Beni rifugio e petrolio sotto osservazione dopo l’attacco a Israele

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Le tensioni in territorio israeliano hanno portato alla corsa degli operatori finanziari verso beni rifugio come il dollaro Usa, che, complici la stretta monetaria della Fed e la resilienza dell’economia statunitense, quest’anno è già salito del 2,1%. Se chiudesse al rialzo per il terzo anno consecutivo, il biglietto verde metterebbe a segno la più lunga serie di aumenti dal 2016, con conseguenti pressioni sui Paesi importatori di energia, in particolare gli Emergenti come India e Cina.

Allo stesso tempo, le ostilità in Israele hanno determinato anche un’impennata dei prezzi del petrolio, dal momento che il coinvolgimento dell’Iran e di Hezbollah fa temere potenziali ripercussioni sul fronte della produzione: questa mattina il prezzo del petrolio è salito del 3%, con il Brent in recupero rispetto alla scorsa settimana. Beni rifugio come il dollaro Usa e l’oro, nonché il prezzo del petrolio saranno tre indicatori chiave da tenere sotto attenta osservazione nelle prossime settimane.