L’antiquario Giorgio Baratti: “I debiti con il fisco possono essere pagati con opere d’arte. La legge c’è ma pochi la conoscono”
L’antiquario Giorgio Baratti
Per incrementare il proprio patrimonio, lo Stato ha introdotto nel 1982 una legge che offre al cittadino la possibilità di sostituire il pagamento delle tasse con la cessione di opere d’arte, una normativa ancora poco conosciuta e male applicata.
Quella di Giorgio Baratti è un’esperienza che inizia negli anni Sessanta quando comincia a muovere i primi passi nel mondo dell’arte. Una carriera iniziata quasi per caso o per “gioco” come preferirebbe dire lui stesso. Toscano di nascita e milanese di adozione, Baratti si è affermato nel corso dei decenni anche nel contesto internazionale divenendo consulente del Metropolitan Museum di New York, della National Gallery di Washington e del Museo Nazionale di Varsavia. Un curriculum importante che lo accredita fra i grandi esperti del settore dell’Arte antica, un mercato che negli ultimi decenni ha subito enormi cambiamenti. Il ceto medio sembra essere scomparso dalle compravendite di mobilio e oggettistica, senza dubbio l’arredo di design e l’arte contemporanea hanno riscosso più interesse nell’ultimo periodo. Attualmente il mercato antiquario è, in buona sostanza, internazionale. Questo dato è emerso con chiarezza nella scorsa edizione di BIAF Biennale dell’Antiquariato di Firenze alla quale la Galleria Giorgio Baratti ha partecipato con una grande esposizione. L’edizione 2024 di BIAF ha visto incrementare la presenza di compratori esteri del 15% confermando una tendenza che si riscontra da anni. I collezionisti provenienti da ogni parte del mondo sono i principali sbocchi del settore antiquario che viene però costantemente frenato da una legislazione abbastanza restrittiva e dalla burocrazia. Per poter vendere un oggetto d’arte antiquaria ad un acquirente estero c’è bisogno di un permesso di esportazione rilasciato dal Ministero della Cultura. Per Giorgio Baratti le pratiche burocratiche rappresentano un “problema enorme, le pratiche sono lunghe, complesse e scoraggianti anche per il più appassionato dei collezionisti”.
La legge italiana, inoltre, vieta l’esportazione di opere d’arte ritenute di interesse collettivo, rischiando di paralizzare il mercato. L’attribuzione di “opera di interesse collettivo” da parte del Ministero decreta l’impossibilità di esportare l’opera causando danni enormi agli antiquari ma anche all’intero settore. Si tratta di un rischio non sempre prevedibile e che rende le compravendite sempre più difficili. Il tema è quello di coniugare la preservazione del patrimonio culturale nazionale ma al tempo stesso fornire maggiori garanzie ai proprietari di beni artistici.
Inoltre, dice Baratti, “pochi sanno dell’esistenza della legge 512 che offre al cittadino la possibilità di sostituire il pagamento delle tasse con la cessione di opere d’arte, una norma che andrebbe incontro a tanti cittadini e a tutta la collettività, perché non applicarla?”. La legge 512 del 1982 prevede infatti la possibilità ai cittadini di estinguere, in base al valore dell’opera, i debiti fiscali riguardanti le imposte dirette o la tassa di successione. Non solo antiquariato ma anche opere d’arte contemporanea purché risultino di interesse nazionale.
Come funziona la procedura? La proposta va indirizzata alla Soprintendenza competente per territorio che, dopo una serie di verifiche, inoltra la richiesta alla Direzione Generale del Ministero della Cultura. La Direzione Generale, una volta vagliata la domanda, la sottopone ad una apposita Commissione interministeriale. Fin qui sembra una procedura abbastanza facile ma in realtà è ingolfata da una burocrazia asfissiante che porta tanti proprietari a scartare la soluzione. “È una sconfitta per tutti” insiste Giorgio Baratti “snellire la burocrazia è un’urgenza”.
Nonostante le difficoltà del settore, Giorgio Baratti continua ad essere innamorato del suo mestiere, anzi, della vita. Non chiamamelo mercante d’arte, l’antiquario si schernisce “sono solo un custode di bellezza, queste opere dovranno sopravvivermi per continuare a dare emozioni a chi verrà dopo di noi, è questo il senso della mia vita”.