L’uso delle piante per ombreggiare e rinfrescare gli ambienti: nuove tecnologie e riferimenti ad Antico Egitto e Mesopotamia
di Annachiara De Rubeis —
L’uso delle piante per ombreggiare e rinfrescare gli ambienti è una pratica antichissima che oggi trova rinnovato interesse grazie all’architettura sostenibile e alla bioedilizia. Affonda le sue radici nelle antiche civiltà, come quella egizia e mesopotamica, e si evolve oggi con tecnologie innovative per rispondere al cambiamento climatico e migliorare il comfort abitativo.
Antico Egitto e Mesopotamia
Le case più ricche disponevano di giardini interni con piante e alberi (soprattutto sycomori, palme e acacie), che offrivano ombra e abbassavano la temperatura attraverso l’evaporazione dell’acqua, che era usata in vasche e canali nei giardini per favorire appunto il raffreddamento evaporativo. Le piante agivano come elementi climatici passivi. Inoltre, le abitazioni erano progettate per sfruttare le brezze e minimizzare l’esposizione solare, con tettoie naturali di rami intrecciati.
In particolare, gli storici attribuiscono ai Babilonesi la creazione dei Giardini Pensili, un esempio di uso strategico delle piante per migliorare il microclima urbano. Le abitazioni erano in mattoni d’argilla con cortili interni ombreggiati da vegetazione. Alberi e pergolati nei palazzi e templi creavano zone fresche in quello che certamente era un clima torrido.
Funzioni delle piante per il raffrescamento
Ombreggiamento: le chiome degli alberi riducono la radiazione solare diretta su edifici e superfici, abbassando la temperatura anche di 3-7°C.
Raffrescamento evaporativo: le piante traspirano acqua che, evaporando, assorbe calore e rinfresca l’ambiente.
Riduzione dell’effetto isola di calore: la vegetazione urbana contrasta l’accumulo di calore nelle città.
Schermatura selettiva: piante decidue che forniscono ombra d’estate e lasciano passare luce e calore d’inverno.
Tecnologie contemporanee ispirate alla natura
Architettura verde
Facciate vegetali: pannelli modulari con piante vive integrati negli edifici (es. Bosco Verticale a Milano).
Tetti verdi: giardini pensili moderni che riducono l’inerzia termica degli edifici.
Pareti mobili vegetate: schermature esterne vegetate regolabili in base alla stagione o all’irraggiamento.
Soluzioni ibride
Bio-climatizzazione: sistemi che combinano ventilazione naturale, ombreggiamento vegetale e umidificazione controllata.
Internet of Things (IoT): sensori per monitorare temperatura, umidità e crescita delle piante, ottimizzando l’ombreggiamento e il consumo idrico.
Materiali fotocatalitici e naturali: superfici che imitano le foglie per migliorare la traspirazione o riflettere la luce solare.
Il progetto Leafskin

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Che cosa c’è di diverso nelle Green Shades moderne? Il progetto Leafskin è il primo sistema al mondo che prevede l’installazione di “tende verdi”: si tratta di vele ricoperte di vegetazione; grazie all’evapotraspirazione prodotta dal sistema vegetale le tende fungono da condizionatori d’aria con una capacità di raffreddamento di 112 frigorie per metro quadro.
“Nelle città, dove il caldo è un serio problema, Green Shades è una soluzione ottimale per vie commerciali, terrazze e piazze. La composizione e le specie vegetali sono ottime per l’assorbimento del NOX e del CO2, contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria delle nostre città. La leggerezza e la facilità di istallazione ne consentono la collocazione in strade dove, per mancanza di spazio o difficoltà di intervento, non è possibile collocare alberi o altri tipi di vegetazione”, leggiamo sul report Green Shades di Singular Green.