The Edible Planet Summit: il primo summit mondiale in tema di cibo

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Nell’ultimo decennio il nostro rapporto con il cibo è cambiato radicalmente e il settore agroalimentare ha davanti a sé sfide epocali per garantire prodotti sani e a impatto zero ad una popolazione globale in aumento. Dalla produzione sostenibile di cibo allo spreco alimentare, dalla perdita di biodiversità ai cambiamenti climatici, pensando al benessere animale e alle buone abitudini a tavola, nessuno può farcela da solo. Ed è per questo che a Todi e a Perugia, dal 16 al 19 settembre, si svolgerà The Edible Planet Summit, il primo summit mondiale in tema di cibo ideato da Sharon Cittone, founder & ceo di Edible Planet Ventures, la piattaforma olistica dove gli stakeholder della catena alimentare globale possono condividere know-how, risorse e best practice.

L’evento porterà in Italia, nel cuore della Regione Umbria, oltre centocinquantaesperti di altissimo livello internazionale che lavoreranno insieme per tre giorni per definire strategie e linee guida concrete con l’obiettivo di traghettare l’attuale sistema alimentare verso un modello più sostenibile. Tra di loro ci saranno rappresentanti del mondo dell’industria alimentare e dell’agricoltura, compresa quella dei Paesi in via di sviluppo. Ma anche Ong, istituzioni internazionali come la Fao, influencer e politici, investitori e ricercatori universitari. Tra le principali tematiche affrontate nel corso del Summit ci sarà l’innovazione AgTech, i nuovi sistemi agricoli, ingredienti e prodotti alternativi, salute e nutrizione, rinnovamento della politica e sistemi alimentari circolari. L’idea è di riunire il più alto numero di attori della food chain per affrontare, con tutti gli strumenti che le nuove tecnologie possono offrire, i problemi critici legati alla produzione, trasformazione, distribuzione e consumo di cibo e, infine ma non da ultimo, mettendo a fattor comune le energie umane e le risorse economiche.

L’iniziativa, pur facendo perno su Todi e Perugia, interesserà tutta l’Umbria, sia per il coinvolgimento degli attori locali dell’agrifood, che attraverso una serie di visite che verranno proposte agli ospiti alle principali realtà produttive della regione. Non da meno sarà il ruolo delle istituzioni nelle loro diverse articolazioni. «Fin dai primi contatti, avviati ormai un anno fa», sottolinea il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano, «si è lavorato per dare forma a un progetto in grado di coinvolgere, oltre ai massimi livelli nazionali, tutta l’Umbria, a partire dalla Regione, dall’Università degli Studi, da Sviluppumbria, dal Parco 3A, dalle organizzazioni di categoria e dalle imprese che sono la vera linfa dell’agroalimentare regionale».

«Oggi, un numero sempre maggiore di persone abbraccia nuove modalità di consumo, rendendosi garante della transizione verso un nuovo paradigma economico e culturale», precisa Sharon Cittone, secondo Forbes una delledonne più potenti al mondo che plasmeranno il futuro del cibo. E aggiunge: «Questa mobilitazione porta con sé l’idea di un sistema alimentare radicalmente diverso rispetto a quello attuale. Un sistema che rigeneri il pianeta, che restituisca alle persone la loro dignità e promuova la salute di tutti. E in un pianeta con 9miliardi di individui da sfamare, le sfide sono tante e non più rimandabili. Direi che innovare è importantissimo e non è semplicemente l’innovazione del prodotto, ma di tutto il processo agroalimentare, dalla trasformazione a livello di logistica al packaging, a quelle che sono le grandi sfide climatiche. Ormai non è più tempo di indugiare».

Le filiere agroalimentari sono sistemi complessi che necessitano di una visione innovativa e di un approccio collaborativo per affrontare tutti i nervi che la pandemia prima e il conflitto ucraino ora hanno scoperto. Prosegue Cittone: «La scelta di questo format è venuta naturale per una serie di ragioni. La pandemia causata dal Covid ha cambiato le persone e il modo di interagire tra di loro. Sarebbe innaturale tornare indietro o cercare di ricreare “il prima”, ma forse quello che c’è ora ci offre l’opportunità di fare qualcosa di più profondo, che in realtà aumenta la nostra connessione e ci permette di avere un impatto misurabile sul sistema alimentare».

Definito anche come “ritiro rigenerativo”, The Edible Planet Summit si preannuncia come un evento fortemente pragmatico, durante il quale i partecipanti verranno coinvolti in un mosaico di incontri one-to-one, attività di co-design, workshop, esperienze immersive e networking. Verranno organizzati dei tavoli di lavoro suddivisi per tema. Saranno diversi, circa una ventina, e affronteranno tutti gli aspetti critici della food chain: dal biotech all’agricoltura rigenerativa, dal food waste a nutrizione e salute, dagli oceani alla food sovereignty. Il confronto sarà diretto e si proveranno a identificare soluzionie problemi concreti. Poi ci sarà un confronto tra i tavoli, per evitare di avere una visione a compartimenti stagni. Infine ci sarà il lavoro di sintesi con la realizzazione della Edible Planet Charter, che non è un manifesto di idee, ma un documento di azioni concrete per tutti gli attori della filiera per innescare con questi interventi cambiamenti di più lungo periodo.

