Insurtech: come sta evolvendo lo scenario dei rischi per le imprese a livello globale?

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A firma di Sauro Mostarda, CEO di Lokky

 

La crisi legata all’aumento del costo della vita, agli effetti del cambiamento climatico, alla crescita dell’inflazione, agli attacchi informatici e alla criticità delle infrastrutture rappresenta la principale minaccia che il mondo dovrà affrontare nei prossimi due anni, secondo quanto emerso dal Global Risk Report 2023, lo studio basato sulla consultazione di 1200 esperti provenienti dal mondo accademico, aziendale e politico, per identificare i rischi economici, sociali, geopolitici, ambientali e tecnologici futuri. I rischi climatici e ambientali sono la maggiore minaccia per il prossimo decennio, ma anche quella per cui sembriamo essere meno preparati. La mancanza di progressi significativi e coordinati sugli obiettivi climatici ha mostrato infatti la divergenza tra quello che è scientificamente necessario per raggiungere le emissioni zero e quello che è politicamente fattibile.

 

Se si guarda al mondo delle imprese, negli ultimi anni lo scenario dei rischi a livello globale si è evoluto in modo significativo ed è diventato ancora più complesso, a causa di fattori come la globalizzazione, la digitalizzazione, la pandemia da Covid-19 e l’attuale situazione geopolitica mondiale. Questi eventi hanno portato a disuguaglianze finanziarie, economiche e patrimoniali tra molte aziende, causando difficoltà particolari per le piccole e medie imprese. 

Sebbene questi eventi siano in parte conseguenza dell’attuale momento storico, le loro conseguenze rappresentano una concreta minaccia per le piccole e medie imprese che spesso, a differenza delle grandi aziende, non hanno le risorse necessarie per gestire efficacemente i rischi. I dati di Eurostat parlano chiaro: nel quarto trimestre del 2022 i fallimenti delle aziende sono aumentati del 26% rispetto ai tre mesi precedenti, raggiungendo il livello più alto dal 2015. Anche le registrazioni di nuove imprese sono leggermente diminuite (-0,2%) nel quarto trimestre del 2022 rispetto a quello precedente. Le imprese, attualmente, stanno focalizzando maggiormente le proprie attenzioni sull’approvvigionamento energetico e delle materie prime, le catene del valore e gli attacchi informatici.

 

In questo scenario, la gestione del rischio assume un ruolo ancora più centrale. Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Crisi e dell’Insolvenza, molte imprese stanno implementando politiche di risk management sempre più sofisticate, in collaborazione con partner commerciali, istituzioni governative e organizzazioni internazionali. Inoltre, stanno identificando le minacce, implementando misure preventive e pianificando strategie di risposta in caso di emergenze. 

 

Nell’edizione 2020 dell’Osservatorio sulla diffusione del risk management nelle medie imprese italiane, il 97% delle imprese intervistate ha affermato di non aver previsto la crisi pandemica, ma nella nuova edizione del 2022, il 44,6% delle aziende intervistate ha dichiarato come molto probabile lo scenario di una guerra in considerazione dell’instabilità politica a livello globale, dimostrando che le imprese stanno diventando più attente ai segnali che vengono dall’esterno e che possono variare gli scenari di rischio in cui operano.

 

In conclusione, la gestione del rischio è diventata una competenza cruciale per le imprese che desiderano operare in modo sostenibile e prosperare in un ambiente economico sempre più complesso. Oggi, un’impresa su 4 ritiene prioritario introdurre un sistema di gestione e controllo dei rischi (26,5%)* all’interno della propria realtà. 

 

 

*IX Osservatorio sulla diffusione del risk management nelle medie imprese italiane