La forte svolta positiva del mercato azionario tedesco e cinese

Thomas Tilse, Director, Head of Portfolio Strategy Private Clients Allianz Global Investors -

Da inizio anno le azioni tedesche e cinesi hanno evidenziato una forte performance relativa. In particolare, hanno registrato un netto recupero rispetto ai minimi di settembre – ottobre 2022: negli ultimi 3 mesi e mezzo il Dax infatti è salito di oltre il 30% e il mercato cinese del 20%.

Germania e Cina, scenari

Allo stesso tempo, il contesto economico generale appare più preoccupante. Nel medesimo periodo i principali indicatori anticipatori hanno evidenziato continue flessioni e quasi tutte le previsioni circa la crescita nel 2023 risultavano e risultano tuttora molto scettiche. Le previsioni ufficiali formulate dai più importanti istituti a fine anno erano infatti tutte allineate su una recessione nei principali Paesi avanzati. Sembra quasi che il diffuso scetticismo degli economisti sia stato il punto di partenza per la ripresa del mercato. E la cosa non sorprende. Si riteneva che la Germania, data la sua forte dipendenza dal gas, sarebbe stato uno dei Paesi più colpiti dalle ripercussioni del conflitto in Ucraina.

La Cina invece si era addentrata in un territorio inesplorato in ragione della politica di tolleranza zero nei confronti della Covid e della conseguente sospensione dell’attività in diversi settori dell’economia. In tale contesto gli economisti non avevano molte ragioni per sperare in un miglioramento, tanto più considerando i seri problemi posti dall’inflazione galoppante, alimentata dagli sconvolgimenti lungo le filiere e dalla crisi energetica. La buona performance dei mercati azionari è quindi anzitutto conseguenza di significative sorprese positive (come sempre accade). In primo luogo, l’area euro ha beneficiato della netta flessione dei prezzi dell’energia e in particolare di quelli del gas (cfr. grafico della settimana). Gli investitori internazionali avevano subito identificato le imprese tedesche come fortemente penalizzate dal conflitto in Ucraina; di conseguenza nell’autunno 2022 le azioni tedesche avevano perso terreno e presentavano valutazioni molto interessanti. Allo stesso modo la Cina aveva sperimentato l’interruzione pressoché totale di tutti i settori di attività nelle principali aree economiche.

Poi si sono verificate due grandi novità all’inizio del nuovo anno. La Germania ha superato in modo ottimale la crisi del gas grazie alla gestione del Ministero dell’economia oltre che a condizioni climatiche miti. E la Cina ha sorpreso i mercati con il repentino allentamento delle misure anti Covid e una rapida e generale riapertura dell’economia.

Una situazione che però deve superare la prova dei fatti: le sorprese positive porteranno ad una svolta davvero sostenibile? Oppure le banche centrali dei principali Paesi sviluppati, impegnate a contrastare l’inflazione tramite il rialzo dei tassi di interesse, freneranno la ripresa al punto che il sollievo cederà presto il posto alla disillusione? Ogni dichiarazione o intervista dei membri dei consigli direttivi delle autorità monetarie viene passata ai raggi X, ogni singola parola viene valutata attentamente, ogni commento sull’inflazione su entrambe le sponde dell’Atlantico viene setacciato alla ricerca di elementi negativi.

Ma c’è comunque un elemento di speranza: il recente sondaggio di Bank of America tra gli investitori istituzionali sulle probabilità di una recessione nel 2023 indica un cauto miglioramento. Il numero degli scettici, salito alle stelle lo scorso autunno, è leggermente diminuito, e il trend verso previsioni sempre più pessimistiche sembra essersi interrotto.

La settimana prossima

In base agli sviluppi globali, per la prossima settimana ci attendiamo la prima serie di decisioni delle banche centrali di quest’anno negli USA, nell’Eurozona e in Gran Bretagna.

Dopo le dichiarazioni restrittive durante la conferenza stampa di dicembre ci attendiamo una conferma della linea adottata. Una conclusione prematura della politica restrittiva comporterebbe troppi rischi.

Nell’area euro e nei maggiori Paesi core saranno pubblicati nuovi dati sull’andamento dell’inflazione, dai quali dovrebbe trasparire un’ulteriore distensione. Grazie alla decelerazione dei prezzi dell’energia i prezzi al consumo saranno inferiori rispetto a quelli dello scorso anno. Ma tale evoluzione non basterà per far cambiare rotta alla BCE.

Pertanto la prossima settimana vi sarà molta attesa anche per il tasso di disoccupazione nell’area euro e in Germania; il mercato prevede dati relativamente solidi tanto in Europa quanto negli Stati Uniti, dove la solidità del mercato del lavoro sostiene la spesa al consumo e consente al contempo alla Fed di continuare a inasprire la politica monetaria al fine di conseguire i suoi due obiettivi.

Completeranno il quadro gli indicatori del sentiment nell’Eurozona e l’indice dei responsabili degli acquisti di gennaio per USA e Cina. Saranno inoltre rese note nuove proiezioni sul prodotto interno lordo (PIL) dell’area euro nel quarto trimestre 2022. Ci attende quindi una settimana ricca di dati rilevanti. In presenza di indicatori del sentiment in ulteriore miglioramento, la fase di recupero del mercato azionario potrebbe proseguire.