Le prospettive di crescita nelle economie emergenti e la politica delle banche centrali nei Paesi sviluppati

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Michael Biggs – Investment Manager, Global Macro & EM Debt di GAM Investments

Gli ultimi due mesi hanno prodotto una serie di shock negativi per i mercati a livello globale e per le economie emergenti in particolare. I numeri del PIL del terzo trimestre in Cina sono stati particolarmente deboli e coerenti con una crescita deludente della produzione industriale. L’aumento dei dati sulle esportazioni cinesi è stato un aspetto positivo, anche se a ben guardare gran parte della crescita è probabilmente attribuibile all’inflazione anziché ai volumi. Nel frattempo, i problemi di approvvigionamento persistono, in particolare nel mercato dei semiconduttori. Altrove, le aspettative di inflazione negli Stati Uniti e i rendimenti del Tesoro a 5 anni sono aumentati, mettendo sotto pressione gli asset rischiosi. Oltre a questo, i casi di Covid-19 in Europa e nel Regno Unito stanno aumentando di nuovo, alimentando i timori di un’ondata invernale. Questi eventi negativi hanno frenato la crescita. Ma non è tutto rose e fiori. Nonostante questi venti contrari, rimaniamo costruttivi sui mercati emergenti (EM). A nostro avviso, il quadro della domanda è positivo e robusto, e con l’allentamento dei vincoli dell’offerta la crescita globale dovrebbe rimbalzare. A parte l’Asia meridionale, le aspettative di crescita degli EM continuano ad essere riviste al rialzo. Siamo positivi sui cambi valutari dei mercati emergenti, dove i fondamentali della bilancia dei pagamenti appaiono più solidi e favoriscono le valute che probabilmente beneficeranno di una ripresa economica globale.

Rahul Mathur – Investment Manager, Global Macro & Currency Fixed Income di GAM Investments

Negli Stati Uniti, i dati sui servizi al consumatore e la crescita dei salari sono stati deboli durante il terzo trimestre. Ciò è stato in gran parte attribuibile alle epidemie della variante Delta del Covid-19, anche se i casi in gran parte degli Stati Uniti hanno iniziato a diminuire a settembre. Stiamo iniziando a vedere dei timidi segnali di ripresa – le prenotazioni dei ristoranti, il numero di passeggeri delle compagnie aeree e i tassi di occupazione degli hotel sono tutti in aumento. Guardando il quadro dell’inflazione, i prezzi dei beni, inclusi quelli delle auto usate, hanno ripreso la loro impennata. L’inflazione degli affitti – che rappresenta circa un quinto del Personal Consumption Expenditure (PCE) Price Index, o il deflatore PCE, la misura dell’inflazione preferita dalla Federal Reserve – sta crescendo al ritmo più veloce degli ultimi 15 anni, sullo sfondo di un’impennata dei prezzi delle case e di una forte domanda di alloggi nelle principali città. Nel frattempo, i prezzi alla produzione degli Stati Uniti continuano a salire, spinti dall’aumento dei costi dell’energia e da una partecipazione debole al mercato del lavoro.

Il reddito fisso dei mercati sviluppati è rimasto sotto pressione durante il terzo trimestre. Guardando al futuro, riteniamo che i sostegni ai rendimenti obbligazionari continuino a diminuire e che stiano emergendo i rischi di un’inflazione strutturalmente più elevata, guidata dalla domanda inespressa, dalla ridotta offerta di lavoro e da un sostanziale eccesso di stimoli monetari. Per gli investitori, la politica della banca centrale è un’area di significativa importanza al momento. Andrew Bailey, il governatore della Banca d’Inghilterra, ha recentemente avvertito che dovrà agire per frenare le elevate aspettative di inflazione a medio termine. La Federal Reserve ha segnalato che probabilmente annuncerà l’inizio del tapering, anche se il presidente Jerome Powell ha voluto distinguere tra la necessità di un tapering a breve termine e la normalizzazione dei tassi. Vale la pena ricordare che dalla crisi finanziaria globale, i mercati hanno costantemente sovrastimato la misura in cui le banche centrali avrebbero normalizzato la politica. Inoltre, c’è ancora una forte volontà politica di generare inflazione per alleviare il forte peso del debito.