I FIA riservati saranno accessibili anche agli investitori retail

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Dal prossimo 30 marzo si modifica la disciplina dei Fondi di investimento alternativi riservati . Entrano infatti in vigore le modifiche al DM n. 30/2015 in base alle quali, così come sottolinea Assogestioni, si consente la partecipazione ai FIA italiani riservati anche agli investitori non professionali con investimento minimo non inferiore a 100mila euro non frazionabile e con un limite di concentrazione ,per tutti gli investimenti in FIA riservati , pari al 10 per cento del proprio portafoglio finanziario  nonché ai soggetti abilitati alla prestazione del servizio di gestione di portafoglio che, nell’ambito di detto servizio, sottoscrivono ovvero acquistano quote o azioni del Fia per un investimento minimo iniziale non inferiore a 100mila euro per conto di investitori non professionali. Si dispone poi che la sottoscrizione di tali prodotti sia affiancata alla contemporanea prestazione di servizi di investimento (quale la consulenza o la gestione di portafogli) a favore della clientela non professionale e da rigorose regole di condotta. Il soggetto che propone l’acquisto o la sottoscrizione di quote o azioni di FIA italiani riservati, osserva l’Aifi, assicura la sussistenza dei requisiti richiesti sulla base delle informazioni presentate dal potenziale investitore non professionale. Quest’ultimo è tenuto a fornire al soggetto che propone l’acquisto o la sottoscrizione di quote o azioni di FIA italiani riservati informazioni accurate sul proprio portafoglio finanziario e sugli investimenti in FIA.  Si considera poi , sempre alla luce delle considerazioni sviluppate da Assogestioni, una definizione di portafoglio finanziario dell’investitore ‘allargata’, comprensiva cioè non solo degli strumenti finanziari e dei depositi bancari (inclusi i conti correnti), ma anche dei prodotti d’investimento assicurativi, rappresentando questi prodotti una componente rilevante del patrimonio finanziario degli investitori italiani. Con la revisione della normativa in materia di FIA si vuole implementare il potenziamento delle modalità di finanziamento della economia reale, attenuando la dipendenza delle imprese dal solo canale bancario, e  attivando lo sviluppo di operatori specializzati nell’offerta di capitale di rischio per le start-up e le piccole e medie imprese (gestori di fondi di venture capital e di private equity).