La tutela dei beni culturali oggi. Il parere di Stefano Lombardi

-

Tutela dei beni culturali – 

La legge 1° giugno 1939, n. 1089 sulla tutela delle cose di interesse artistico e storico costituisce tuttora lo strumento normativo di base per la protezione del nostro patrimonio culturale. Come sostenevano gli studiosi Tommaso Alibrandi e Pier Giorgio Ferri una trentina di anni fa, in attesa di una riforma legislativa da tempo annunciata, questa legge rappresenta ancora un valido strumento grazie a un’interpretazione evolutiva sviluppata dalla dottrina e dalla giurisprudenza.

Cultura e di creatività

E’ fondamentale comprendere che tutelare i beni culturali significa sigillare e custodire il nostro passato additandolo ad esempio a modello per vivere il presente e per lasciare ai nostri figli la testimonianza di un passato illustre e lo spunto per creare modelli e stili di vita suscettibili di sostenere il nostro sviluppo. Va detto perciò che tutelare il bene culturale e valorizzarlo non significa soltanto conservare oggetti nei musei o recintare monumenti del passato, ma significa calarsi nello spirito dei nostri antenati, in una mentalità ricca di cultura e di creatività, che consente di riconoscere e riconoscersi in una tradizione che ha reso grande una civiltà.

È questo il motivo per cui in genere la maggior parte degli ordinamenti giuridici di tutto il mondo si preoccupano di tutelare i beni culturali e di valorizzarne il contenuto.

Tutela dei beni culturali – Intervista a Stefano Lombardi

Stefano Lombardi è avvocato cassazionista: titolare e fondatore dello Studio Legale Lombardi con sede a Milano, ha pubblicato nel 2020 il volume “il Modello Organizzativo di Gestione e Controllo e l’Organismo di Vigilanza ex D.lgs. 231/01”, per CEDAM. Il testo tratta della Responsabilità Amministrativa di Società ed Enti. Insegna Legislazione Nazionale ed Internazionale dei Beni Culturali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed è Presidente e coordinatore di Organismi di Vigilanza ex D. lgs. 231/01.

La produzione normativa negli ultimi anni è stata a dir poco abbondante e frequente. Ha registrato una gran mole di interventi, di cui non sempre è facile e agevole seguire il percorso.

Il libro “Diritto dei beni culturali”

“Definire l’importanza dei beni culturali” spiega Stefano Lombardi “delineare quelli che sono gli elementi che ciascuna comunità pone in essere per la loro protezione, approfondire il quadro giuridico che la comunità nazionale e internazionale fornisce per tutelare le testimonianze del passato e gli strumenti che vengono approntati per valorizzare il patrimonio culturale sono stati gli stimoli che mi hanno indotto a scrivere un libro di diritto dei beni culturali e a pubblicarlo nel marzo 2021, con la casa editrice Cedam” .

Professor Lombardi, alcuni ritengono che il diritto culturale e paesaggistico, a confronto con altre aree giuridiche, assuma talvolta una posizione secondaria. 

“Il diritto dei beni culturali è una materia estremamente complessa che sostanzialmente tratta della tutela e della valorizzazione dei beni culturali: la base giuridica del Diritto dei beni culturali è l’articolo 9 della Costituzione che è una norma contenuta nei principi fondamentali e immodificabili della nostra Carta, e quindi la protezione dei beni culturali assurge a principio fondante del nostro ordinamento”. 

Possiamo affermare che sia una responsabilità della Repubblica lo sviluppo della cultura e la tutela del patrimonio storico e artistico italiano?

“Il diritto dei beni culturali ha come scopo principale quello di proteggere il bene culturale che sia definito tale secondo le leggi, e sostanzialmente il nostro sistema giuridico è fortemente protettivo nei confronti dei beni, al punto tale che da più parti viene spesso evidenziato come questo eccesso di protezione a volte crei appesantimenti, lungaggini, ed altre e difficoltà nella gestione del bene culturale stesso, soprattutto quando si parla di aspetti che riguardano ristrutturazioni, ripristini, lavori edilizi di immobili vincolati,  e quant’altro”.

A un bene di interesse pubblico compete uno statuto giuridico privilegiato?

“Giusto dire di sì: per questo la nostra legislazione è così fortemente ispirata a criteri vincolistici e sostanzialmente limita molto il libero utilizzo del bene culturale da parte del proprietario, sia esso pubblico o privato”

Quali possono essere i prossimi passi nella tutela dei beni culturali?

“L’auspicio è quello di realizzare una legislazione che sia sempre più snella, efficace ed anche chiara, e che consenta una maggiore fruibilità e valorizzazione di tali beni, che sono tra l’altro un grandissimo elemento di ricchezza del nostro Paese e che possono avere in prospettiva il ruolo di volano per la nostra economia. Le norme esistenti sono comunque già molto valide, penso al codice dei beni culturali, il cosiddetto Codice Urbani, e si tratta solo di applicare delle migliorie mirate che vadano nella direzione di una maggiore efficienza del sistema.”