Tassi in aumento in tutto il mondo

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La Federal Reserve (Fed), la Banca Centrale Europea (BCE) e la Bank of England (BoE) hanno operato rialzi dei tassi di 75 punti base (pb) alle recenti riunioni, ma l’evoluzione delle attese sui mercati forward circa i tassi delle tre banche centrali si è rivelata divergente. La differenza tra la Fed e la BCE è stata esplicitata in conferenza stampa dal presidente della Fed Jerome Powell, il quale ha ribadito la forte volontà di combattere l’inflazione mantenendo una politica di tassi più elevati più a lungo. Le dichiarazioni della BoE sono state meno hawkish di quelle della Fed, smorzando i timori di un “inasprimento eccessivo”.

A titolo di confronto, le banche centrali dell’Asia sono apparse più caute circa il rallentamento del ritmo dei futuri rialzi dei tassi, probabilmente in considerazione della domanda interna ancora resiliente e delle pressioni sui tassi di cambio.

Ci attendiamo una prosecuzione dell’inasprimento monetario da parte delle banche dell’Asia settentrionale malgrado l’impatto sempre più negativo del rallentamento della domanda all’esportazione di dispositivi tecnologici. Prevediamo che la Bank of Korea (BoK) effettui altri due rialzi di 25pb del tasso di riferimento a novembre 2022 e a gennaio 2023. Inoltre, la Central Bank of China di Taiwan (CBC) dovrebbe incrementare i tassi di ulteriori 12,5pb a dicembre 2022.

Quanto all’Asia sud-orientale, dopo il rialzo della settimana scorsa prospettiamo un ulteriore inasprimento di 25pb da parte di Bank Negara Malaysia (BNM) a gennaio 2023. La BNM ha deciso di concentrarsi ancora sulla relativa resilienza del contesto economico interno ponendo in secondo piano il peggioramento delle condizioni all’estero. Sono anche attesi due nuovi rialzi di 25pb da parte della Bank of Thailand (BoT), un ulteriore inasprimento di 100pb della Bank Indonesia (BI) e un altro aumento dei tassi di 125pb della Bangko Sentral ng Pilipinas (BSP). Al contempo, prevediamo un rialzo supplementare di soli 60pb della Reserve Bank of India(RBI) dato che l’inflazione ha probabilmente toccato il picco e i rischi per la crescita sono in aumento.

Verosimilmente, la Bank of Japan (BoJ) e la People’s Bank of China (PBoC) faranno eccezione. Giappone e Cina infatti sono alle prese con la debolezza della domanda interna e l’assenza di cicli salari-prezzi sostenibili. A nostro avviso la BoJ manterrà la linea monetaria in essere almeno sino ad aprile 2023 sotto la presidenza del governatore Kuroda. Nel caso della Cina, crediamo ci sia margine per nuovi tagli di coefficiente di riserva obbligatoria e tassi di interesse, ma è improbabile che l’allentamento, per quanto necessario, sia sostanziale.

La settimana prossima

Martedì conosceremo i dati macroeconomici di ottobre della Cina (produzione industriale, vendite al dettaglio, crescita delle immobilizzazioni), l’indagine ZEW sulle attese nell’Eurozona, la crescita del PIL nel T3 in Giappone, l’indice dei prezzi di produzione (PPI) di ottobre per gli USA e l’indagine Empire sul settore manifatturiero di novembre. Il mercato prospetta una decelerazione della crescita dei dati macroeconomici cinesi di ottobre rispetto al mese precedente ascrivibile agli effetti della politica zero Covid. Si attende anche un rallentamento dell’espansione del PIL giapponese dal 3,5% del T2 all’1,1% nel T3 2022. Quanto agli USA, il mercato sconta un’inflazione PPI ancora resiliente in ottobre e ulteriori segnali di debolezza che dovrebbero emergere dall’indagine Empire sul settore manifatturiero di novembre.

Mercoledì e giovedì a catalizzare l’attenzione saranno i dati macroeconomici USA. Mercoledì il mercato prevede un’accelerazione m/m dello 0,9% delle vendite al dettaglio di ottobre. Per contro, la crescita della produzione industriale dovrebbe rallentare dallo 0,4% m/m in settembre allo 0,2% m/m in ottobre. L’utilizzo della capacità produttiva in ottobre dovrebbe evidenziare un lieve aumento all’80,5% rispetto al mese precedente. È attesa una decelerazione della crescita delle scorte delle aziende in settembre (allo 0,5% m/m rispetto allo 0,8% di agosto). Giovedì saranno pubblicati i dati sulle aperture di nuovi cantieri residenziali (-2,7% m/m) e sui permessi edilizi (-2,8% m/m) negli USA in ottobre, due ambiti in cui il mercato prevede un’ulteriore flessione. Verranno inoltre resi noti il Business Outlook della Fed di Filadelfia e i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione per novembre. Il mercato sconta un’ulteriore debolezza delle prospettive per l’attività economica e un aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione.

Venerdì infine sarà la volta delle vendite di case esistenti negli USA; a tal proposito il mercato stima una continua decelerazione (-7,4% m/m). Scopriremo anche l’inflazione dei prezzi al consumo (CPI) e il CPI core in Giappone in ottobre che, a detta del mercato, dovrebbero dare ancora prova di resilienza.