IncludiMi, l’innovativo progetto per garantire identità finanziaria agli “invisibili”

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Il progetto IncludiMi è promosso da Experian in collaborazione con due associazioni non profit – Associazione Microfinanza e Sviluppo ONLUS (di seguito AMS) e Associazione MicroLab – entrambe con una vasta esperienza nella gestione di progetti di educazione sociale per l’inclusione finanziaria.

Scopo dell’iniziativa, parte del programma United for Financial Health di Experian, è quello di consentire l’inclusione finanziaria di fasce vulnerabili come NEET, caregiver stranieri e donne vittime di violenza, attraverso:

  • Una nuova modalità di raccolta e analisi di dati che, una volta analizzati, potranno contribuire  alla determinazione del merito creditizio di fasce di popolazione vulnerabile;
  • Il rafforzamento delle competenze della popolazione coinvolta sui temi dell’educazione finanziaria;
  • Un accompagnamento (mentoring) dedicato alle persone che intendano migliorare le proprie condizioni di accesso al credito in modo sostenibile con l’obiettivo di essere economicamente indipendenti.

Componente chiave del percorso è lo sviluppo di una piattaforma digitale (l’IncludiMi App). L’app, supportata da un’ampia campagna di sensibilizzazione e da un programma di educazione finanziaria, consentirà alle persone “invisibili” e “senza conto corrente” di ottenere una valutazione del proprio merito creditizio e di stimare la propria salute finanziaria attraverso la raccolta di dati ‘non tradizionali’. L’uso di strumenti tecnologici, opportunamente disegnati per le esigenze del percorso, consentirà inoltre agli utenti di redigere e conoscere il proprio bilancio personale e famigliare e imparare a migliorare il proprio profilo, seguendo consigli e suggerimenti condivisi in sessioni di educazione finanziaria guidate da esperti del settore.

La pandemia, che ha colpito tutto il mondo, ha notevolmente condizionato anche l’accesso al credito per un numero sempre più elevato di individui considerati “invisibili” dai tradizionali istituti del credito.

Tra i più colpiti da questa situazione di incertezza prolungata figurano i NEET (Not in Employment, Education or Training), i caregiver stranieri e le donne vittime di violenza.

In Italia, i NEET (gli inattivi, coloro che non studiano, non lavorano e non seguono una formazione professionale) tra i 15 e i 29 anni sono passati dal 22,1% del 2019 al 23,3% nel 2020, annoverando circa 2,1 milioni di giovani. Una categoria che rappresenta ormai il 23,35% della popolazione giovane, molto più della media UE del 13,75% e che, con il perdurare della crisi, continua a crescere. Il dato si aggrava se si aggiunge che i NEET rappresentano il 33% dei giovani nel sud Italia e il 24,3% è di genere femminile.

Sono invece circa 2 milioni i caregiver (badanti e tutti coloro che operano a servizio di persone con disabilità, anziani, neonati e ammalati) che lavorano in Italia, di cui solo il 40% ha un contratto regolare. Il lavoro privato di cura è un’attività prevalentemente femminile (90%), svolta soprattutto da donne non italiane (80%) di cui il 54% ha più di 50 anni. La stragrande maggioranza non ha un conto corrente e quindi un accesso al credito molto limitato, ma la loro capacità di risparmio, il legame consolidato all’interno della loro comunità e la rilevanza del loro contributo alla società italiana rendono      importante sostenerle nella creazione di una propria identità finanziaria. Durante il lockdown gran parte di queste persone ha perso il regolare contratto di lavoro ed è rimasta senza previdenza sociale; la fragilità e complessità del sistema di welfare italiano, amplifica la loro condizione di vulnerabilità.

