World Water Day 2025, come proteggere le nostre risorse idriche?
L’acqua è essenziale per la vita, ma la sua disponibilità a livello globale, siano acque sotterranee o di superficie, è limitata. La crescente domanda, dovuta all’aumento della popolazione mondiale e della prosperità, sta creando situazioni di stress. Oltre a questi fattori strutturali, l’accesso all’acqua pulita è sempre più messo in pericolo dalla contaminazione dei Pfas, i cosiddetti “forever chemicals”, sostanze chimiche nocive per la salute che durano millenni. I Pfas, in uso dagli anni ’40, sono utilizzati nella produzione di materiali antiaderenti e idrorepellenti che ricoprono i nostri utensili da cucina, i nostri vestiti e molto altro. I Pfas sono migliaia o addirittura milioni di composti, non esiste un elenco ufficiale. Sono però accomunati dalla loro persistenza estrema nell’ambiente. In Italia, secondo un’indagine di Greenpeace, 206 campioni di acqua su 260 risultano contaminati da almeno una delle 58 sostanze monitorate, con soli 54 campioni (21%) privi di Pfas. Secondo le prime stime, il solo mercato dello smaltimento dei Pfas potrebbe crescere da 1,8 miliardi di dollari nel 2022 a 2,9 miliardi di dollari nel 2031, una crescita media annua di circa il 5%.
Ma il problema è ancora più complesso. L’anno scorso, un’importante meta-analisi sui Pfas ha valutato 273 studi internazionali su oltre 45 mila campioni di acque superficiali e sotterranee in tutto il mondo, evidenziando l’impatto dei residui di farmaci (principi attivi) nell’acqua. Anche se rilevati principalmente nei fiumi del mondo occidentale, lo studio avverte che questa è probabilmente solo la “punta dell’iceberg”. In campioni prelevati da 258 fiumi in 104 paesi sono state trovate nuove e talvolta elevate contaminazioni anche nei paesi emergenti. La concentrazione di almeno un principio attivo nel 25,7% dei campioni ha superato le soglie di sicurezza per gli organismi acquatici o la resistenza antimicrobica.
Oltre ai microinquinanti c’è poi una vasta gamma di microcontaminanti sintetici e naturali, che si aggiungono ai prodotti chimici già noti e monitorati, in costante aumento. Questi penetrano nel nostro ambiente da decenni come micro- e nanoplastiche, residui di prodotti per l’igiene, additivi ormonali, prodotti chimici industriali e pesticidi.
È necessario destinare risorse al settore idrico, in generale, e nei suoi tre temi di investimento: tecnologia idrica, approvvigionamento idrico e protezione delle acque.
Il settore delle tecnologie per l’acqua comprende un’ampia gamma di mercati, dalle infrastrutture ai filtri, dai contatori intelligenti e alle tecnologie di monitoraggio della rete, fino alle soluzioni software dedicate.
L’approvvigionamento idrico comprende l’espansione e la gestione delle infrastrutture idriche. Nella maggior parte delle regioni del mondo, ciò è di competenza del settore pubblico. L’accesso al mercato è inoltre associato a costi di investimento elevati e a costi fissi ricorrenti, che devono ripagarsi in un periodo di tempo relativamente lungo.
La protezione delle acque, considerata in modo diretto e indiretto. Nel primo caso troviamo le società che sviluppano e implementano soluzioni per misurare la qualità dell’acqua e contribuire a renderla utilizzabile più a lungo, ad esempio attraverso lo sviluppo di prodotti chimici. La protezione indiretta dell’acqua si basa sul principio “chi inquina paga” e offre misure preventive per le industrie ad alta intensità idrica e che inquinano l’acqua.
Varie aziende possono affrontare le sfide della contaminazione da microinquinanti con le loro soluzioni. Ad esempio, l’azienda americana Xylem, attiva nel trattamento e nell’analisi dell’acqua, equipaggia gli impianti di trattamento delle acque reflue con fasi per rimuovere i microcontaminanti. L’azienda giapponese Kuraray ha anche stabilito una posizione di leader nel trattamento dell’acqua, concentrandosi particolarmente sulla rimozione dei Pfas. In Francia, Veolia ha annunciato che mira a raggiungere ricavi di 1 miliardo di euro entro il 2030 con soluzioni contro i microinquinanti.
La protezione dell’acqua sta diventando sempre più una sfida sia nei Paesi industriali sia in quelli in via di sviluppo. La necessità di azione è significativa, soprattutto ora che Governi e regolatori stanno riconoscendo il problema.