Azionario, inflazione e crescita più lenta frenano il rally

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Dopo sette mesi di rialzo ininterrotto, a settembre l’emergere di uno scenario di stagflazione (debole crescita economica abbinata a un aumento dell’inflazione) ha avuto la meglio sull’ottimismo degli investitori.

La crescita economica più lenta e le preoccupazioni per il settore immobiliare cinese stanno pesando sulle prospettive di utili per le società. Le interruzioni nelle catene di approvvigionamento, l’effetto “collo di bottiglia”, e l’aumento esponenziale dei prezzi dell’energia stanno alimentando la possibilità che l’inflazione sia meno transitoria del previsto, anche se le banche centrali hanno confermato che la riduzione del programma di riacquisto di asset (tapering) sarà graduale.

Un cocktail amaro ha portato gli indici in territorio negativo

Sui mercati finanziari, questo cocktail dal sapore amaro ha provocato un simultaneo calo dell’obbligazionario e dell’azionario. Le utility e i tecnologici hanno registrato i maggiori ribassi, penalizzati dalla lunga durata e – nel caso delle utility – dalla volontà di alcuni governi di limitare l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica per il consumatore finale (a scapito delle società).

Outlook: lo stock picking come antidoto all’incertezza

Cosa ci aspettiamo per le prossime settimane? Segnali tangibili di rallentamento della ripresa economica in Cina e negli Stati Uniti potrebbero pesare sui mercati azionari, soprattutto perché le inquietudini sul livello dell’inflazione sembrano aumentare e le banche centrali mantengono la loro volontà di ridurre i programmi di riacquisto degli asset entro la fine dell’anno.

Le riunioni dei banchieri centrali continueranno a catturare l’attenzione degli  investitori che nelle prossime settimane le scruteranno alla ricerca del minimo segnale di un possibile cambiamento delle politiche monetarie. Anche i prossimi risultati trimestrali saranno esaminati per misurare l’impatto dell’aumento dei costi e di eventuali mutamenti nelle prospettive di crescita.

In questo contesto incerto, ci sembra quanto mai importante mantenere una buona diversificazione per poter far fronte a scenari diversi. Continuiamo ad essere selettivi nella scelta dei titoli e privilegiamo le società che offrono un reale potenziale di crescita del fatturato e/o dei margini, unica garanzia della capacità di generare risultati e pagare dividendi nel tempo.