S&P500 e la riforma fiscale di Biden: le stime per fine anno

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Mentre negli Stati Uniti persiste un clima d’incertezza economico-fiscale, l’indice americano S&P500 registra nuovi massimi storici toccando quota 4500 –con un rialzo del 31% negli ultimi dodici mesi. Un record inedito, che conferma la nostra visione positiva riguardo il mercato azionario americano. Tuttavia, risulta opportuno monitorare i potenziali rischi che possono intaccare le straordinarie performance dell’indice. Tra quelli principali, a catturare l’attenzione degli analisti ci sono i tremila e cinquecento miliardi di dollari messi sul piatto dall’amministrazione Biden per lo ‘spending plan’ e la riforma fiscale, il cosiddetto ‘tax plan’, che potrebbe avere un impatto diretto sulla tassazione delle società americane e quindi sull’ S&P.

Che impatto potrebbe avere la riforma sul mercato?

La nostra stima è che l’S&P500 possa raggiungere quota 4700 dollari entro la fine del 2021 (quindi con un rialzo di 200 dollari rispetto ai livelli attuali); tuttavia il rischio dell’implementazione di una riforma fiscale che includa la ‘statutory federal corporate tax rate’ al 25% oltre ad eventuali modifiche sulla fiscalità delle big corporates (Apple, Google, etc.) potrebbero causare una correzione del 5% rispetto ai valori attesi per fine anno, portando quindi l’indice ad un valore pari a $4,465. Considerando quindi la riforma fiscale del 2017 e le attuali stime dei principali analisti finanziari, c’è una buona probabilità che il tax plan proposto dal governo Biden incrementi davvero le tasse sulle imprese: questa possibilità rappresenta, come detto, un rischio strategico nel breve periodo ma non a lungo termine. Se invece uno scenario ‘ottimista’ dovesse verificarsi e la riforma fiscale non dovesse quindi essere implementata, l’S&P500 potrebbe toccare quota $4900 entro la fine dell’anno sia come effetto del mancato accrescimento della pressione fiscale, sia grazie ad una maggiore tranquillità da parte degli investitori internazionali che negli ultimi giorni hanno visto vacillare la fiducia nell’esecutivo Biden con la debacle sull’evacuazione in Afghanistan.