Nasce Cryptofixing, l’indice (italiano) che fissa un prezzo univoco per bitcoin

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Si chiamerà Cryptofixing il servizio per determinare il prezzo di riferimento univoco giornaliero per bitcoin e, in prospettiva, per ognuna delle principali criptovalute. Si tratta di un progetto tutto italiano – a lanciarlo è infatti Cryptovalues, il consorzio nato per fare da ponte tra i crypto-asset e le istituzioni – e si baserà sulla metodologia del fixing, che consiste nel calcolo della media dei valori rilevati nei principali mercati dove l’asset è scambiato.

Quella lanciata da Cryptovalues è la prima iniziativa che si rivolge a investitori professionali e istituzionali ma che trova applicazioni anche per l’investitore retail.

Un prezzo univoco che avvicina bitcoin al mondo del business tradizionale

Cryptofixing stabilisce il fixing di bitcoin ogni giorno. La metodologia adottata da Cryptovalues per stabilire un valore giornaliero definitivo cui fare riferimento, il Cryptofixing, prevede la verifica alle ore 00.00 UTC la media dei valori “denaro (/bid)” e “lettera (/ask)” per ognuno dei 6 exchange di riferimento: Bitpanda, Bitstamp, Cex.io, Coinbase, Kraken e The Rock Trading. Questi exchange sono stati scelti per la presenza della coppia di scambio BTC/EUR e per la conformità alle normative antiriciclaggio e agli standard legislativi europei: si tratta di una lista suscettibile di modifiche per garantire che il fixing risulti il più attendibile e accurato.

Successivamente, dai 6 dati prelevati dagli exchange, verranno espunti il dato con il valore più alto e quello con il valore più basso per poi effettuare la media dei 4 dati rimanenti ed ottenere il fixing.

Come nasce il fixing (dall’oro fisico all’oro virtuale)

Il prezzo dell’oro con il fixing fu stabilito per la prima volta il 12 settembre 1919 dai cinque membri fondatori del London Gold Market: si trattava dei cinque maggiori tra commercianti di lingotti e banchieri specializzati nel metallo giallo. A presiedere i cinque è stato a lungo NM Rothschild & Sons, mentre gli altri membri della compagine iniziale – poi variata negli anni – erano Mocatta & Goldsmid, Samuel Montagu & Co, Pixley & Abell e Sharps & Wilkins.

Il fixing dell’oro veniva effettuato due volte al giorno (10,30 am, 03,00 pm ora di Londra) in dollari, euro e sterline dai 5 membri in base ai prezzi che avevano effettivamente sperimentato sui mercati. Dal 2015 l’incarico è passato alla London Bullion Market Association (Lbma), a cui partecipano 15 soggetti accreditati.

Il prezzo fissato dalla Lbma viene usato nelle piazze finanziarie globali come benchmark per i contratti derivati sull’oro(future, opzioni) e nelle compravendite di oro fisico. La metodologia è stata successivamente estesa anche all’argento, all’Euribor e alle valute fiat.

Quali utilizzi pratici può avere il fixing nel mondo bitcoin?

L’introduzione di Cryptofixing risponde a numerose esigenze, in primis per tutti coloro che hanno necessità di determinare il Net Asset Value (N.A.V.): decisivo per valutare il rendimento complessivo del sottostante.

Rappresenta inoltre un importante strumento dal punto di vista fiscale per la compilazione della dichiarazione dei redditi e del calcolo delle eventuali plusvalenze.

“Attraverso Cryptofixing forniamo, per la prima volta all’investitore istituzionale e professionale, oltre che a un pubblico retail, un elemento di certezza allo scopo di generare fiducia sulla base di criteri oggettivi. Offriamo un valore di riferimento che può essere confrontato da diversi operatori del settore crypto, ma anche da attori della finanza tradizionale”, dichiara Federica Rocco, CEO di Cryptovalues. “Determinando una quotazione quotidiana univoca, definita con una metodologia rigorosa e bilanciata che ne verifica l’andamento su exchange autorevoli, Cryptofixing offre uno strumento innovativo a disposizione di quanti operano, o vorrebbero operare con le criptovalute, ma sentono la necessità di avere un parametro di riferimento ottenuto mediando le oscillazioni e le differenze di quotazioni tra i vari exchange”.