Cina: perché puntare su e-commerce, beni di consumo e istruzione

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Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, è probabile che il suo secondo mandato riporti in auge dazi e restrizioni delle esportazioni, con relative preoccupazioni sulla capacità della Cina di resistere a un ritorno delle politiche “America First”. Sebbene nel 2023 il Messico sia diventato il principale partner commerciale degli Stati Uniti superando la Cina, quest’ultima continua a contribuire in modo significativo al deficit commerciale degli Stati Uniti, rimanendo particolarmente esposta a potenziali aumenti tariffari.

Il secondo mandato di Trump potrebbe segnare il ritorno di politiche commerciali aggressive, con dazi che, nello scenario più pessimista, andrebbero a colpire fino al 60% delle esportazioni cinesi. Settori chiave come tecnologia, produzione manifatturiera e beni di consumo subirebbero notevoli pressioni, e ciò rappresenterebbe un’ulteriore sfida per la Cina. Nel peggiore dei casi, questi dazi potrebbero ridurre la crescita del PIL cinese dell’1,5%-2%, minacciando la fragile ripresa della Cina e la sua capacità di raggiungere l’obiettivo di crescita del 5%.

Nonostante i recenti interventi delle autorità cinesi, la portata delle misure resta limitata, attestandosi solo a circa l’1% del PIL. Nonostante alcuni segnali di sollievo a breve termine, tra cui il rialzo delle azioni cinesi, vi sono diversi fattori che continuano a pesare sull’economia, come le persistenti pressioni deflazionistiche, la debole fiducia dei consumatori e l‘irrisolta crisi del mercato immobiliare. Inoltre, Pechino si trova a dover affrontare notevoli sfide interne, tra cui l’elevato debito pubblico, la tensione nel settore bancario e una domanda interna debole.

Affinché le iniziative abbiano un impatto significativo, sarebbe necessario un livello di stimolo senza precedenti, abbinato a una significativa liberalizzazione economica e a riforme orientate al mercato.

Guardando ai mercati emergenti più in generale, questi potrebbero subire una trasformazione grazie agli stimoli fiscali di Pechino, dal momento che la Cina continua a rappresentare un motore di crescita fondamentale per gli EM. L’aumento dei consumi interni potrebbe incrementare la domanda di materie prime, a vantaggio degli esportatori dell’America Latina e dell’Africa. Tuttavia, la dipendenza dagli investimenti finanziati tramite debito comporta dei rischi, soprattutto per i mercati emergenti che dipendono dai finanziamenti cinesi. Le tendenze deflazionistiche della Cina potrebbero avere ripercussioni anche a livello globale, frenando l’inflazione e mettendo alla prova le economie basate sulle esportazioni, come quella della Germania.

Un dollaro statunitense più forte sotto la seconda amministrazione Trump potrebbe indebolire lo yuan cinese, sotto pressione a causa del calo delle esportazioni e della diminuzione degli investimenti esteri. La persistente deflazione e la limitata flessibilità monetaria hanno ridotto l’attrattiva dei titoli di Stato locali cinesi, con rendimenti dell’1,5%-2,0%.

Tuttavia, i mercati obbligazionari emergenti potrebbero celare delle opportunità. Gli spostamenti delle catene d’approvvigionamento al di fuori della Cina stanno spingendo gli investimenti verso il Sud-est asiatico e l’America Latina, in particolare per quel che riguarda i centri manifatturieri, tecnologici e logistici. I mercati emergenti con un elevato potenziale di carry trade e margini per un allentamento monetario, potrebbero trarre vantaggio da maggiori afflussi di capitali. Un’esposizione strategica agli esportatori di metalli latinoamericani, in particolare ai produttori di rame in Cile e Perù, potrebbe attenuare i rischi derivanti da interruzioni dell’approvvigionamento globale.

Quest’anno i mercati azionari cinesi potrebbero vedere una ripresa, sostenuti dagli stimoli fiscali e monetari che fungono da base per i mercati. L’MSCI China Index prevede una crescita degli utili del 9% nel 2025, e la bassa base potrebbe preparare il terreno per una ripresa, soprattutto perché gli asset cinesi rimangono in gran parte sottopesati dagli investitori stranieri. Si prevede che continueranno a essere implementate iniziative incentrate sui consumatori, come i sussidi per i veicoli elettrici e la promozione del turismo, e inoltre potrebbe essere introdotto un sostegno mirato per le famiglie e i nuclei familiari a basso reddito.

I settori orientati al mercato interno, come l’e-commerce, i beni di consumo discrezionali e l’istruzione, potrebbero beneficiare delle politiche di stimolo e registrare sovraperformance. Anche il gaming online presenta delle potenzialità, poiché il suo successo si basa più sull’innovazione dei prodotti che sulle condizioni macroeconomiche. Tuttavia, le aziende tecnologiche che si trovano ad affrontare restrizioni all’esportazione e pressioni normative da parte degli Stati Uniti potrebbero avere difficoltà. In questo contesto, le A-share sono destinate a sovraperformare le H-share grazie alla loro minore esposizione ai rischi geopolitici e a un dollaro forte.