Come le criptovalute stanno cambiando la concezione di moneta legale?

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El Salvador è il primo Paese al mondo che ha iniziato ad utilizzare la criptovaluta come moneta legale insieme al dollaro: proprio qui, da quando è entrata in vigore la legge, molti celebri brand come McDonald’s, Starbucks, Pizza Hut e Zara hanno iniziato ad accettare pagamenti in criptovaluta.

Si muove qualcosa di importante anche in colossi come Apple che, nonostante le perplessità, con una recente ingiunzione permanente sono stati costretti a consentire agli sviluppatori di app di indirizzare i propri clienti verso altri sistemi di pagamento, come Bitcoin o altre criptovalute.

A oggi questo rappresenta un importante segnale di come stia cambiando il mondo grazie alla tecnologia blockchain e alle cripto­valute.

Le Criptovalute nei film

Anche nelle celebri serie di Netflix come “Mr Robot” e “How to sell drugs online fast” le dinamiche della rappresentazione di Bitcoin si fanno interessanti, attribuendo alla criptovaluta il ruolo di sostituto del denaro. Anche il mondo dello spettacolo quindi non sembra essere critico fino in fondo nei confronti dei Bitcoin, ma piuttosto li ritrae come uno strumento con cui persone diverse con programmi diversi perseguono i loro bisogni o desideri.

Il futuro delle criptovalute e la figura dell’esperto

Quasi tut­te le criptovalute hanno un progetto spesso molto complesso alle spalle, per questo serve avere delle figure che questo mondo lo conoscono in maniera approfondita. Pun­to di riferimento su queste tematiche è Marco Saccoccia in arte Ivo Avidhold, sbarcato nel mondo criptovalute nel 2015, quando non ne parlava ancora nessuno.

“Siamo osservatori di quello che sarà il futuro tra qualche anno e lo racconteremo essendo stati parte della storia. Stiamo vivendo il passaggio tra il de­naro contante e la tecnologia, è anacronistico pensare che in un mondo tecnologica­mente così avanzato si paghi ancora con valuta contante. Le istituzioni si sono accorte che i Bitcoin sono molto più di un bene speculativo, rappresentano una vera e propria rivoluzione: deflattivi, finiti e definiti. Un punto fermo dell’economia globale. I Bitcoin potrebbero so­stituire le riserve di oro dei grandi Stati, utilizzandoli per poter stampare valute fiat. Chi meglio della blockchain può controllare lo spostamento di denaro?” commenta Ivo Avidhold.

Abruzzese di nascita e oggi residente a Dubai, Ivo Avidhold per il suo nome prende spunto dal personaggio interpretato da un suo corregionale, il noto comico e sceneg­giatore Enrico Venti, chiamato Ivo Avido. Nel mondo delle criptovalute Marco Saccoccia ricopre il ruolo di colui che è avido giocando con il termine hold (in gergo, conservare le criptovalute nel lungo periodo), colui cioè che mantiene la sua posizione in maniera avida perché certo che ciò che possiede ora frutterà in futuro.

Dopo anni di studio intenso ha raggiunto risultati impor­tanti con decine di portafogli molto reddi­tizi e ha aiutato centinaia di persone a incrementare i propri capitali. Specializzato in Altcoin, ossia alternative coin, oggi ha creato una masterclass per accompagnare le persone nel modo migliore nel mondo criptovalute.

Le Altcoin

Chi negli anni ’90 poteva immaginare che Amazon sarebbe diventata un colosso? Le Altcoin sono azioni, gruppi imprenditoriali che non vanno a essere “listati” in Borse tradizionali, ma provano ad allocarsi in exchange, ossia Borse alternative. Ciò non esclude l’importanza del progetto e l’importanza dell’azienda che si cela dietro. Tante Alt­coin hanno colossi alle spalle: Microsoft, Apple, Google, Tesla, che scommettono su questi progetti, studiandoli e metten­do i loro capitali per il futuro.

