Business, guida a 3 trend per il 2024

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Se a livello geo-politico e macroeconomico, la prudenza appare ancora regnare sovrana nelle stime e nelle ipotesi di scenario delle principali case di ricerca globali, con una convergenza media nell’ipotizzare un raffreddamento dell’inflazione e una conseguente stabilizzazione e graduale riduzione dei tassi di interesse 1 (con impatti tutti da verificare su lavoro, consumi, energia e flussi commerciali) a livello di business e settori si trova invece maggiore e più diffusa consapevolezza dei fattori che effettivamente potrebbero fare la differenza nel 2024.

I 3 macro-trend che maggiormente impatteranno il business nel 2024

Con l’obiettivo di contribuire alla formulazione di una previsione sul mondo del business nel 2024, Benedetto Buono, founding partner della boutique di consulenza strategico- relazionale Buono & Partners, Direttore del Professional Program in Business Networking della POLIMI Graduate School of Management e autore di libri sull’innovazione e sul capitale relazionale, ha individuato 3 macro-trend che, tra gli altri, potrebbero caratterizzare l’evoluzione di industrie e settori nel corso del 2024:

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1. L’intelligenza Artificiale. L’Intelligenza Artificiale sarà un settore fondamentale in cui investire, indifferentemente dal settore in cui si opera, fondamentalmente “per non restare indietro”. Infatti, anche secondo una ricerca condotta da Goldman Sachs 2, l’IA ha il potenziale per apportare cambiamenti radicali all’economia globale, entrando in maniera preponderante nelle attività delle aziende e nella società,
determinando anche un possibile aumento del +7% del PIL globale, aumentando la crescita della produttività di 1,5 punti percentuali in un periodo di 10 anni.

Questo porterà ad un totale cambio di paradigma nel mondo del lavoro e il 2024 sarà l’anno dove si toccherà con mano la sua potenza e utilità, impattando su efficienza e produttività. È fondamentale quindi analizzare e comprendere le potenzialità e i campi di applicazione dell’intelligenza artificiale, nonché i possibili campi di utilizzo, ad esempio, del generare contenuti, idee, immagini, oltre che di efficientamento dei task e di personalizzazione delle esperienze di acquisto 34 . Se il 2023 ha fatto scoprire al mondo le possibilità dell’AI, rendendola mainstream, il 2024 la consoliderà come l’elemento principale di qualsiasi settore.

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2. L’importanza delle soft skills. Direttamente collegata al dilagare delle nuove tecnologie e, in primis, dell’AI, nel mondo del lavoro si assisterà al compimento di una vera e propria rivoluzione, originata appunto dai progressi in campo scientifico, tecnologico e dell’innovazione. Si configurerà un pensiero totalmente nuovo rispetto al modo, al tempo e alle condizioni in cui si lavora, anche grazie alla pressione che le nuove generazioni, in ingresso nel mondo del lavoro, stanno portando per un profondo ripensamento dello stesso. Innanzitutto, molte professioni subiranno uno stravolgimento rispetto ad alcune mansioni di operai e dipendenti (per esempio, siti molto visitati come https://willrobotstakemyjob.com/ indicano quando e in che misura i lavori correnti verranno impattati e sostituiti dalle nuove tecnologie) e ciò renderà necessaria una presa di coscienza e di posizione rispetto a quali saranno le competenze realmente necessarie per accedere al mondo del lavoro, rendendo imprescindibile lavorare nel continuo sulla formazione a fini di reskilling e upskilling e a tutto vantaggio della cosiddetta employability degli individui. Se le hard skills diventano così commodities suscettibili ad essere prodotte dalla macchine, le soft skills diventano la via per restare rilevanti, divenendo sempre più importanti nei processi organizzativi: l’intelligenza emotiva, la comunicazione, la capacità di ascolto, la leadership e il networking sono già le competenze indispensabili per provare a sopravvivere allo tsunami professionale in arrivo (per tutti).

3. VUCA. Gli ultimi anni, in particolar modo dopo la pandemia, sono sicuramente stati caratterizzati da continui cambiamenti tra volatilità, incertezza, complessità e ambiguità. La ragione è da rintracciare – oltre che negli stravolgimenti geopolitici in atto – principalmente nella forte e forsennata spinta innovativa e tecnologica che ha reso difficile prevedere il futuro a anche soltanto di breve termine, rendendo arduo mettere a punto delle strategie mediamente affidabili e valide. Questo livello di incertezza impatta l’economia, la politica e aspetti fondamentali per il benessere globale come l’ambiente e la sicurezza. Appare evidente come sarà sempre più necessario convivere con l’incertezza, rendendola – di fatto – come l’unica variabile certa e ricorrente in qualsiasi piano strategico e di sviluppo: ciò si tradurrà in una ricerca di flessibilità estrema (di budget, di offerta, di gestione del capitale umano) al fine di provare a “raddrizzare” la rotta ogni qual volta, sempre più spesso, ce ne sarà bisogno.

In conclusione, il 2024 potrà essere un anno di profonda incertezza per il mondo del business, nel quale occorrerà studiare e analizzare continuamente il presente e le novità che emergeranno, a tutti i livelli, nel quotidiano. Per le imprese italiane, sarà fondamentale crescere, guardando all’estero e trovando un equilibrio finanziario, investendo su competenze e nuove tecnologie. Managerializzare le imprese e accogliere i cambiamenti in atto, saranno altre due chiavi di volta che potranno decretare chi avrà successo e chi no. In ultimo, la resilienza nei propri modelli di business si potrà trovare esclusivamente laddove ci saranno capacità e competenze per costruire ecosistemi, partnership e dialoghi costruttivi con tutti gli stakeholders, adottando strategicamente la pianificazione, l’utilizzo e il monitoraggio del capitale relazionale a disposizione dell’organizzazione.