Azioni statunitensi e cinesi portate in sovrappeso

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In una riunione ad hoc, l’IC ha deciso di riportare le azioni a una posizione di sovrappeso tattico in un contesto di portafoglio, dato che diversi sviluppi positivi relativi ai colloqui di pace tra Russia e Ucraina e le notizie politiche dalla Cina la scorsa settimana suggeriscono che le azioni potrebbero avere un ulteriore potenziale al rialzo nel breve termine. Inoltre, la solidità dei bilanci delle famiglie e delle imprese continua a sostenere le azioni globali, così come i riacquisti di azioni proprie da parte delle aziende.

USA e Cina sono i mercati preferiti per aumentare l’allocazione azionaria

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Gli USA sono il nostro mercato preferito per incrementare l’allocazione alle azioni dei mercati sviluppati nei portafogli. Da una prospettiva fondamentale, le aspettative sugli utili sembrano relativamente migliori rispetto al benchmark MSCI World e la dinamica e l’ampiezza delle revisioni sono costruttive. L’esposizione a settori di qualità e di crescita strutturale, come l’assistenza sanitaria e la tecnologia, dovrebbe aiutare gli utili statunitensi a resistere meglio di altre regioni alle attese pressioni sui costi e ai venti contrari ai margini. Ci aspettiamo anche che l’economia statunitense subisca un impatto minore dal conflitto in Ucraina. I nostri economisti si attendono ancora una crescita economica robusta, e la chiarezza sul percorso della Federal Reserve (Fed) statunitense riduce ulteriormente l’incertezza. I rischi principali per le azioni statunitensi sono i livelli di valutazione ancora elevati, i venti contrari sul piano normativo e un ulteriore repricing aggressivo della politica monetaria.

Dopo una flessione di oltre il 40% dell’indice MSCI China da quando siamo diventati neutrali su questo mercato un anno fa, e dopo che abbiamo sospettato di aver probabilmente oltrepassato il punto di “picco al ribasso”, vediamo finalmente la luce alla fine del tunnel. Un importante, tanto atteso, cambiamento a livello politico, ci ha dato il segnale di cui avevamo bisogno per modificare il nostro giudizio sulle azioni cinesi e prevedere un’outperformance di tale mercato rispetto al benchmark regionale. Nonostante l’immediato rally in reazione all’annuncio, le azioni cinesi mantengono ancora una valutazione attraente; gli sviluppi politici suggeriscono che sia l’economia che l’indice MSCI China sono destinati a svoltare l’angolo e registrare una solida performance nei prossimi trimestri. La recrudescenza della minaccia del COVID-19 e la necessità di sforzi di mitigazione sotto forma di lockdown restano un monito, di cui siamo consapevoli, ma non li riteniamo tali da mettere a repentaglio la capacità delle azioni cinesi di sovraperformare l’indice generale dei ME. Il nostro economista per la Cina sottolinea che gli sforzi di mitigazione si preannunciano molto meno dannosi per l’economia di quanto lo siano stati nel 2020, in quanto il contagio da COVID-19 probabilmente sarà più contenuto e le chiusure stesse sono destinate a essere più mirate e semplificate. Di conseguenza, abbiamo mantenuto invariato il nostro obiettivo di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2022 del 5,9%. Ciononostante riconosciamo che le incertezze geopolitiche esterne e i problemi interni del COVID-19 e del deleveraging del settore immobiliare rappresentano ancora significativi venti contrari per il mercato azionario della Cina. La mossa di iniettare stabilità nel contesto normativo nazionale molto probabilmente avrà un impatto di gran lunga più ampio e positivo.

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