Credit Outlook, bloccati tra incudine e martello

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È più di un anno che i mercati parlano di un’imminente recessione negli Stati Uniti. Per il momento, la recessione ancora non c’è stata, ma con una prospettiva di rialzo dei tassi o di recessione i mercati si ritrovano tra l’incudine e il martello.

I mercati sono bloccati tra un contesto di inflazione ostinata e una recessione. Le banche centrali, inoltre, potrebbero dover imporre un rallentamento dell’economia per combattere l’inflazione. La Germania è recentemente entrata in recessione tecnica, dopo due trimestri consecutivi di crescita negativa del PIL.

L’aumento della spesa per i consumi ha reso l’inflazione più ostinata del previsto, costringendo la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve USA a ribadire il proprio atteggiamento aggressivo e ad alzare di nuovo i tassi. Di conseguenza, le condizioni finanziarie si sono inasprite ulteriormente e molti settori iniziano a risentirne.

Ciò vale soprattutto per l’Europa, dove una percentuale maggiore di prestiti è a tasso variabile. I nuovi prestiti hanno subito un netto rallentamento. Sui mercati sviluppati la spesa in conto capitale non contribuisce alla crescita, nonostante il deciso sostegno che ci si attendeva da programmi come l’Inflation Recovery Act o dall’onshoring dell’industria tecnologica.

Maggiore volatilità

L’incertezza delle prospettive macroeconomiche e le aspettative di inflazione accrescono la volatilità. Ciò è emerso nuovamente a marzo, durante la crisi delle banche regionali statunitensi e di Credit Suisse. Abbiamo colto l’opportunità per aggiungere rischio ai portafogli, visto il notevole calo dei prezzi dei titoli finanziari. Da allora il mercato si è in gran parte stabilizzato sui livelli di febbraio, pur mostrando qualche sacca di valore.

La strategia di acquisto sui ribassi (e di vendita nelle fasi di rialzo) a base conservativa rimane quindi il nostro approccio preferito. I tassi e i timori di recessione si stanno rivelando fattori chiave in questo ciclo. Anche se i rendimenti USA a 10 anni sembrano vicini al picco, permangono volatilità e incertezza. Le valutazioni si aggirano ancora intorno alla media di lungo periodo, ma sono più elevate rispetto a inizio anno, mentre le condizioni finanziarie si sono ulteriormente inasprite.