Il GCC vince

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Mentre continuiamo a valutare gli effetti a lungo termine del conflitto Russia-Ucraina sul nuovo ordine mondiale, sul commercio internazionale e sulle prospettive economiche regionali, questa settimana concentrerò la mia attenzione sui paesi del Golfo (Consiglio di cooperazione del Golfo, GCC). Insieme al collega Fahd Iqbal, di recente abbiamo avuto il privilegio di riflettere sugli effetti economici a breve e lungo termine e sulle prospettive del mercato dei capitali della regione con il Dr. Jarmo Kotilaine, consulente del Ministero delle finanze e dell’economia nazionale del Bahrain. La conclusione schiacciante della nostra analisi è che i paesi del GCC appaiono come i grandi beneficiari del nuovo ordine mondiale che sta prendendo forma sia nel breve che nel lungo periodo. Abbiamo anche colto l’opportunità di discutere i temi della biforcazione del mercato delle materie prime nonché della de-dollarizzazione. Di seguito ricapitolerò i punti salienti del nostro pensiero.

Prospettive economiche del GCC

L’impatto immediato del reindirizzamento dei flussi di materie prime lontano dalla Russia ha messo i paesi del Golfo in una posizione favorevole nel breve termine. L’aumento dei prezzi del petrolio e della domanda di petrolio e gas del Golfo sono fattori positivi per l’economia reale della regione. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) si aspettava una crescita dell’economia del GCC del 4,2% nel 2022 prima del conflitto, un tasso destinato a essere rivisto al rialzo. Ci aspettiamo che la maggiore crescita vada di pari passo con un aumento dell’inflazione. I paesi del GCC importano più dell’80% del cibo che consumano e più del 90% dei cereali di cui hanno bisogno. Ucraina e Russia rappresentano più di un quarto delle forniture globali di frumento, forniscono il 20% del mais globale e l’80% dell’olio di girasole, che già scarseggia in molti paesi emergenti. Come conseguenza della forte dipendenza dalle importazioni per quanto attiene al loro sistema alimentare, i paesi del GCC probabilmente registreranno un aumento dei prezzi dei generi alimentari. Tuttavia le pressioni contenute sui costi delle abitazioni così come l’allentamento del mercato del lavoro stanno contribuendo ad attutire gli effetti negativi dell’inflazione sull’economia reale, così come il legame con il dollaro USA, ora sostenuto da una politica monetaria più restrittiva. Significativamente, il nuovo ordine mondiale emergente pagherà probabilmente un prezzo per l’apertura strategica delle economie del GCC agli Stati del Golfo. Una costante politica di attrarre i migliori talenti, impiegare il capitale, incoraggiare l’imprenditorialità e l’innovazione nelle aree di sviluppo necessarie per diversificare ulteriormente la struttura economica dei paesi del GCC sta gettando le basi per una crescita della produttività e brillanti prospettive a lungo termine per l’economia. Il fatto che i prezzi elevati del petrolio migliorino drasticamente la posizione fiscale e delle partite correnti dei paesi del GCC significa che la regione può risultare fortemente focalizzata sugli investimenti strategici che sta effettuando nella transizione energetica, alla quale si è interamente dedicata, e in altri settori.

I mercati del GCC

Le azioni del GCC sono cresciute del 15,3% dall’inizio dell’anno. Questo ha meno a che fare con la correlazione diretta del mercato azionario del GCC con i prezzi del petrolio. In realtà la correlazione con i prezzi del petrolio è molto più elevata in altri indici azionari di mercati emergenti e sviluppati che non nel GCC. Fatta eccezione per il mercato saudita, nessuna società energetica statale locale risulta quotata nel GCC. Dunque ha più a che fare con il fatto che i prezzi più alti del petrolio hanno un impatto indiretto positivo sulle economie della regione, rappresentando un vento di coda per gran parte delle aziende locali. Le aspettative degli utili per azione (EPS) sono al 16,0% per il 2022, mentre i margini dell’utile netto sono attesi al 26%, sulla base dei dati di consenso di Bloomberg. Tuttavia gli investitori istituzionali sono ampiamente sottopesati in azioni del GCC soprattutto per ragioni tradizionali, riteniamo, compresa una mancanza di comprensione della regione o di familiarità con la stessa. La nostra previsione è che la regione assumerà un ruolo più grande e che gli investitori istituzionali indirizzeranno più capitali verso il GCC andando avanti. Ci aspettiamo anche che un miglioramento delle finanze pubbliche lasci più spazio alle emissioni di obbligazioni societarie e ci attendiamo un ulteriore sviluppo anche del mercato obbligazionario.

Biforcazione delle materie prime e de-dollarizzazione

Il commercio di materie prime sta subendo significativi cambiamenti e una volatilità straordinaria. Mentre petrolio e gas russi trovano acquirenti in Oriente, le materie prime energetiche del Medio Oriente vengono reindirizzate verso l’Occidente, mentre il petrolio iraniano potrebbe presto unirsi al flusso. Ciononostante la Cina resta un importatore fondamentale del petrolio del Golfo. Infatti ha instaurato legami strategici nella regione, non solo in quanto importatore primario del petrolio dell’area ma anche come partner in termini di infrastrutture e commercio internazionale più ampio. Riteniamo che né il GCC né la Cina vogliano indebolire tali legami, il che dovrebbe limitare la misura in cui il petrolio mediorientale verrà semplicemente sostituito da quello russo verso est. Di conseguenza è improbabile che ci sia una vera e propria biforcazione del commercio delle materie prime energetiche in un commercio orientale e occidentale. L’Arabia Saudita di recente ha fatto notizia, ventilando la possibilità di vendere petrolio alla Cina in RMB. L’RMB gioca un ruolo strategico ed è probabile verranno compiuti maggiori sforzi per mappare il rafforzamento dei legami economici e finanziari tra la Cina e i paesi del Medio Oriente. Tuttavia questo sviluppo probabilmente sarà molto graduale.I paesi del GCC restano delle economie fortemente legate al dollaro USA e sembrano destinate a rimanere tali, dato che il dollaro è sostenuto dai mercati dei capitali più profondi e liquidi, contribuendo a investire e riciclare i surplus di parte corrente del GCC.