PMI in calo ma ancora solidi, bene l’Eurozona

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I dati più recenti hanno confermato un rallentamento dell’attività economica registrata durante il mese di agosto all’interno dei Paesi sviluppati. I sondaggi PMI flash per molti di questi Paesi hanno infatto tutti fatto segnare il segno meno: il rallentamento rispecchia in gran parte una normalizzazione fisiologica dei tassi di crescita, dato che l’impatto iniziale delle riaperture delle economie inizia intuibilmente ad affievolirsi.  Tuttavia, i fattori in gioco erano più numerosi ed eterogenei, come ad esempio l’aumento della diffusione dei contagi derivanti dalla variante delta, i persistenti vincoli di approvvigionamento e le conseguenze di un rallentamento in corso per l’economia cinese.

In considerazione di tutto ciò i dati relativi agli indici PMI continuano a mantenersi ancora su livelli piuttosto elevati, coerenti con una crescita superiore al trend negli Stati Uniti, nel Regno Unito e all’interno dell’Eurozona. È interessante notare come le ultime rilevazioni lascino intendere come sia l’Eurozona a superare sia gli Stati Uniti che il Regno Unito, rispecchiando alcune dinamiche di recupero. In futuro, le politiche monetarie e fiscali caratterizzate da un’intonazione accomodante dovrebbero continuare a sostenere la ripresa, soprattutto all’interno delle economie sviluppate, ma i rischi che circondano l’evoluzione della pandemia insieme alle persistenti differenze – in particolare per quanto riguarda il gap che intercorre tra Paesi emergenti e sviluppati – sono ancora evidenti.