Ebury: Preview della riunione di ottobre della BCE: prosegue la fase di rialzo dei tassi

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Enrique Díaz-AlvarezMatthew RyanRoman Ziruk e Itsaso Apezteguia, analisti di Ebury, società fintech specializzata in pagamenti internazionali e gestione del rischio di cambio valuta, hanno analizzato le prospettive per le prossime decisioni di politica monetaria della BCE in calendario per giovedì 27 ottobre.

 

“Ci aspettiamo un altro aumento dei tassi di interesse da parte della BCE questa settimana, che continua a recuperare terreno rispetto a quasi tutte le altre principali banche centrali del G10.

La Banca Centrale Europea ha finalmente dato il via al suo ciclo di inasprimento nella riunione di settembre, aumentando tutti e tre i suoi principali tassi di 75 punti base, dopo il rialzo di mezzo punto percentuale a luglio.

Mentre la decisione dei policy maker è stata unanime, le comunicazioni della banca sono state più discordanti. Le proiezioni sull’inflazione per il 2022 sono state riviste al rialzo, come da attese, e la Presidente Lagarde ha affermato che le pressioni sui prezzi rimarranno “decisamente troppo elevate”.

Ha inoltre affermato che la banca prevede di aumentare ulteriormente i tassi di interesse “nel corso delle prossime riunioni” e che le prossime decisioni strategiche continueranno a dipendere dai dati in uscita. I mercati finanziari si sono mostrati contrariati dalle dichiarazioni della Lagarde sul rialzo di 75 pb, nonostante abbia chiarito che potrebbe essere un aumento una tantum.

Riteniamo che gli ultimi sviluppi abbiano rafforzato l’ipotesi di un altro rialzo di 75 pb nella riunione di questa settimana. Dalla riunione di settembre, le condizioni economiche sono rimaste sostanzialmente invariate. L’inflazione nell’area dell’euro ha toccato nuovi massimi, la fiducia dei consumatori è scesa a un nuovo minimo e i PMI dell’attività commerciale sono in linea con una lieve contrazione.
L’incertezza legata alla crisi energetica europea rappresenta un rischio al ribasso per la crescita, ma riteniamo che i membri della BCE non ne terranno conto e daranno la priorità alla lotta all’inflazione.

 

A nostro avviso, un altro rialzo di 75 pb è praticamente certo per questo giovedì.

Tenendo conto di ciò, riteniamo che la risposta dell’euro sarà determinata dalla posizione della banca sul ritmo dei rialzi dopo la riunione di ottobre, in particolare sul livello del tasso terminale. Da tempo sosteniamo che il Consiglio direttivo potrebbe avere bisogno di aumentare i tassi nel 2023 più di quanto i mercati si aspettino.
Allo stato attuale, sembra che i membri BCE siano concordi nel ritenere che il tasso finale sui depositi possa collocarsi intorno al 2%, un livello che a nostro avviso è decisamente troppo basso.
Qualsiasi indicazione sull’aumento dei tassi in questione spingerebbe la valuta comune a un rally più marcato e più aggressivo.

Qualsiasi notizia sulla data di inizio del quantitative tightening (QT), il processo di riduzione della disponibilità di titoli di Stato e di società da parte della banca centrale, potrebbe influenzare l’euro nella giornata di giovedì. La Lagarde ha dichiarato nelle sue recenti comunicazioni che il dibattito sul QT è già iniziato tra i policy maker ed è probabile che se ne parli nuovamente durante la riunione di ottobre.
Detto questo, riteniamo che sia ancora troppo presto per avere dettagli concreti sulla data di inizio.

 

La BCE ha già dichiarato che ciò non avverrà fino a quando i tassi non saranno a un livello neutrale, il che sembra molto lontano date le prospettive dell’inflazione, mentre l’annuncio prematuro del QT da parte del Regno Unito e l’incertezza generale sui mercati finanziari globali potrebbero indurre ad adottare un atteggiamento più cauto.

A parte questo, potremmo avere notizie su modifiche alle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO) della banca, anche se ciò dovrebbe avere implicazioni minime per il mercato FX.
Questa settimana non ci saranno nuove proiezioni macroeconomiche da parte della BCE, il che potrebbe portare a una reazione più attenuata dei mercati rispetto alle riunioni precedenti.

I commenti della banca sullo stato dell’economia del blocco, in particolare alla luce dell’incertezza in corso sulla crisi energetica europea, potrebbero tuttavia orientare le previsioni di mercato.
Se il CG dovesse indicare che la crescita potrebbe essere inferiore alle previsioni di settembre, cosa che riteniamo probabile, e suggerire che la recessione in corso potrebbe avere un impatto sul ciclo di rialzo dei tassi, l’euro potrebbe indebolirsi.

Al contrario, un impegno deciso a ridurre l’inflazione a tutti i costi verrebbe percepito come inequivocabilmente restrittivo. Tra i due scenari, riteniamo che il secondo sia più probabile.
A differenza di molti dei suoi principali pari, in particolare la Banca d’Inghilterra, la BCE ha rilasciato dichiarazioni restrittive nella maggior parte delle sue recenti riunioni di politica monetaria.
Le aspettative del mercato per ulteriori toni restrittivi sono molto alte, guidate probabilmente dalle parole usate dai membri BCE nelle scorse settimane.
Come accennato, tuttavia, continuiamo a ritenere che i mercati stiano sottovalutando il ritmo con cui i tassi dovranno salire nell’area dell’euro il prossimo anno.

A nostro avviso, ciò lascia spazio a un rialzo della moneta comune nel medio termine, anche se la BCE non lo confermerà nella riunione di giovedì”.