I toni hawkish della Fed e le preoccupazioni per il Covid fanno salire il dollaro

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Le preoccupazioni sull’impatto delle continue restrizioni COVID in tutto il mondo hanno favorito il dollaro la scorsa settimana. Il biglietto verde ha beneficiato della convinzione diffusa che le restrizioni avranno un impatto meno serio negli Stati Uniti rispetto che in altri paesi. Inoltre il dollaro è stato supportato dai toni restrittivi nei verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve, che ha suggerito che potrebbe dare via al tapering prima della fine dell’anno. Le quotazioni delle materie prime e le valute a loro legate, come il dollaro australiano e neozelandese, sono stati le grandi sconfitte della scorsa settimana.

L’attenzione del mercato si sposterà ora sulla riunione annuale dei banchieri centrali di Jackson Hole, che inizierà giovedì, nonché su una serie di dati economici europei e statunitensi. Per quanto riguarda il primo, ci aspettiamo che qualsiasi comunicazione della Fed sul tapering confermi che possa iniziare a fine 2021, mentre sul fronte dei dati i PMI dell’Eurozona di agosto di lunedi e l’inflazione PCE dagli Stati Uniti di giovedì saranno i più importanti.

GBP

L’inflazione di luglio è uscita notevolmente al di sotto delle aspettative, un altro segno che ci saranno divari significativi tra l’inflazione delle varie aree economiche. La notizia darà argomenti ai membri più dovish della Banca d’Inghilterra, quindi la sterlina ha reagito scendendo sia contro dollaro che contro euro. I dati più attesi della settimana erano gli indici PMI dell’attività economica in uscita oggi. il recupero della sterlina è stato contenuto perchè i mercati già si aspettavano un altro numero forte, coerente con una rapida ripresa economica nel Regno Unito.

EUR

Come nel Regno Unito non ci si aspettavano grandi sorprese dagli indici PMI dell’Eurozona. Più importante sarà la pubblicazione del verbale della riunione di luglio della BCE. Qualsiasi accenno a manovre restrittive in reazione al miglioramento delle prospettive economiche e all’aumento dell’inflazione potrebbe dare impulso all’euro, che, essendo relativamente basso, potrebbe anche beneficiare di un posizionamento dei trader a suo favore.

USD

I toni dei verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve sono stati più restrittivi di quanto i mercati si aspettassero e sembra probabile che la Fed inizi a ridurre il suo programma di quantitative easing prima della fine dell’anno. In effetti, ci aspettiamo che l’inizio del tapering possa essere annunciato già a settembre e qualche accenno in tal senso potrebbe emergere dal meeting di Jackson Hole di questa settimana. Di conseguenza, abbiamo rivisto al rialzo le nostre previsioni a breve e medio termine per il dollaro USA. Dei forti dati sull’inflazione PCE (questa settimana) e sui salari (la prossima) potrebbero rafforzare questa visione. La vera domanda è se questo sarà sufficiente a sostenere ancora il dollaro USA, dato l’ampio differenziale di inflazione che si sta sviluppando tra gli Stati Uniti e i restanti paesi sviluppati.”