Quando Marco Saccoccia si è affacciato al mondo delle criptovalute era l’epoca delle famose Ico (Initial Coin Offering), progetti che face­vano capo a token o criptovalute, oggi racchiuse nelle Altcoin. Qual­che anno fa qualsiasi Ico sembrava il pro­getto rivoluzionario della vita, in grado di cambiare le sorti del mondo o le sorti di tanti settoriali di appartenenza.

“Quando mi sono affacciato con un amico a questo mondo non si sapeva ancora bene cosa fossero i Bitcoin. Non è stato subito amore, si è trattato più di comprendere. Nel 2015 intuivo che potevano rappresentare qualcosa di diverso ma non avevo ancora la piena conoscenza della materia. Con estrema fatica siamo riusciti a comprare i primi Bitcoin e a metterli nel nostro portafoglio. Se ci penso oggi è stata più una avventura informatica che un acquisto di valuta. Infatti subito dopo volevamo quindi comprendere i tecnicismi che si celavano dietro all’essere proprietari di Bitcoin – commenta Ivo Avihold – Ho investito in totale quasi 50mila euro e ho perso tutto. All’epoca c’era chi truffava, chi falliva, chi fuggiva con i soldi e chi non produce­va nulla. E io mi interrogavo su come fosse possibile che un progetto fantastico come la blockchain venisse buttato via così. Ho cominciato a studiare tantissimo per capire dove avevo sbagliato ma soprattutto per avere una base tecnica, un team e un vero sviluppo anche a livello tecnologico. Mi sono messo sotto, giorno e notte. Studiare una Altcoin si­gnifica spulciare capillarmente il progetto e capire dal fondatore al suo team, stu­diarne l’analisi tecnica e informatica della progettualità, il white paper e chi sono i personaggi dietro a esso”.

Quanto va investito nelle criptovalute?

Secondo Marco Saccoccia il mondo della cripto economy è un mondo dove bisogna investire so­lo ciò che ci si può permettere di perde­re senza avere ripercussioni sul regime famigliare. Non un euro di più. Oggi esistono più di 11.000 criptovalute, e tra queste ce ne sono alcune che pos­sono dare grandi soddisfazioni in 6-12 mesi. Questo rappresenta solo l’inizio di un investimento.

“Molti secondo me compiono il fatale errore «Oggi compro, domani vendo»perché non vedono nelle criptovalute un investimento reale, ma un modo per arricchirsi velocemente. Molte persone guardano il loro portafoglio ogni gior­no per vedere se stanno perdendo e guadagnando. Niente di più sbagliato. Quando si comprava il famoso buono fruttifero, noi eravamo mentalmente settati ad aspettare 8 anni per vedere un raddoppio di capitale. Perché nell’e­conomia tradizionale ho questa mentalità mentre nelle criptovalute mi aspetto che in un giorno cambi tutto?”.

La Volatilità

Le criptovalute sono un investimento su qualcosa di fortemente innovativo, ma in un mercato ridotto e non ancora regolamentato. Questo non va visto per forza come un male: le progettualità vere hanno un lasso temporale medio-lungo. Di conseguenza non bisogna tenere conto della volatilità nel breve termine, in quanto il rischio è quello di compromettere i propri investimenti.

“Quante volte vedo gente che si butta a capofitto su un titolo in crescita esponenziale, in preda alla cosiddetta Fear of missing out (paura di restare esclusi), per poi vedere magari che il giorno seguen­te crolla? Devi entrare in un progetto quando ci credi, a prescindere dall’hic et nunc, e guardare al lungo termine: questo significa essere degli holder. È come il mercato tradizionale, se io conosco i fondamentali di aziende come Ama­zon, Tesla e Google, è ovvio che nel lungo periodo le mie scelte saranno premianti”.

Diffidare sempre da chi dà consigli fi­nanziari o chi dice che questa o quella alt faranno salti iperbolici.

“Non mi vedrete mai dare consigli su cosa comprare o no, dirò invece che una criptovaluta che sto studiando ha ottimi fondamentali, un team, un settoriale importante, men­tre un’altra magari meno. Parlerò dei significati che un progetto può avere sul fu­turo. Per questo trovo che il termine criptovaluta non sia quello più calzante: piuttosto lo definirei “azionariato differente”” conclude Marco Saccoccia.