Outlook 2025 – Azioni europee
Chi crede che un investimento in azioni globali offra diversificazione si sbaglia; infatti, oggi il peso degli Stati Uniti negli indici azionari globali è ancora preponderante. È evidente che la fiducia nei confronti dell’Europa è scarsa a causa di problemi economici reali che affliggono le grandi economie core, di politiche sbagliate, dell’eccessiva burocrazia che frena la produttività, nonché della cattiva gestione della transizione verso net zero che si fonda più sulle ideologie che su progetti concreti.
Le azioni europee sono esposte a molti dei fattori di crescita strutturale nelle economie globali, presentano valutazioni modeste rispetto ai dati storici e sono assai più convenienti del mercato azionario statunitense che è molto costoso rispetto ai dati storici e fortemente concentrato su un numero limitato di titoli tecnologici.
I mercati azionari europei sono frammentari, non sono un unico mercato, con grandi differenze in termini di performance economica nella regione, dove alcuni Paesi hanno una crescita in linea con quella degli Stati Uniti. Le società in cui investiamo in genere sono esposte alle principali tendenze strutturali delle economie globali. Nel complesso, continuiamo a essere ottimisti sulle prospettive delle azioni europee.
Le debolezze dell’Europa, che gravano sulla fiducia degli investitori nei confronti delle azioni europee, sono state illustrate molto bene nel celebrato “Rapporto Draghi”.
Il rapporto Draghi ha suscitato reazioni di entusiasmo in politica, ma non sembra aver spinto a cambiamenti concreti. La rielezione del Presidente Trump, i cambiamenti sul fronte dell’offerta negli Stati Uniti, una cultura aziendale rinvigorita e le politiche dell’energia più favorevoli alla crescita metteranno indubbiamente in difficoltà le élite politiche europee che dovranno rispondere a tali cambiamenti. La crescita in Europa beneficerebbe di una riduzione della burocrazia che rallenta la produttività, nonché di politiche dell’energia ben ponderate che riconoscono la necessità della decarbonizzazione ma adottano un approccio più pragmatico.