In Svizzera si parla di creazione di riserve nazionali di Bitcoin: in vista un referendum in merito?

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La Svizzera ha avviato discussioni sulla creazione di riserve nazionali di Bitcoin, in seguito alla sua consolidata pratica di detenere ingenti riserve auree per un valore di circa 25 miliardi di franchi. Una nuova proposta pubblicata dalla Cancelleria federale svizzera chiede alla Banca Nazionale Svizzera (BNS) di includere Bitcoin insieme all’oro come parte delle sue attività di riserva.

La proposta, guidata da un gruppo di sostenitori delle criptovalute, richiede un emendamento legislativo per imporre questo cambiamento. Per procedere, l’iniziativa deve raccogliere 100.000 firme valide da parte dei cittadini svizzeri entro il 30 giugno 2025. In caso di successo, l’Assemblea federale svizzera valuterà la proposta, potenzialmente promuovendo la posizione della Svizzera come leader nell’adozione delle criptovalute.
La Svizzera tiene regolarmente referendum pubblici per decidere su questioni legislative, sottolineando l’impegno del Paese per la democrazia diretta.

Tyler Durden, noto esperto di criptovalute, ha dichiarato: “Se un Paese implementa una riserva strategica di Bitcoin, può ottimizzare i propri cicli economici. Pensate a quanto successo alle grandi aziende tecnologiche nel 2002”.

Bitcoin asset di riserva strategico

In realtà la Banca Nazionale Svizzera ha sempre espresso riserve sulle criptovalute. Tuttavia, i sostenitori dell’iniziativa sostengono che i Bitcoin potrebbero fungere da copertura contro l’inflazione e rafforzare la reputazione della Svizzera come polo di innovazione finanziaria. Attualmente, le riserve della BNS sono diversificate tra valute legali e circa 1.040 tonnellate di oro.
Se l’iniziativa pubblicata dovesse andare al voto, la Svizzera si allineerebbe a una tendenza globale più ampia di considerare Bitcoin come un asset di riserva strategico. Negli Stati Uniti, le discussioni sulla creazione di una riserva federale di Bitcoin stanno guadagnando terreno. Le proiezioni di VanEck suggeriscono che tale riserva potrebbe ridurre il debito nazionale degli Stati Uniti del 36% entro il 2050. Inoltre, importanti politici americani, come la senatrice Cynthia Lummis, hanno sostenuto che una riserva di un milione di Bitcoin potrebbe rafforzare la stabilità finanziaria del Paese.

“Il 2025 sarà l’anno per Bitcoin e asset digitali. La nostra potrebbe essere l’amministrazione con più asset pro-digitali di sempre. Non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto con David Sacks per approvare una legislazione completa sulle risorse digitali e la mia idea di riserva strategica di Bitcoin” ha scritto di recente Cynthia Lummis.

Anche in Giappone Satoshi Yamada ha chiesto la creazione di una riserva strategica di Bitcoin. Allo stesso modo, i legislatori russi hanno proposto di istituire una riserva di Bitcoin al ministro delle Finanze Anton Siluanov, citandone il potenziale per migliorare la resilienza finanziaria.
Nel frattempo, diverse città del mondo e alcuni Stati hanno già implementato strategie di riserva di Bitcoin. E’ ben nota la posizione della città di Lugano: altro esempio è quello del consiglio comunale di Vancouver, che ha recentemente approvato un piano per diversificare le sue riserve finanziarie incorporando BTC, per meglio affrontare la volatilità della valuta fiat.
Mentre la Svizzera intraprende la sua fase di raccolta firme, l’iniziativa segna un altro passo nell’evoluzione del dibattito sul ruolo di Bitcoin nei sistemi finanziari globali.