La Cina si presenta alla sfida con Trump con prospettive di crescita positive

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Nel 2024, dopo tre anni di performance deludenti, l’azionario cinese ha guadagnato più del 20%. Nonostante il serio rallentamento dell’economia che persiste ancora oggi, rispetto al passato si osservano segnali di speranza, con le autorità nazionali che sembrano aver preso piena consapevolezza della gravità della situazione. Il rischio che il paese possa conoscere la deflazione è ancora alto, il prezzo delle case – che rappresentano circa il 70% del patrimonio delle famiglie – si è ridotto del 30% dal 2021 e, di conseguenza, la fiducia dei consumatori è crollata drasticamente, aggravata anche da una disoccupazione giovanile superiore al 20%.

Per fermare questo circolo vizioso, dallo scorso settembre Pechino ha emanato una serie di provvedimenti, riconducibili a tre differenti obiettivi: ristrutturare il debito nei bilanci dei vari governi locali, stabilizzare il mercato immobiliare e dare una forte spinta ai consumi interni. Quest’ultimo punto è fondamentale, in quanto i consumi delle famiglie possono diventare la scialuppa di salvataggio del Dragone, qualora le esportazioni verso gli Stati uniti dovessero essere colpite in modo particolarmente duro dalla politica commerciale che il presidente Trump ha dichiarato di voler applicare.

Ma ad oggi, i provvedimenti presi sono stati efficaci? Secondo i parametri più recenti, si sono osservati dei miglioramenti che fanno propendere per una risposta affermativa. Il purchasing managers index (PMI) per il settore manifatturiero era 50,1 lo scorso dicembre; leggermente inferiore alle attese, ma superiore alla soglia critica dei 50 punti per il terzo mese consecutivo. Lo stesso indice ha anche registrato una netta risalita nei servizi, passando dai 50,2 e 50 punti rispettivamente di ottobre e novembre, a 52,2 a dicembre. Inoltre, la Cina è riuscita a centrare l’obiettivo di crescita del 5% del 2024, con il governo che intende replicare questa performance anche quest’anno. Al tempo stesso, i rendimenti dei titoli sovrani hanno toccato nuovi minimi storici, con le obbligazioni decennali che rendono meno dell’1,60% e quelle a due anni appena l’1%.

Inoltre, per il 2025 sono previste nuove misure più proattive e coordinate, volte a spingere i consumi e ripristinare la fiducia degli investitori. Anche le valutazioni del mercato azionario oggi appaiono attrattive, con un P/E ratio di 11 e, viste le intenzioni appena descritte, le possibilità che questo possa vivere un forte anno di crescita sono alte.

In conclusione, può essere utile osservare anche le previsioni per il resto dell’Asia. Per farlo, si può osservare l’EM Asia ex-China index, che racchiude 430 imprese attive nei principali paesi emergenti del continente (Cina esclusa), che assieme contano una popolazione di oltre 2 miliardi di persone. Non solo, la capitalizzazione di questo mercato ammonta a più di 4.200 miliardi di dollari, ma offre un interessante mix di fondamentali solidi (come nel caso dell’India) e di esposizione a trend di lungo termine come l’intelligenza artificiale. Di nuovo, le valutazioni appaiono attrattive, con un P/E ratio di 15.