Fondo 394 SIMEST: esclusi i programmi di inserimento nei mercati esteri e patrimonializzazione

-

SIMEST, società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, ha comunicato ieri la riapertura del Fondo 394 per l’internazionalizzazione delle imprese, escludendo rispetto al passato i Programmi di inserimento nei mercati esteri e la patrimonializzazione eleggendo la transizione digitale e la sostenibilità.

“Si trattava di strumenti fondamentali per le aziende che vogliono fare il loro ingresso in mercati esteri e non comprendiamo come sia possibile che siano state esclusi senza preavviso, creando problemi importanti agli imprenditori – spiega Francesco Raimondi, CEO di Value Target. – A giugno migliaia di aziende che avevano già pronti piani concreti per le proprie attività di export sono rimaste escluse dal Fondo e speravano proprio nella riapertura autunnale per poter accedere ai Programmi di inserimento nei mercati esteri e alla patrimonializzazione”.

Come spiegato da SIMEST, il Fondo è stato finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed è stato dotato di 1,2 miliardi di euro, di cui 400 milioni relativi alla quota di cofinanziamento a fondo perduto. “La cifra stanziata di 1,2 miliardi di euro è importante, ma non prevede i due strumenti più strategici dal punto di vista economico e di crescita: i Programmi di inserimento nei mercati esteri e la patrimonializzazione” continua Raimondi.

Le risorse del Fondo 394 verranno veicolate attraverso tre nuovi finanziamenti, che riguarderanno principalmente la transizione digitale e verde delle PMI, la partecipazione a fiere e mostre internazionali e lo sviluppo di e-commerce.

“Le misure previste non sono sufficiente per incentivare l’export del Made in Italy, si tenga presente che la transizione digitale e la sostenibilità appartengono ad un diverso contenitore di sviluppo e crescita, riteniamo che l’annullamento degli strumenti pregressi vanifichi il vero spirito di promozione dell’internazionalizzazione delle imprese” conclude Raimondi.