Ofi Invest AM: Nel 2025 potrebbe iniziare un nuovo ciclo per i mercati emergenti

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Le azioni dei mercati sviluppati hanno sovraperformato rispetto a quelle emergenti per un arco temporale superiore a 15 anni, soprattutto grazie agli Stati Uniti. Tuttavia, recentemente si sono osservati segnali incoraggianti che potrebbero indicare l’avvio di una fase più positiva per gli EM.

Questi segnali hanno origini diverse. I primi sono chiaramente economici e si basano sul fatto che i mercati occidentali sembrano essere sul punto di avviarsi verso una fase di crescita più contenuta e, forse, persino verso una recessione. Secondo quanto riferisce il Fondo Monetario Internazionale, dall’altro lato il numero di economie emergenti il cui Pil pro-capite crescerà più rapidamente rispetto a quello degli Stati Uniti passeranno dall’essere il 48% all’88% nei prossimi cinque anni. Inoltre, è molto importante considerare che stavolta il ciclo di rialzo non sarà guidato solamente dalla Cina. Infatti, sono le nazioni più densamente popolate come l’India, l’Indonesia e il Vietnam che stanno registrando la crescita del Pil pro-capite più sostenuta e ciò le rende particolarmente attrattive per l’espansione delle imprese.

Il secondo fattore è di natura ambientale, in quanto le economie emergenti sono al centro del movimento per la decarbonizzazione. L’esportazione di commodity come rame e litio e di tecnologie green hanno spesso origine da questi mercati, il che li potrebbe vedere accrescere i loro bilanci e le loro finanze pubbliche. Allo stesso modo, anche il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale sta stimolando l’esportazione di chip e altro materiale elettronico dalla Corea, da Taiwan, dalla Malesia, dalle Filippine e da altre nazioni.

Infine, oggi le valutazioni sono molto attrattive per gli investimenti. Il rapporto P/E degli indici sui mercati emergenti è attorno a 15, ma se si esclude la Cina, si può osservare come le azioni di questi paesi abbiano un P/E ratio di 12,3 e che potrebbero crescere del 22% nell’arco del 2025.

Come noto, il gruppo delle economie emergenti include mercati sparsi in tutte le aree del mondo; tuttavia, vista l’eccellente capacità industriale di cui gode e il fatto che ospita circa il 60% della popolazione mondiale, è l’Asia ad essere la maggiore creatrice di valore. È vero che la Cina sta affrontando un periodo di notevole rallentamento della crescita, ma è vero anche che tra la metà di settembre e la metà di ottobre, le azioni cresciute del 30% grazie a una serie di misure di sostegno emanate dalle autorità di Pechino. Più in generale, il Dragone asiatico oggi è la seconda economia del mondo e può contare su una grande ricchezza di industrie che offrono beni e servizi dalla qualità elevata a un mercato interno gigantesco, fatto di 1,4 miliardi di persone; un grande vantaggio in un mondo che si sta sempre più polarizzando in blocchi contrapposti.