L’Europa che si scaglia contro lo shopping online cinese. Arginare il boom delle importazioni di basso valore

Massimiliano Sighinolfi -

Europa e shopping online cinese.
La Commissione Europea ha annunciato nuove misure per arginare il boom delle importazioni di basso valore, ovvero quei pacchi sotto i 150 euro che arrivano ogni giorno in UE da piattaforme come Temu, Shein. I numeri sono incredibili: 4,6 miliardi di spedizioni nel 2024, il doppio rispetto all’anno prima. Ma c’è un problema: il 96% dei prodotti non sarebbe completamente in regola con le norme europee, sia per sicurezza che per conformità.

Eliminare l’esenzione doganale sotto i 150 euro

La soluzione proposta? Eliminare l’esenzione doganale sotto i 150 euro e introdurre una tassa sulle piattaforme per coprire i costi di controllo. Una mossa che «porterebbe ulteriori introiti per circa un miliardo di euro», ha spiegato Maroš Šefčovič, vicepresidente della commissione europea e commissario al commercio, sottolineando che il 97% di tutte le dichiarazioni doganali di merci in entrata viene elaborato a causa di prodotti di basso valore.

La Commissione assicura che questo onere «non sarà pagato dai clienti perché sarà compito dei venditori assolvere le pratiche doganali, al contrario di ciò che avviene ora» e che «non ci saranno impatti sulle tempistiche di consegna». Anche se, personalmente dubito che il prezzo dei dazi non venga in qualche modo riversato sul consumatore finale.

Questa mossa, ufficialmente per difendere il mercato e la sicurezza, potrebbe somigliare sempre di più a un tentativo di arginare il dominio dell’e-commerce cinese in Europa. Anche perché avviene in un contesto in cui negli USA il Servizio Postale ha già bloccato “temporaneamente” i pacchi dalla Cina e Hong Kong. Siamo davanti a una regolamentazione o a un altro capitolo della guerra commerciale tra Occidente e Pechino?

Resta da vedere se questo servirà davvero a tutelare i consumatori o se finirà per penalizzarli con prezzi più alti e meno scelta.