Che cosa significa ESG per il private credit?

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Secondo Bloomberg, gli asset ESG supereranno i 53.000 miliardi di dollari a livello globale entro il 2025, quasi il 40% dei previsti 140,5 trilioni di dollari di asset in gestione (AUM). Il 95% delle società dello S&P 500 ha dati ESG pubblici e dettagliati. A Wall Street, secondo Morningstar, i fondi comuni di investimento e gli ETF legati all’ESG hanno raccolto 51 miliardi di dollari di capitale nel 2020, più del doppio del totale per il 2019 e quasi 10 volte superiore al 2018.

L’impatto dei fattori ESG (acronimo di Environmental, Social e Governance) sul comportamento degli investitori e dei manager ha cambiato il modo in cui guardiamo il mondo. Randy Schwimmer Senior Managing Director, Co-Head of Senior Lending e Mickey Weatherston, Head of Sustainability and ESG Integration di Churchill Asset Management, società del gruppo Nuveen specializzata negli investimenti nel private debt e nel private equity attiva in Nord America, spiegano che cosa significa per il private credit.

Sebbene i credit managers non siano coinvolti nella gestione diretta delle società che finanziano (un’eccezione è rappresentata dall’impact investing), la selezione delle società sulla base dei criteri ESG è uno strumento potente per i finanziatori. Le società più grandi, in particolare gli emittenti di prestiti sindacati, possono essere incentivate con sconti sullo spread per il raggiungimento di determinati obiettivi ESG. L’utilizzo di fattori ESG all’inizio della due diligence è fondamentale per stabilire parametri di riferimento rispetto ai quali misurare la performance futura.

L’approccio responsabile costituisce un elemento trasversale per tutto il patrimonio gestito da Nuveen, il cui impegno affonda le radici in oltre 50 anni di leadership negli investimenti responsabili attraverso la capogruppo TIAA (Teachers Insurance and Annuity Association of America). Nel 2017 Churchill ha iniziato a collaborare con il team Responsible Investing di Nuveen, per integrare i fattori ESG nel suo processo di investimento.

Il processo di valutazione ESG di Churchill:

1. Ampio screening negativo rispetto alle esclusioni delle società – Il metodo identifica gli investimenti in aziende che sono contrarie ai valori di Churchill
2. Raccolta dei dati ESG – Per determinare i principali rischi e le opportunità ESG, Churchill utilizza uno strumento proprietario sviluppato in collaborazione con il team Responsible Investing di Nuveen.
3. Calcolo del punteggio ESG totale – Ogni società in portafoglio viene valutata in base agli aspetti E, S e G della propria attività, oltre a un punteggio totale finale che determina se una società è leader, in ritardo o neutrale rispetto alle altre aziende del settore.
4. Interpretazione del punteggio ESG – Il sistema proprietario di punteggio e valutazione aiuta a identificare se un’azienda presenta le migliori pratiche, pratiche medie o una gestione carente dei fattori ESG identificati come più importanti.

Tutti gli elementi della due diligence ESG (rating ESG complessivo, reputational risk screening, valutazione del rischio climatico fisico e transitorio) sono fondamentali per valutare se le società in portafoglio soddisfano gli standard ESG di Churchill.
Una preoccupazione costante degli investitori di private credit è la disponibilità di dati ESG. Oltre tre quarti dei partecipanti a un recente sondaggio sul private debt ESG, condotto dalla European Leveraged Finance Association, ha affermato che la mancanza di informazioni ESG costituirebbe un ostacolo nelle trattative e porterebbe i gestori a rifiutare le opportunità.

Per colmare meglio il divario di dati ESG tra le società di private equity e di credito privato e standardizzare le informazioni di mercato, Churchill ha lavorato a fianco del PRI delle Nazioni Unite e di altri firmatari per contribuire allo sviluppo della Private Credit-Private Equity ESG Factor Map. L’obiettivo principale di questo strumento è quello di promuovere la collaborazione tra sponsor e partner, partendo da un insieme standard di fattori ESG condivisi durante il processo di investimento.

In conclusione, sottolineano Randy Schwimmer e Mickey Weatherston, “i fattori ESG non devono essere visti come un’imposizione agli investitori di principi esterni all’universo degli asset (…). Ciò che conta, in fin dei conti, non è la definizione o la categorizzazione di questi principi, ma lo sforzo stesso di creare un allineamento, modificato se necessario nel corso del tempo, con gli standard morali ed etici della vostra società e con le scelte di investimento che fate”.