Mercato del credito privato, quali prospettive per il 2023

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Quali sono le prospettive del credito privato statunitense in un periodo di scarsa liquidità? Ad analizzare gli scenari è Randy Schwimmer, Senior Managing Director, Co-Head of Senior Lending di Churchill Asset Management, società del gruppo Nuveen con circa 40 miliardi di dollari di capitali impiegati in oltre 300 investimenti.

Il mercato del credito dalla Grande Recessione a oggi

Per descrivere i possibili scenari futuri bisogna prima fare un passo indietro. Per oltre un decennio, che comprende anche il periodo della pandemia di COVID-19, la maggior parte del capitale è confluito in un’unica direzione: i mercati. Questo perché dalla Grande Recessione del 2008, la Federal Reserve ha mantenuto bassi i tassi di interesse, prossimi allo zero. Il credito pubblico, prestiti e obbligazioni, ha quindi beneficiato di questo sostegno. Gli investitori hanno cercato investimenti con rendimenti premium rispetto alla liquidità del credito, pur mantenendo un basso rischio.

La pandemia ha minacciato di sconvolgere questo slancio che è stato prontamente ristabilito dall’intervento della Fed. La salvaguardia della liquidità, unito ai problemi nella catena di approvvigionamento, ha provocato però insolite pressioni al rialzo dell’inflazione, con un livello dei prezzi al consumo che non si vedeva da decenni.

La Fed ha dovuto attuare una politica più aggressiva che gli investitori hanno tradotto con un aumento del rischio di recessione e di default.
Con la politica aggressiva della Fed, la liquidità nel sistema bancario sta soffrendo. Si prevede che le riserve bancarie si riducano di un terzo, da 3.000 miliardi di dollari a 2.000 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2023. Con l’impennata dei tassi di prestito overnight da quasi zero di un anno fa a quasi il 4% previsto per la fine del 2022, i prestatori vedono ridursi i rapporti di copertura degli interessi su operazioni ad alta leva finanziaria. Di fronte a questo scenario alcuni credit investors hanno assunto una posizione attendista.

La rivalutazione della situazione attuale fa ben sperare per il settore del credito privato, afferma Randy Schwimmer di Churchill Asset Management, società di Nuveen specializzata negli investimenti nel private debt e nel private equity attiva in Nord America: “Riteniamo infatti che la scarsità di capitale sia in ultima istanza, vantaggiosa per i prestiti illiquidi”. I prestatori diretti hanno accumulato livelli record di liquidità negli ultimi cinque anni. E per diversi motivi, i gestori esperti stanno diventando sempre più prudenti nell’impiegare le capacità che hanno a disposizione.

Rischio vs. opportunità nel credito privato

Nel passaggio da un mondo di “abbondanza” a uno di “scarsità”, i mercati del credito faticano ad adattarsi. Si tratta di un gioco di equilibri:
– In primo luogo, gli investitori in fondi di credito sono più cauti rispetto a nuove allocazioni a causa della volatilità del mercato e alle preoccupazioni per il rallentamento dell’economia
– La dislocazione dei prestiti ampiamente sindacati ha spinto gli emittenti a rivolgersi ai mercati privati per trovare soluzioni di credito. Si stima che circa 1.000 miliardi di dollari di capitale è investito in private credit oggi.
– Sebbene le preoccupazioni per la recessione possano rallentare le fusioni e acquisizioni da qui alla fine dell’anno, la domanda repressa da parte di sponsor di private equity che dispongono di liquidità degli LP, guiderà il flusso una volta che le condizioni lo consentiranno.

Gli sponsor troveranno un ambiente più stimolante nella raccolta fondi nei prossimi anni? I dati del 2022 sembrano suggerire di sì. E lo stesso vale per l’attività di deal.
Di fronte a un periodo di incertezza, i gestori valutano con attenzione il rischio rispetto all’opportunità. La domanda è: ha senso aspettare un cambiamento di direzione dell’economia? La risposta alla domanda risiede nel ruolo del gestore in una classe di attività illiquida. Per il private equity e il credito, la costruzione del portafoglio è fondamentale. L’importanza di scegliere gli assets giusti fin dall’inizio determina in gran parte i rendimenti.

La chiave dei prestiti incentrati sugli sponsor sono le relazioni. “In un mondo di maggiore selettività, le relazioni sono importanti. Oggi non conta solo chi conoscete, ma anche chi si fida di voi”, afferma Randy Schwimmer.
Gli sponsor si stanno adattando, raggruppando un maggior numero di transazioni tra un gruppo più ristretto di attori fidati, piuttosto che affidarsi a un solo lead per l’intera operazione. La prospettiva di una pausa nell’attività M&A ha spinto gli sponsor a guardare alle piattaforme per la crescita. I gruppi di credito stanno quindi ricevendo finanziamenti aggiuntivi.

L’andamento del credito privato ad oggi

C’è un cambiamento in corso e si sta passando da un mondo in cui l’assunzione del rischio veniva premiata, a uno in cui viene penalizzata se non viene gestita in modo appropriato. La domanda per gli investitori di private credit è: si può essere ricompensati oggi gestendo livelli di rischio più elevati?

L’attuale annata del credito è decisamente più favorevole per gli investitori rispetto a quello dell’ultimo decennio. È dal 2010 che non si vedevano rendimenti vicini al 10% per il debito senior del mercato medio, spiega l’outlook di Churchill Asset Management. “Ma emittenti che non hanno bisogno di affrontare il mercato del debito potrebbero scegliere di attendere fino a quando le condizioni non si attenueranno”. Un film che i private credit managers hanno già visto.

Con i tassi e gli spread in rialzo, l’attività di rifinanziamento ha subito un netto rallentamento. Il periodo medio di detenzione per i prestiti diretti di due o tre anni dovrebbe di conseguenza allungarsi. Quali sono le implicazioni di questa tendenza? “Il rischio di duration è ancora modesto rispetto al reddito fisso. Ma spostare l’ago della bilancia sui rendimenti medi e sulla leva finanziaria in un portafoglio ampio e diversificato richiede tempo. Inoltre diventa più difficile fare trading su altre strategie, settori o attività”, si legge nell’outlook. In conclusione per gli investitori di private credit i prossimi trimestri saranno costruttivi.

Prospettive per il 2023

Se guardiamo al 2023, bisogna spostare il focus e analizzare l’impatto del rialzo dei tassi e dell’inasprimento quantitativo sui mercati dei capitali e sul credito privato.
Secondo Randy Schwimmer i fattori che incideranno sull’espansione del credito privato nel 2023 sono:
– A fronte di uno stallo dei finanziamenti dal sistema bancario, le strategie di credito privato avranno un nuovo e maggiore impulso.
– A causa dell’elevata incertezza sulle prospettive economiche e con una domanda di prestiti in crescita, si crea un ambiente molto favorevole per i private lender che saranno ancora più selettivi riguardo alle opportunità da cogliere.
– A fronte di un rallentamento dell’attività di M&A, i gestori con il miglior flusso di transazioni proprietarie assisteranno ad un’espansione dei volumi e della qualità delle singole operazioni.
– Nei diversi cicli di mercato, i gestori del credito privato più esperti possono ottenere condizioni vantaggiose per gli investitori e offrire un portafoglio diversificato con bassi tassi di insolvenza.
– In un periodo di scarsa liquidità, i gestori con una gamma completa di soluzioni di private capital e solide relazioni con gli sponsor nei settori difensivi si troveranno in una posizione privilegiata come finanziatori.