Il green in USA e in Europa, IRA vs Green Deal Industrial Plan

Jean-Philippe Desmartin, Head of Responsible Investment Team di Edmond de Rothschild AM -

Firmato negli Stati Uniti nell’agosto 2022, l’Inflation Reduction Act (IRA) erogherà 369 miliardi di dollari in 10 anni per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Paese e, soprattutto, per sostenere il settore industriale green americano grazie a degli elementi di natura protezionistica. In risposta, la Commissione europea ha lanciato il Green Deal Industrial Plan, un’estensione del Green Deal Plan che ha però totalmente trascurato gli aspetti protezionistici. Queste nuove misure dovrebbero consentire all’economia di accelerare la transizione verso un futuro a zero emissioni, obiettivo dell’UE per il 2050, e di rafforzare la competitività dell’industria green in Europa, evitando così che le aziende trasferiscano i loro impianti negli Stati Uniti, il che potrebbe comportare una perdita di 25 miliardi di euro in spese di capitale.

Il Net Zero Industry Act (NZIA), il fulcro del piano industriale verde europeo, mira a rafforzare le 8 tecnologie che hanno un ruolo chiave nella decarbonizzazione: i) tecnologie solari fotovoltaiche e solari termiche; ii) energia eolica onshore e energia rinnovabile offshore; iii) batterie e stoccaggio; iv) pompe di calore e geotermia; v) elettrolizzatori e celle a combustibile; vi) biogas/biometano; vii) cattura e stoccaggio del carbonio (CCS); e viii) tecnologie di rete. Questo consolidamento comporterà l’aumento della produzione nell’UE delle tecnologie necessarie per la transizione verso emissioni nette zero, per garantire la competitività dell’industria europea. L’obiettivo è che il 40% del fabbisogno annuale di tecnologie strategiche a zero emissioni sia prodotto nell’UE entro il 2030. Il rafforzamento di queste industrie verdi richiederà anche la riqualificazione e l’aggiornamento professionale. La proposta prevede la creazione di “Accademie dell’Industria Net Zero”, progettate per garantire la disponibilità di lavoratori qualificati e competenti a sostegno della produzione di tecnologie net-zero. Inoltre, l’accelerazione e la semplificazione della concessione dei permessi dovrebbero contribuire a stimolare l’industria.

Affinché la strategia sia attuabile, l’UE deve anche ridurre la propria dipendenza – in particolare dalla Cina – per la fornitura di materie prime critiche. Entro il 2030, la domanda di metalli provenienti da terre rare aumenterà da 5 a 6 volte se l’UE vuole generare la quantità di energia eolica prevista. Nello stesso periodo, la domanda di litio, un componente chiave per le batterie dei veicoli elettrici, dovrebbe crescere di 12 volte. Con il Critical Raw Material Act (CRMA), l’UE intende quindi rafforzare le proprie capacità di estrazione e di estrazione. Ciò richiederà che l’UE fornisca almeno il 10% del suo consumo annuale per l’estrazione, almeno il 40% del suo consumo annuale per la lavorazione e almeno il 15% del suo consumo annuale per il riciclaggio. Inoltre, non più del 65% del consumo annuale dell’Unione di ciascuna materia prima strategica dovrà provenire da un singolo Paese terzo. I programmi prevedono anche procedure di autorizzazione semplificate e l’accesso ai finanziamenti per i progetti sui materiali critici.

Per alcuni critici, il fatto che l’energia nucleare e il carburante sostenibile per l’aviazione (SAF) non siano stati riconosciuti come tecnologie strategiche può essere dannoso per l’Europa dal punto di vista climatico e industriale. Con l’IRA che offre un sussidio di 1,25 dollari per ogni gallone prodotto, sembra probabile che le aziende energetiche effettueranno massicci investimenti per la costruzione di bioraffinerie negli Stati Uniti. Per quanto riguarda i finanziamenti, oltre all’impiego dei capitali esistenti, si prospetta la creazione di un nuovo fondo europeo per la sovranità e l’allentamento delle norme sugli aiuti di Stato. Ciò andrebbe a vantaggio dei Paesi che hanno i mezzi finanziari per sovvenzionare le proprie industrie, come la Germania o la Francia. È quindi necessario uno strumento europeo a livello comunitario per evitare una pericolosa corsa ai sussidi all’interno dell’Unione Europea. La proposta passerà ora attraverso la procedura legislativa ordinaria dell’UE e sarà discussa e approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’UE.