Tre motivi per continuare a investire nell’azionario europeo

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L’Europa sta attraversando un periodo di debolezza economica a causa della crisi energetica che impatta su famiglie e imprese. Ciò aggrava uno scenario inflazionistico trainato dalla domanda post-pandemia e dal conseguente stress sulle catene di approvvigionamento. Ora la Banca Centrale Europea punta a ridurre l’inflazione aumentando gli oneri finanziari, introducendo un ulteriore fattore sfavorevole per l’economia. Tuttavia, intravediamo opportunità per l’azionario europeo sulla base di tre motivazioni:

  1. Le valutazioni al di sotto della media suggeriscono che il pessimismo economico risiede nei prezzi. 
  2. I titoli Quality e quelli da dividendo possono offrire stabilità in caso di rallentamento della crescita. 
  3. Molte aziende europee rivestono un ruolo chiave nella transizione verso un futuro a emissioni zero.

1. Valutazioni inferiori alla media

Nel breve termine la crisi economica è già riflessa nel corso dei titoli e nel divario delle valutazioni tra azioni europee e statunitensi. Con il protrarsi del conflitto,la dipendenza dell’Europa dalle forniture energetiche russe pone l’area in una posizione di vulnerabilità. Tuttavia, le valutazioni delle azioni europee sono ora inferiori alla media di lungo periodo, mentre i titoli statunitensi appaiono molto più costosi su base storica.

I titoli europei rappresentano oggi una buona opportunità per gli investitori che cercano di sfruttare la recente volatilità del mercato per ottenere un’esposizione alle tendenze strutturali di lungo periodo.

2. I titoli Quality e da dividendo possono offrire stabilità in caso di rallentamento della crescita

In Europa ci sono molte società con caratteristiche fondamentali per superare i periodi di inflazione e di rallentamento della crescita economica. È importante investire in società “di qualità” che vantino un’elevata redditività, un’importante quota di mercato e una crescita costante degli utili, dei flussi di cassa e dei dividendi, indipendentemente dalle condizioni economiche.

L’importanza del reddito. Poniamo l’accento sui dividendi come fonte fondamentale di rendimento in assenza di significativi rialzi dei corsi azionari e, secondo una ricerca di Barclays, oltre il 70% delle società europee dovrebbe reintrodurre o aumentare i dividendi, dopo i tagli senza precedenti definiti durante la crisi COVID.

Puntiamo quindi su società mature con generazione di cassa e che abbiano dimostrato nel tempo la validità dei propri modelli di business, con bilanci solidi e mercati finali affidabili. Anche se la selezione delle aziende è fondamentale, queste società possono essere individuate in tutti i settori.

Healthcare: In questo contesto, privilegiamo in particolare il settore europeo dell’healthcare, dato che alcune aziende leader a livello mondiale si trovano in Europa. Cerchiamo aziende che investono nell’innovazione con l’obiettivo di aumentare la quota di mercato, con un portafoglio ordini di lungo periodo e competenze non facilmente replicabili, una solida storia di crescita delle vendite durante iprecedenti rallentamenti economici e che sono destinate a beneficiare delle tendenze post-COVID, tra cui l’automazione dei laboratori, una maggiore attenzione alla salute dei consumatori e la domanda di vaccini innovativi.

3. Molte aziende europee rivestono un ruolo chiave nella transizione verso un futuro a emissioni zero

Molte aziende di prim’ordine che, a nostro avviso, sono ben posizionate per aiutare i governi globali a raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica sono ubicate in Europa. L’Unione Europea (UE) mira a ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990 e a raggiungere le emissioni zero nette entro il 2050. La guerra in Ucraina ha reso più urgente questa politica.

  • Innovazione energetica. Cerchiamo di investire in aziende che forniscono soluzioni innovative alla crisi energetica e alla spinta verso un futuro a emissioni zero, come la produzione di idrogeno “verde” – ossia alimentata da elettricità rinnovabile – che può sostituire i combustibili fossili nella produzione industriale ed essere utilizzata anche per il trasporto su gomma. Tra le nostre preferenze anche i produttori di apparecchiature per la produzione di semiconduttori, essenziali per il passaggio ai veicoli elettrici.
  • Efficienza energetica. Il settore edile è responsabile del 40% del consumo energetico europeo e gran parte dei fondi del “green deal” da 1.000 miliardi di euro dell’UE potrebbero essere destinati a questo settore. Cerchiamo aziende in grado di ridurre la bolletta energetica – aziende che producono sistemi di isolamento termico o serramenti, nonché produttori di pompe di calore, per citarne alcune.
  • Rinnovata necessità di energie rinnovabili.L’UE auspica di triplicare la produzione di energia solare ed eolica entro il 2030, risparmiando 170 miliardi di metri cubi di gas. I fornitori diretti di energia eolica e solare ne sono ovviamente i primari beneficiari, unitamente ai fornitori di materie prime come il rame, essenziale per questo processo.

Riflettori puntati sulle banche

Con l’incremento dei tassi, ci aspettiamo che le banche ne beneficino grazie all’aumento del margine netto da interessi (NII NET INTEREST INCOME) – la differenza tra i ricavi da prestiti e gli interessi pagati sui depositi. Ciò significa che i margini di profitto delle banche “sensibili ai tassi” – ove l’NII cresce maggiormente con l’aumento dei tassi – potrebbero aumentare nonostante un rallentamento economico, offrendo loro la possibilità di riacquistare azioni. Il COVID ha accelerato il passaggio al digital banking, consentendo ad alcune banche di chiudere filiali e tagliare i costi. Anche se le banche centrali prevedono un aumento dei tassi, le valutazioni del settore bancario su base storica rimangono basse. Le banche europee sono ora negoziate a valori prossimi a quelli della crisi finanziaria del 2008, considerato che una recessione sarebbe negativa per le banche poiché dovrebbero fare maggiori accantonamenti per coprire le perdite sui prestiti. Tuttavia, riteniamo che l’incremento del margine netto di interessi possa più che compensare questa situazione, a seconda della gravità della recessione.