«In questo momento stiamo semplicemente seguendo dei trend», specifica Cittone, «ma questi trend hanno delle problematiche che vanno sviscerate attraverso strategie di breve termine che possano fare da ponte alle visioni dell’Agenda 2030. Il summit è un evento estremamente diverso dagli altri, senza conferenze e relatori è piuttosto una co-design con decision maker per ricreare e trasformare il futuro del cibo e individuare soluzioni innovative in campo agroalimentare. Abbiamo bisogno di dialoghi, non di monologhi, dobbiamo cambiare le nostre azioni, costruire relazioni profonde e supportare gli sforzi reciproci. Solo se saremo in grado di lavorare assieme, armati di ambizione e di creatività, questi sforzi verranno ripagati. La nostra Carta sarà frutto di un approccio olistico, che coinvolge tutti gli attori della filiera. Non sarà calata dall’alto e le decisioni non saranno prese solo da governatori o amministratori delegati di grandi corporation, ma coinvolgerà anche la base, a partire da chi il cibo lo produce. Per questo ad esempio abbiamo diverse associazioni di agricoltori africani, come l’Afsa, l’Alliance for Food Sovereignty in Africa. Infine la nostra sarà una Carta non di principi, sui quali tutti siamo d’accordo, ma di linee guida concrete per mettere in campo già dal giorno successivo il cambiamento che tutti auspichiamo».

Sulla scia di questi grandi cambiamenti, spinta dall’urgenza di agire e di sviluppare obiettivi a breve termine in grado di risolvere prove a lungo termine, lo scorso anno Sharon Cittone, tra le menti dietro l’esperienza di Seeds&Chips, ha fondato Edible Planet Ventures, piattaforma composta da partner strategici ed esperti che attraverso un approccio collaborativo punta a promuovere l’innovazione e a tradurla in soluzioni concrete per favorire la transizione verso un sistema agroalimentare equo e sostenibile.

«Il food system comporta il 40% della forza globale al mondo», spiega, «e non è solo il cibo, ma è anche energia, acqua e mette insieme tantissime industrie che nel loro complesso sono probabilmente la più grossa problematica di cui stiamo andando a discutere e che dovremo affrontare. Il nostro scopo è proprio quello di cambiare i modelli lineari di business con modelli circolari o rigenerativi.

L’evento umbro di settembre avrà un’atmosfera decisamente diversa dalle grandi conferenze o convention. Nel corso dei tre giorni, sarà data ai partecipanti la possibilità di approfondire la conversazione, esplorare le sfumature dell’innovazione alimentare e agricola e affrontare in maniera prospettica le opportunità fino ad oggi mancate dagli sforzi globali.

«Le criticità a carico del sistema agroalimentare sono complesse e così le relative soluzioni. La frammentazione del sapere contribuisce a gettare ulteriore benzina sul fuoco e a rallentare il vero progresso. Ogni Stato e multinazionale che si rispetti ha messo tra le priorità la food security, definendo delle proprie linee guida e dei propri obiettivi di sostenibilità. La verità è che i problemi sono di tale portata che nessuno ce la può fare da solo. Serve un approccio che guardi da più punti di vista i problemi dell’attuale modello di produzione e consumo di cibo. È necessario disegnare un nuovo sistema alimentare progettato dall’uomo per l’uomo.

L’ecosistema Food and Agtech fondato da Sharon Cittone per facilitare la collaborazione e l’innovazione attraverso la catena alimentare globale si svolgerà nel “cuore verde” dell’Italia. A fare da cornice alla prima edizione del Summit sarà il territorio generoso e ospitale dell’Umbria. Un luogo ricco di cultura e tradizione, ma soprattutto di eccellenze tra arte, storia, gastronomia che, sotto la luce dei riflettori, farà mostra del suo straordinario fascino e delle qualità che lo rendono il posto ideale per seminare il futuro del cibo. Offrendo alle startup una crescita The Edible Planet Summit trasformerà la regione in un vero e proprio hub globale per la food innovation, in una sorta di Silicon Valley del comparto, che in Italia ancora manca.

«L’Umbria è davvero una biblioteca vivente del cibo», conclude Cittone, «È stata la scelta ovvia per un incontro incentrato sul passato, presente e futuro del sistema alimentare. C’è un rapporto così forte con le tradizioni e un reale desiderio di onorarle, ma allo stesso tempo vi è anche un occhio attento verso il futuro e verso le possibilità che questo può offrire all’ecosistema alimentare. È un luogo per riflettere ed entrare in contatto con la natura, per tornare alle basi e costruire un domani migliore».

Tra i partecipanti confermati, influenti attori e opinion leader nei settori dell’innovazione, della sostenibilità e dell’agricoltura nazionale e internazionale, ci sono: Hunter Lovins (Natural Capitalism), Merijn Dols (Danone), Mark Brand (A Better Life Foundation), Howard Shapiro (Senior Fellow, UC Davis), Miyoko Schinner (Miyoko’s Creamery), Nathalie Kelley (Kiss the Ground Ambassador e attrice), Million Belay (AFSA), Dan Altschuler Malek (Unovis Asset Management), Niya Gupta (Fork&Goode)), Mark Oshima (AeroFarms) Gil Horsky (SnackFutures, Mondelēz International), Cherrie Atliano (GAIN) e Paul Newnham (SDG2 Advocacy Hub), Dan Kittredge (Bionutrient Food Association), David Barber ( Stone Barns e Astanor Ventures), Victor Friedberg( Food Shot Global e Epoch Capital), Jessica Fanzo (John Hopkins University), Alexandria Coari (ReFED) Daniela Ibarra-Howell (Savory Institute) Gina Asoudegan (Applegate).