Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali
L’ Istat ha pubblicato l’aggiornamento periodico su contratti collettivi e retribuzioni contrattuali.
In sintesi si sottolinea come nel terzo trimestre del 2024, per il totale economia, la crescita delle retribuzioni contrattuali è risultata superiore a quella dei prezzi al consumo di poco più di due punti percentuali, proseguendo il graduale recupero del potere d’acquisto. Nel corso degli ultimi mesi la dinamica salariale è stata più sostenuta per il comparto privato, con il settore industriale che, da luglio 2023, mostra variazioni tendenziali mensili superiori al quattro per cento e il settore dei servizi che, in progressivo recupero dallo scorso aprile, a settembre ha registrato anch’esso una variazione tendenziale superiore al quattro per cento. La quota di lavoratori in attesa di rinnovo nel terzo trimestre 2024 è tornata a superare il cinquanta per cento in conseguenza della scadenza, a giugno, degli accordi relativi ai dipendenti delle costruzioni e della metalmeccanica.
Andando ad una maggiore specificità di dettaglio, alla fine di settembre 2024, i 46 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 47,5% dei dipendenti – circa 6,2 milioni – e corrispondono al 45,8% del monte retributivo complessivo. Nel corso del terzo trimestre 2024 sono stati recepiti 8 contratti: calzature, trasporti marittimi, alberghi, Rai, scuola privata laica, scuola privata religiosa, ceramiche, poste.
I contratti che – a fine settembre 2024 – sono in attesa di rinnovo ammontano a 29 e coinvolgono circa 6,9 milioni di dipendenti (il 52,5% del totale). Il tempo medio di attesa di rinnovo a settembre 2024 è pari a 18,3 mesi (era 32,2 a settembre 2023) per i lavoratori con contratto scaduto e a 9,6 mesi per il totale dei dipendenti (era 17,0 a settembre 2023). La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-settembre 2024 è cresciuta del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2023.
L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a settembre 2024 segna un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 3,7% rispetto a settembre 2023; l’aumento tendenziale è stato del 4,6% per i dipendenti dell’industria, del 4,1% per quelli dei servizi privati e dell’1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono: credito e assicurazione (+11,0%), gas e acqua (+6,7%) e settore metalmeccanico (+6,4%). L’incremento è invece nullo per edilizia, farmacie private, telecomunicazioni, ministeri, forze dell’ordine, forze armate e attività dei vigili del fuoco.