INPS, rendita vitalizia a carico del lavoratore: istruzioni operative

Redazione -

INPS, rendita vitalizia a carico del lavoratore: istruzioni operative

Dal 12 gennaio 2025 è possibile colmare i buchi contributivi anche oltre i termini di prescrizione. Ecco come funziona il nuovo strumento previsto dalla Legge 203/2024.

Cambiano le regole per colmare i vuoti contributivi nel proprio percorso lavorativo. Dal 12 gennaio 2025, i lavoratori possono chiedere all’INPS la costituzione di una rendita vitalizia interamente a proprio carico, anche per periodi ormai prescritti, cioè oltre i tradizionali termini di legge.

La novità è stata introdotta dall’articolo 30 della Legge 203/2024 e disciplinata dalla Circolare INPS n. 48 del 24 febbraio 2025. Si tratta di un’opportunità importante per chi, per ragioni diverse, ha dei periodi di lavoro non coperti da contribuzione obbligatoria e vuole sanare la propria posizione previdenziale.

Che cos’è la rendita vitalizia a carico del lavoratore

Il nuovo meccanismo, previsto dall’art. 13, comma 7, della Legge n. 1338/1962 (come modificato), consente al lavoratore di regolarizzare a proprie spese i periodi non coperti da versamenti contributivi. La richiesta può essere presentata direttamente all’INPS, anche in assenza di contenziosi con il datore di lavoro o di verifiche ispettive.

Stop ai limiti di prescrizione

Uno degli aspetti più innovativi della misura è il superamento dei limiti di prescrizione: la rendita può infatti essere richiesta anche oltre i 15 anni dal periodo non coperto. In passato, il limite massimo era di 10 anni. Ora, anche i contributi prescritti possono essere “recuperati”, purché il lavoratore dimostri l’effettiva esistenza del rapporto di lavoro.

Come funziona: documenti e costi

Per accedere alla rendita vitalizia, il lavoratore deve presentare documentazione probante che attesti il periodo lavorato e non regolarmente contribuito. Tra i documenti validi: buste paga, lettere di assunzione, certificazioni uniche, dichiarazioni fiscali o altra documentazione simile.

Il costo dell’operazione è interamente a carico del richiedente e viene calcolato sulla base della retribuzione percepita nel periodo da sanare, con i parametri contributivi attualmente in vigore. Il riconoscimento del periodo avviene solo dopo il versamento integrale dell’importo dovuto.

Chi può fare domanda

La misura si applica a tutte le gestioni previdenziali obbligatorie gestite dall’INPS:

  • Assicurazione generale obbligatoria (IVS);

  • Gestione pubblica;

  • Gestioni sostitutive, esonerative e integrative.

Anche i superstiti del lavoratore possono fare richiesta, se i contributi servono per maturare il diritto o aumentare l’importo della prestazione pensionistica.

Gli effetti previdenziali

I periodi regolarizzati con la rendita vitalizia hanno lo stesso valore dei contributi effettivamente versati: sono validi sia per il diritto sia per il calcolo della pensione, senza implicazioni sanzionatorie per il datore di lavoro.

Una volta accolta la domanda, l’INPS rilascia al lavoratore una comunicazione ufficiale con i dettagli sul periodo riconosciuto, l’importo dovuto e le modalità di pagamento.