tempo si rende conto dei difetti nel cercare di mantenere una rigida politica Covid-zero, piuttosto che dare priorità al programma vaccinale.

USA

Negli Stati Uniti, ci sono stati relativamente pochi dati economici durante la scorsa settimana. Le preoccupazioni riguardanti la crescita hanno visto una propensione verso gli asset di qualità, anche se questa si è rivelata di breve durata. Le trimestrali solide hanno spinto gli indici vicino ai massimi e sembra che il sentiment degli investitori rimanga ampiamente costruttivo. A Washington, le reazioni all’interno del Congresso sono sembrate inasprirsi, con gli sforzi verso una legge bipartisan sulle infrastrutture che sembra essersi arenata. Tuttavia, crediamo che i democratici possano finire per far passare più misure attraverso un processo di riconciliazione sul bilancio, sull’approvazione del quale sarà sufficiente una maggioranza semplice al Senato.

Di conseguenza, le prospettive di ulteriori stimoli fiscali restano invariate. Nel frattempo, le fragorose discussioni riguardo al limite massimo per il debito possono catturare l’attenzione dei media, ma dubitiamo che avranno un impatto importante o duraturo.

Europa

Il meeting della BCE ha rappresentato l’highlight della settimana per l’Europa. In seguito alla policy review, la BCE ha ora un target di inflazione del 2% su base simmetrica, con un framework più da ‘colomba’ per le prossime decisioni di politica monetaria. In questo contesto, per raggiungere il target di inflazione potrebbero essere necessari ulteriori stimoli monetari, attraverso l’acquisto di asset nel contesto del programma APP.

Al tempo stesso, quando la pandemia sarà finita, gli acquisti relativi al PEPP saranno ridotti, anche se il risultato netto potrebbe essere che l’ammontare aggregato degli acquisti di bond  rimarrà vicino ai livelli attuali per un certo periodo, almeno finché l’output gap si sarà chiuso e il rischio di un futuro calo dell’inflazione si sarà ridotto.

Questo approccio resta ampiamente di supporto per i Bund e per gli spread dell’Eurozona.

Regno Unito

Al contrario, se il Regno Unito si rivelerà essere la prima tra le principali economie a liberarsi della variante Delta, la politica monetaria potrebbe diventare restrittiva prima qui che in Europa. Anche se il Paese continua ad essere molto in ritardo rispetto agli USA in termini di ripresa, il sentiment ha spazio per rafforzarsi, se le preoccupazioni relative al virus saranno superate.

Traiettorie incerte

Spostandoci altrove, continuiamo a sottolineare la disparità tra Paesi ricchi e poveri, dove il tasso di vaccinazione è molto più basso. In una situazione simile sembra probabile che le autorità dovranno essere restrittive nel tentativo di limitare la diffusione del virus e mitigare il rischio di una crisi del sistema sanitario.

Nel frattempo, con i Paesi ricchi che probabilmente inizieranno a somministrare i richiami nei prossimi mesi, non è chiaro se i vaccini saranno disponibili per tutti i Paesi tanto rapidamente quanto sperato.

Questo contesto continua a suggerire trend divergenti in diversi Paesi, che dovrebbero far emergere opportunità sia tra mercati che tra valute.

Con i Treasury che hanno recuperato gran parte delle perdite di inizio 2021, c’è la sensazione che stiamo tornando alla situazione di gennaio. Gli USA invece si trovano in un punto in cui le vaccinazioni iniziano ad avere successo, l’economia ha riaperto, il Pil ha superato i livelli del 2019 e l’inflazione è sui massimi degli ultimi 30 anni.

In questo contesto è stato difficile mantenere una posizione ‘da orso’ sui tassi USA, ma ci sono pochi motivi per adottare una view macroeconomica più cauta su gran parte dei mercati sviluppati. Il meeting della Fed di settimana prossima sarà monitorato con attenzione, data la volatilità innescata sulla scia del FOMC di giugno. Dopo i recenti commenti degli speaker della Fed, sembra probabile che Powell vorrà ribadire il messaggio che i cambiamenti sui fronti delle politiche restano molto distanti.

Tuttavia, sembra che la retorica della Fed si stia preoccupando in maniera crescente per la questione inflazione. Parlando con le autorità USA, c’è stata anche parecchia confusione sulla traiettoria dei rendimenti dei Treasury nelle ultime settimane, che sembra risultare controintuitiva agli occhi di molti.

Nonostante ciò, una revisione più sostanziale dell’approccio della Fed dipenderà da dati più solidi sul mercato del lavoro, e in questo senso i due prossimi report sui Payroll dovrebbero fungere da guida per la Banca Centrale, all’avvicinarsi del meeting di settembre.

Credito e Forex

Intanto gli spread creditizi hanno replicato i movimenti delle azioni e di altri asset rischiosi, pur rimanendo piuttosto stabili. Sul forex, il dollaro è riuscito a rimanere stabile contro l’euro. I timori legati al Covid hanno messo sotto pressione il dollaro australiano, mentre la generale corsa verso la qualità ha impattato sulle divise emergenti.

Guardando avanti

Sembra che ci troviamo in un contesto agitato, dove risulta difficile prevedere la direzione complessiva di giorno in giorno e di settimana in settimana. Tuttavia, pare che più avanti sarà più facile intuire la direzione di economia globale, politiche e mercati.

Per ora però, stiamo navigando acque agitate. Restiamo convinti che se riusciremo a passare la cresta dell’ondata di timori legati alla variante Delta, si apriranno prospettive per una navigazione più tranquilla nelle prossime settimane.

Le turbolenze di breve termine possono provocare il mal di mare, ma per coloro che hanno già vissuto la stessa esperienza tante volte, la sensazione è che ciò a cui stiamo assistendo non sia poi così fuori dall’ordinario, anche se questi restano tempi eccezionali.