Guardiamo infine i dati sulle donne in Italia. Le statistiche rivelano che una su tre ha subito una qualche forma di violenza sessuale o domestica basata sul genere. Il lockdown dovuto alla pandemia Covid-19 ha aumentato il loro rischio di essere esposte alla violenza domestica. L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) indica un aumento del 75% su base annua delle chiamate ai numeri verdi antiviolenza durante il 2020. Inoltre, le donne sono risultate essere il genere più colpito dalle perdite economiche e lavorative, causate dalla pandemia, aggravando una tendenza già negativa. Nel 2019 sono aumentate ad esempio le dimissioni delle lavoratrici che avevano avuto da poco dei bambini con un dato di 37.611, rispetto alle 35.963 del 2018, secondo i dati dell’Ispettorato del Lavoro. Si aggiunga a questo che solo il 63% delle donne tra i 25 e i 54 anni ha un’occupazione, contro il 94% degli uomini nella medesima fascia di età e questo, assieme alle restrizioni dovute alla pandemia[1],  ha ulteriormente ridotto la loro capacità di lasciare i partner violenti, la loro indipendenza economico-finanziaria e la loro capacità di uscire da situazioni di abuso.

“Migliorare la salute finanziaria degli individui attraverso i dati e l’educazione è al centro della strategia di Experian, ed è il modo in cui viviamo la nostra mission: alimentare le opportunità per creare un domani migliore”, commenta Armando Capone, chief commercial officer di Experian Italia. “Con il progetto IncludiMi, parte del programma United for Financial Health di Experian, puntiamo a promuovere l’educazione e l’inclusione finanziaria. Grazie alle partnership siglate con AMS e MicroLab, siamo convinti di poter creare valore e sostenibilità, aiutando figure vulnerabili e finora poco seguite a superare in modo duraturo le difficoltà finanziarie emerse in questi anni di crisi, non ultimi gli effetti della pandemia”.

“L’esclusione finanziaria in Italia continua ad essere elevata e colpisce soprattutto le famiglie e le persone più vulnerabili”, dichiara Francesco Terreri, presidente di AMS. “La crisi che abbiamo conosciuto negli ultimi anni, aggravata dalla pandemia, ha inasprito ulteriormente la situazione. Per favorire l’inclusione finanziaria e sociale, occorre valorizzare le risorse dei vulnerabili e aiutarli a costruire la propria identità finanziaria. Serve quindi in primo luogo educazione finanziaria, per permettere alle persone, partendo dalle fondamenta del bilancio famigliare, di conoscere per scegliere e indirizzare le proprie scelte economico-finanziarie, presenti e future. Giovani disoccupati, badanti, donne vittime di violenza sono tra le categorie più a rischio di esclusione. Alcune misure prese dal governo in questi mesi, dal microcredito di libertà per le vittime di violenza al sostegno al personale addetto alla cura della persona – caregiver – sono importanti ma non sufficienti”.

“Secondo i dati ISTAT le categorie più colpite dalla pandemia sono giovani, donne e persone di origine straniera in Italia. Se pensiamo che è donna oltre un quarto dei nuovi imprenditori con dipendenti (29%), e che le donne sono per il 48% inserite nei settori dei Servizi ad alto contenuto di conoscenza, contro il 38% degli uomini capiamo che questa categoria della popolazione muove il Paese”, aggiunge Corrado Ferretti, Presidente dell’associazione MicroLab. “Le persone di origine straniera sono per il 12,2% titolari di imprese, complessivamente 383.462 unità e rappresentano ad esempio in Toscana il 17,9% delle aziende. Dimenticarci di donne, giovani e stranieri vuol dire ignorare che l’economia cresce grazie a loro. Aiutarli a emergere dall’invisibilità attraverso servizi finanziari e non è una nostra responsabilità. Siamo convinti che assieme a Microfinanza ed Experian potremo avere un impatto sociale e di supporto all’inclusione per Neet, caregiver e donne vittime di violenza”.

[1]  https://asiapacific.unwomen.org/en/digital-library/publications/2020/03/the-covid-19-outbreak-and-gender