La recessione non è inevitabile malgrado l’orientamento restrittivo della Fed

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Al centro dell’attenzione

Nuova virata restrittiva della Fed

Stando al verbale della riunione della Federal Reserve (Fed) di marzo, il bilancio da 9 mila miliardi di dollari dell’istituto verrà ridotto di un massimo di 95 miliardi al mese e non si esclude che determinate obbligazioni possano essere vendute prima della scadenza. Inoltre, il Governatore Lael Brainard ha dichiarato di recente che il bilancio della banca centrale verrà ridotto «a un ritmo rapido» e che l’inflazione «potrebbe aumentare ancora».

Il tono aggressivo di Brainard, che generalmente ha un orientamento più accomodante, è stato interpretato come la conferma che in seno alla Fed si è formato un consenso per un inasprimento celere.

In questo momento il mercato attribuisce una probabilità di circa il 90% a un rialzo di 50 punti base (pb) alla riunione di maggio; è dal 2000 che la Fed non effettua un intervento restrittivo di questa entità.

Nel complesso i futures scontano una stretta di circa 220 pb nell’intero esercizio, oltre al rialzo di 25 pb di marzo. Si tratterebbe del ciclo d’inasprimento più rapido dal 1994.

L’ultima virata restrittiva della Fed è in linea con il nostro consiglio di puntare su strategie che danno buoni risultati nelle fasi di rialzo dei tassi d’interesse. Ad esempio, preferiamo le azioni value, che tendono a sovraperformare rispetto a quelle growth nelle fasi di aumento dei rendimenti obbligazionari.

Gli investitori possono anche cercare di sfruttare a proprio vantaggio il ritmo divergente degli interventi restrittivi delle diverse banche centrali e il relativo impatto sui tassi di cambio. In particolare, puntiamo sulle valute dei Paesi le cui banche centrali si trovano in prima linea nella stretta monetaria, tra cui Federal Reserve, Bank of England e Reserve Bank of Australia. Il franco svizzero e l’euro sono invece le nostre valute meno preferite.

Conclusione: consigliamo di prepararsi ai rialzi dei tassi. Ma pur aspettandoci una stretta monetaria veloce, nel nostro scenario di riferimento continuiamo a credere che gli Stati Uniti possano evitare una recessione.

Potenziale di rialzo delle azioni cinesi nonostante i fattori negativi

Il governo cinese ha ampliato la portata geografica del lockdown in vigore da diverse settimane a Shanghai e ne ha esteso la durata, rafforzando la sua strategia «zero COVID». Le persone positive al virus vengono messe in quarantena in strutture temporanee.

Nel frattempo, le inchieste continuano a segnalare un rallentamento dell’economia. Il PMI di Caixin per il settore dei servizi è sceso a 42 punti a marzo (da 50,2 a febbraio) segnando la maggiore contrazione dallo scoppio della pandemia a febbraio 2020. La domanda di servizi e i consumi di persona sono diminuiti, in linea con i dati precedenti che mostravano un rallentamento dell’attività manifatturiera.

Le severe restrizioni pandemiche possono far ritardare la ripresa della Cina, ma a nostro avviso l’economia nazionale sta per svoltare l’angolo.

Le autorità dovrebbero varare nuovi interventi di sostegno a partire da aprile, che daranno impulso alla crescita economica e alla fiducia degli investitori.

Conclusione: continuiamo a preferire le azioni cinesi nei portafogli asiatici e a breve termine puntiamo sui settori ciclici e value come energia, aziende di telecomunicazioni selezionate, metalli ed estrazione mineraria e materiali da costruzione.

L’inasprimento delle sanzioni contro l’energia russa sottolinea l’avvento dell’era della sicurezza

I Paesi europei, gli Stati Uniti e gli alleati del G7 hanno annunciato un ulteriore inasprimento delle sanzioni contro la Russia, compreso l’embargo europeo al carbone russo. Inoltre, l’Unione europea (UE) sta negoziando lo stop congiunto alle importazioni di greggio dalla Russia.

Finora il gas è stato escluso da queste iniziative, ma la Lituania ha già sospeso l’importazione di gas russo, il primo Paese UE a prendere questa decisione. Il ministro delle Finanze della Germania, nazione altamente dipendente dal gas di provenienza russa, ha dichiarato che «dobbiamo interrompere tutti i nostri legami economici con la Russia il prima possibile».

Gli ultimi sviluppi si inseriscono nel contesto della crescente importanza della sicurezza energetica, dato che i governi nazionali cercano di diversificare le fonti di approvvigionamento e ridurre la dipendenza dalle importazioni. Questi interventi sono coerenti con l’obiettivo di decarbonizzazione dell’economia, essendo possibile produrre energie rinnovabili sul territorio nazionale.

Ma a nostro avviso ci troviamo all’inizio di un’era di crescente preoccupazione per la sicurezza, che non coinvolge solo il settore dell’energia. In un contesto di sospetto e diffidenza su scala internazionale, riteniamo che governi e imprese daranno sempre più la priorità alla sicurezza e alla protezione rispetto all’efficienza e ai prezzi.

Ad esempio, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia mette in luce la necessità di una maggiore efficienza agricola e localizzazione della produzione a lungo termine. Il conflitto militare in Ucraina è accompagnato anche dai crescenti timori di una guerra digitale, che a nostro avviso daranno ulteriore impulso alla spesa per la cybersecurity.

Conclusione: ci aspettiamo che la ricerca di maggiore sicurezza coinvolga aree come energia, alimentazione, cybersecurity, difesa e dati.

Gli interrogativi della prossima settimana

La BCE seguirà l’orientamento sempre più restrittivo della Fed?

La prossima riunione della BCE e la successiva conferenza stampa si terranno il 14 aprile. Alla riunione di marzo l’istituto ha annunciato a sorpresa che avrebbe ritirato gli acquisti di obbligazioni a un ritmo più veloce del previsto. A nostro avviso il primo rialzo dei tassi dell’eurozona verrà effettuato solo poco prima della fine dell’anno. Ma gli investitori si preparano a ulteriori segnali restrittivi della BCE. Nel frattempo, l’indagine ZEW di aprile sulla fiducia nell’economia in Germania e il dato definitivo sull’inflazione tedesca di marzo potrebbero fornire indicazioni sulla tenuta dell’economia europea nel quadro dell’incertezza legata alla guerra in Ucraina.

I dati sull’inflazione statunitense corroboreranno l’ulteriore virata restrittiva della Fed?

La previsione per l’indice dei prezzi al consumo di marzo è di un aumento dell’1,1% su base mensile. Gli investitori sperano che lo spaccato del dato offra qualche motivo di ottimismo, segnalando ad esempio una diminuzione delle turbolenze causate dalla pandemia. Ma tutti gli occhi saranno puntati sull’impatto del rincaro delle materie prime sull’aumento del costo della vita.

Le autorità cinesi vareranno nuovi stimoli?

I finanziamenti sociali complessivi di marzo sono stati superiori alle attese. Dopo una serie di deboli dati economici, nonché nuovi lockdown, il dato indica che gli interventi di stimolo iniziano a dare frutti. Ma gli investitori sperano che le autorità varino ulteriori iniziative nelle prossime settimane.